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Un’irritazione alla pelle può essere causata dal detersivo e può provocare prurito e altri sintomi. Le allergie si sviluppano tipicamente dopo ripetute esposizioni a un allergene, come una fragranza o un conservante.

Il tuo detersivo può profumare di rugiada mattutina o pioggia primaverile, ma è molto probabile che contenga sostanze chimiche piuttosto aggressive. Non è raro che le persone manifestino reazioni cutanee avverse agli ingredienti dei detersivi standard.

Profumi, conservanti, coloranti e altre sostanze chimiche nei detersivi possono causare eruzioni cutanee e irritazione alla pelle sia nei bambini che negli adulti.

I detersivi possono scatenare una condizione chiamata dermatite da contatto, che si manifesta come un’eruzione cutanea rossa e pruriginosa che può essere diffusa o limitata a zone specifiche come le ascelle e l’inguine.

Le allergie o le sensibilità al detersivo possono svilupparsi alla prima esposizione o dopo esposizioni ripetute. La maggior parte delle persone può prevenire le eruzioni cutanee da detersivo utilizzando detersivi senza profumo e coloranti.

Cause comuni dell’ irritazione alla pelle

Allergeni

I detersivi contengono una varietà di ingredienti potenzialmente irritanti.

Come la maggior parte dei saponi, i detersivi contengono qualche tipo di tensioattivo, o agente tensioattivo. I tensioattivi funzionano allentando le particelle di sporco e olio e permettendo che vengano lavate via. I tensioattivi aggressivi possono essere irritanti per le persone con pelle sensibile.

Le fragranze artificiali sono un’altra ampia categoria di sostanze chimiche che possono causare eruzioni cutanee e irritazioni. Le aziende che producono detersivi tipicamente utilizzano miscele proprietarie di fragranze, rendendo difficile per i clienti sapere esattamente cosa contengono.

Altri allergeni comuni presenti nei detersivi includono:

– conservanti

– enzimi

– parabeni

– colori e coloranti

– idratanti

– ammorbidenti

– addensanti e solventi

– emulsionanti

Le allergie agli allergeni lievi, come quelli presenti nei detersivi, si sviluppano tipicamente lentamente dopo esposizioni ripetute. Tuttavia, una volta sviluppata un’allergia, bastano piccole quantità della sostanza scatenante per produrre una reazione.

Dermatite da contatto

La dermatite da contatto è una condizione cutanea causata da qualcosa con cui si viene a contatto, come saponi, piante o metalli. Esistono due tipi: dermatite da contatto irritante e allergica.

Se hai una dermatite da contatto irritante, puoi sviluppare un’eruzione cutanea anche se non sei allergico a nulla nel tuo detersivo.

La dermatite da contatto irritante è la forma più comune di eruzioni cutanee non allergiche. Si verifica quando una sostanza irritante danneggia lo strato superiore della pelle, causando un’eruzione pruriginosa. Puoi avere una reazione dopo la prima esposizione a un detersivo o dopo esposizioni ripetute.

La dermatite da contatto allergica si verifica quando hai una reazione allergica a una sostanza. Quando hai una reazione allergica, il tuo corpo produce una risposta immunitaria.

 

Quali sono i sintomi dell’irritazione alla pelle?

Se sei allergico o sensibile a qualcosa nel tuo detersivo, potresti manifestare sintomi immediatamente dopo aver toccato vestiti appena lavati o molte ore dopo. I sintomi possono includere:

– eruzione cutanea rossa

– prurito da lieve a severo

– vesciche che possono essudare o formare croste

– protuberanze

– pelle secca, screpolata o squamosa

– pelle sensibile

– bruciore cutaneo

– gonfiore

Tipicamente, la dermatite da contatto si verifica in aree specifiche che entrano in contatto con irritanti forti, come la pelle sotto un gioiello. Tuttavia, quando i sintomi sono diffusi, dovresti considerare il detersivo come possibile causa.

Poiché tutto il corpo entra in contatto con indumenti e biancheria lavati, i sintomi possono apparire ovunque. Alcune persone notano che i sintomi peggiorano nelle aree dove i vestiti si bagnano di sudore, come le ascelle e l’inguine. Una federa appena lavata può causare irritazione alla pelle sensibile del viso.

Se il tuo bambino o neonato manifesta sintomi simili a un’eruzione cutanea, considera quali aree del corpo non hanno toccato indumenti appena lavati. Tipicamente, queste sarebbero il viso o la testa e l’area sotto il pannolino.

 

Come si tratta l’irritazione alla pelle?

La maggior parte delle irritazioni alla pelle può essere trattata a casa con rimedi semplici e cambiamenti dello stile di vita. Se sei allergico o sensibile a un irritante chimico, come una specifica marca di detersivo, la cosa più importante da fare è identificarlo. Poi puoi prendere misure per evitarlo.

Per alleviare i sintomi, la soluzione che le persone adottano sono le solite (spoiler: non sono le soluzioni giuste anche se te le riportiamo per completezza di informazioni):

  1. Applicare una crema steroidea. Una crema steroidea da banco contenente idrocortisone può aiutare ad alleviare il prurito e l’infiammazione.
  2. Usare una lozione antiprurito che può lenire la pelle e prevenire il grattamento.
  3. Prendere un antistaminico. Gli antistaminici, possono fermare le reazioni allergiche.
  4. Applicare un impacco umido. Un asciugamano imbevuto di acqua fresca può lenire la pelle infiammata e ridurre la sensibilità.

 

MA veniamo ai veri consigli per la prevenzione sull’irritazione alla pelle

Usa un detersivo senza profumo e coloranti

Molte persone sono sensibili alle sostanze chimiche nei profumi e coloranti artificiali. Prova un’alternativa naturale, come BEIPANNI di Verdevero, che è un detersivo a base vegetale, senza coloranti e profumi.

Risciacqua il bucato due volte

Un ciclo di risciacquo extra potrebbe essere tutto ciò di cui hai bisogno per evitare che i residui di detersivo si accumulino sui tuoi vestiti. Usa l’acqua più calda possibile per aiutare a eliminare gli allergeni.

Usa un ammorbidente naturale

Riduci il numero di sostanze chimiche che usi evitando l’ammorbidente oppure usandone uno ecologico come Sofì di Verdevero.

Usa acido citrico

L’acido citrico è un enorme alleato per le pulizie e uno dei suoi fantastici usi è proprio come sostituto dell’ammorbidente. Trovi i consigli su come usare l’acido citrico come ammorbidente sul blog di Verdevero.

Prepara il tuo detersivo

Puoi preparare il tuo detersivo con carbonato di sodio e Percarbonato. Questa soluzione è priva di profumi e coloranti e può anche farti risparmiare denaro. Per un potere pulente extra, considera di aggiungere sapone di Marsiglia a base di olio d’oliva.

Tieni pulita la lavatrice

Se hai un membro della famiglia con sensibilità chimiche, assicurati di lavare la macchina dopo i carichi che utilizzano detersivi standard. Un ciclo con acqua calda e SOS Lavatrice ti sarà di aiuto.

Pretratta le macchie naturalmente

Evita gli smacchiatori chimici pretrattando le macchie con SMACCHIETTO di Verdevero, lo smacchiatore naturale che al posto di ingredienti petrolchimici pericolosi usa solventi di origine vegetale di solito usati per i detergenti per il corpo e quindi più delicati.

 

Domande frequenti sulle irritazioni cutanee da detersivo

 

D: Quanto tempo ci vuole per far sparire un’irritazione alla pelle da detersivo?

R: Il tempo di guarigione varia da persona a persona, ma generalmente un’irritazione alla pelle può richiedere da 2 a 4 settimane per guarire completamente, utilizzando i rimedi appropriati.

 

D: Le irritazioni alla pelle da detersivo sono contagiose?

R: No, le irritazioni cutanee causate da detersivi non sono contagiose poiché sono reazioni allergiche o irritative individuali.

 

D: I bambini sono più sensibili alle irritazioni alla pelle da detersivo?

R: Sì, i bambini hanno una pelle più delicata e possono essere più sensibili agli ingredienti irritanti presenti nei detersivi tradizionali.

 

D: Come posso sapere se la mia irritazione alla pelle è causata dal detersivo?

R: Se noti che l’irritazione alla pelle peggiora dopo aver indossato vestiti appena lavati o si concentra nelle zone di maggior contatto con i tessuti, potrebbe essere causata dal detersivo.

 

Conclusione

Le irritazioni alla pelle da detersivo possono essere fastidiose ma sono gestibili con i giusti accorgimenti. La chiave è la prevenzione attraverso l’uso di prodotti naturali e delicati sulla pelle, come la linea di detersivi ecologici di Verdevero. Se i sintomi persistono nonostante l’uso di prodotti naturali, è sempre consigliabile consultare un dermatologo.

La zona sopra la serpentina del forno è spesso il territorio inesplorato della pulizia domestica, un’area critica ma troppo spesso trascurata che può nascondere insidie per la sicurezza e l’efficienza del nostro elettrodomestico, vediamo insieme come pulire il forno sopra la serpentina.

Questa zona, gioca un ruolo fondamentale nel processo di cottura, ma la sua posizione la rende anche particolarmente vulnerabile all’accumulo di sporco, grasso e residui di cibo.

Ignorare di pulire il forno sopra la serpentina non solo può compromettere le prestazioni del forno, ma può anche rappresentare un rischio per la sicurezza, aumentando il pericolo di incendi o malfunzionamenti.

La sfida nella pulizia di quest’area risiede non solo nella sua posizione difficile da raggiungere, ma anche nella delicatezza dell’operazione: un approccio sbagliato potrebbe danneggiare la serpentina, componente vitale per il funzionamento del forno.

Importanza della pulizia sopra la serpentina

  • Prevenzione di incendi
  • Miglioramento dell’efficienza energetica
  • Eliminazione di odori sgradevoli
  • Distribuzione uniforme del calore

Precauzioni da adottare

  • Assicurarsi che il forno sia completamente freddo
  • Scollegare l’alimentazione elettrica
  • Indossare guanti protettivi
  • Evitare di bagnare direttamente la serpentina

Tecniche specifiche per la pulizia sopra la serpentina

  1. Spazzola a setole morbide: Rimuovi delicatamente i residui secchi con una spazzola apposita.
  2. Panno in microfibra umido: Passa un panno leggermente umido per raccogliere polvere e particelle fini.
  3. Aspirapolvere con beccuccio sottile: Utilizza un aspirapolvere per rimuovere i detriti senza toccare la serpentina.

Applicazione di Fornobello sopra la serpentina

Fornobello può essere usato con cautela anche in questa zona delicata:

  • Spruzza il prodotto su un panno, non direttamente sulla serpentina
  • Passa delicatamente il panno imbevuto intorno e sopra la serpentina
  • Lascia agire per 5 minuti
  • Rimuovi con un panno pulito e asciutto

Manutenzione dell’area sopra la serpentina

  • Ispeziona regolarmente questa zona
  • Pulisci dopo la cottura di cibi che producono molti schizzi
  • Usa coperchi o fogli di alluminio durante la cottura per prevenire lo sporco

Nell’era della consapevolezza ambientale e della ricerca di uno stile di vita più sano, come pulire il forno in modo naturale non è più solo un’alternativa, ma sta diventando la scelta preferita per molti.

Questo approccio eco-friendly non solo rispetta l’ambiente, ma protegge anche la salute della nostra famiglia, eliminando l’esposizione a sostanze chimiche aggressive spesso presenti nei detergenti commerciali.

La pulizia naturale del forno è un ritorno alle radici, un modo per riscoprire la saggezza delle generazioni passate che mantenevano le loro cucine impeccabili con ingredienti semplici e facilmente reperibili.

Ma non lasciatevi ingannare: naturale non significa meno efficace. Siete curiosi di scoprire come pulire il forno in modo naturale? I metodi che esploreremo in questa sezione possono sorprendervi per la loro potenza nel rimuovere anche lo sporco più ostinato, lasciando il vostro forno non solo pulito, ma anche privo di residui chimici che potrebbero contaminare il cibo.

Vantaggi della pulizia naturale

  • Rispetto per l’ambiente
  • Sicurezza per la salute
  • Assenza di residui chimici sui cibi
  • Economicità

Ingredienti naturali per la pulizia del forno

  • Bicarbonato di sodio
  • Aceto bianco
  • Limone
  • Sale grosso
  • Oli essenziali (tea tree, limone)

Ricette fai-da-te per la pulizia del forno

  1. Pasta al bicarbonato: Mescola bicarbonato e acqua fino a ottenere una consistenza pastosa. Applica sulle superfici e lascia agire per una notte.
  2. Spray all’aceto e limone: Combina aceto, succo di limone e acqua in uno spruzzino. Nebulizza sulle superfici e pulisci dopo 30 minuti.
  3. Sacchetto di erbe aromatiche: Crea un sacchetto con erbe come rosmarino e timo. Posizionalo nel forno caldo e umido per diffondere oli essenziali naturali che aiutano a sciogliere il grasso.

Fornobello: pulizia naturale potenziata

detergente per pulire il forno

Mentre i metodi casalinghi sono efficaci per la manutenzione regolare, Fornobello offre una soluzione naturale più potente:

  • Formula basata su ingredienti di origine vegetale
  • Efficacia paragonabile ai detergenti chimici
  • Sicuro per l’ambiente e per la salute
  • Ideale per pulizie profonde periodiche

Routine di pulizia naturale

  • Usa i metodi fai-da-te per la manutenzione settimanale
  • Applica Fornobello mensilmente per una pulizia più approfondita
  • Mantieni il forno asciutto per prevenire la formazione di muffe

Il vetro del forno è come la finestra sulla nostra arte culinaria, un elemento cruciale che ci permette di monitorare la cottura dei nostri piatti preferiti senza dover aprire continuamente lo sportello, disperdendo calore prezioso, scopri come pulire il vetro incrostato.

Tuttavia, questo stesso vetro può diventare rapidamente il nemico numero uno della pulizia in cucina, accumulando strati su strati di grasso, schizzi di cibo e fumo, fino a trasformarsi in una barriera opaca che oscura la vista all’interno del forno.

La frustrazione di non riuscire a vedere chiaramente attraverso il vetro può rovinare l’esperienza di cottura e far sembrare il forno molto più vecchio e trascurato di quanto non sia in realtà.

Ma non temete: anche il vetro del forno apparentemente più compromesso può tornare alla sua originale trasparenza con le giuste tecniche e un po’ di dedizione.

Perché il vetro del forno si sporca facilmente

  • Deposito di grasso vaporizzato
  • Schizzi di cibo durante la cottura
  • Condensa che trasporta particelle di sporco

Come pulire il vetro del forno incrostato: Metodi di pulizia specifici.

  1. Raschietto in plastica: Usa delicatamente un raschietto in plastica per rimuovere i depositi più spessi.
  2. Miscela di sale e limone: Strofina mezzo limone cosparso di sale grosso sul vetro, poi risciacqua.
  3. Impacco di bicarbonato: Applica una pasta di bicarbonato e acqua, copri con pellicola trasparente e lascia agire per una notte.

L’approccio Fornobello per il vetro del forno

Fornobello è particolarmente efficace per pulire il vetro del forno incrostato:

  • Spruzza abbondantemente sul vetro
  • Lascia agire per 15 minuti
  • Usa una spugna morbida per pulire
  • Risciacqua con un panno in microfibra umido

Il prodotto scioglie efficacemente il grasso senza lasciare aloni, restituendo brillantezza al vetro.

Manutenzione del vetro del forno

  • Pulisci il vetro dopo ogni utilizzo del forno
  • Usa un panno in microfibra per una pulizia quotidiana
  • Applica Fornobello settimanalmente per prevenire l’accumulo di sporco

Se cerchi soluzioni su come pulire il forno incrostato senza fatica allora sei sull’articolo giusto. Continua a leggere e scoprirai i trucchi del mestiere per non avere più frustrazione di un forno sporco, incrostato e con cattivi odori.

Il forno incrostato può sembrare una sfida insormontabile, un nemico che si erge minaccioso nella nostra cucina, pronto a rovinare i nostri sforzi culinari con odori sgradevoli e potenziali rischi per la salute.

Le incrostazioni ostinate, accumulate nel tempo, non solo compromettono l’estetica del nostro elettrodomestico, ma possono anche influire negativamente sulla qualità del cibo che prepariamo.

Tuttavia, non c’è motivo di disperare o di considerare l’acquisto di un nuovo forno come unica soluzione. Con le giuste tecniche, un po’ di pazienza e i prodotti adeguati, è possibile trasformare anche il forno più trascurato in un apparecchio splendente e igienico, pronto per le nostre avventure culinarie.

Cause delle incrostazioni nel forno

  • Residui di cibo bruciati
  • Grasso e olio vaporizzati
  • Zuccheri caramellizzati
  • Mancata pulizia regolare

Tecniche di pulizia efficaci

  1. Vapore naturale: Posiziona una ciotola d’acqua nel forno caldo per ammorbidire le incrostazioni.
  2. Miscela di bicarbonato e aceto: Crea una pasta con bicarbonato e acqua, applicala sulle superfici incrostate, poi spruzza aceto. Lascia agire per alcune ore prima di pulire.
  3. Soluzione enzimatica: Utilizza detergenti enzimatici naturali che scompongono le proteine e i grassi.

Fornobello: la soluzione professionale

Fornobello il detergente per la pulizia del forno incrostato di Verdevero è la risposta alla tua domanda “come pulire il forno incrostato senza fatica” perché offre una pulizia profonda e senza sforzo:

  • Spruzza il prodotto sulle superfici incrostate
  • Lascia agire per 10 minuti
  • Rimuovi lo sporco con una spugna umida
  • Risciacqua e asciuga

Fornobello unisce efficacia e rispetto per l’ambiente, garantendo risultati professionali senza l’uso di sostanze chimiche aggressive.

Consigli per prevenire le incrostazioni

  • Pulisci il forno dopo ogni utilizzo
  • Usa teglie e fogli di alluminio per raccogliere gli schizzi
  • Effettua una pulizia profonda mensile con Fornobello

Con l’arrivo dell’inverno il sistema immunitario è spesso messo alla prova. L’abbassamento delle temperature e il ritrovo in ambienti chiusi, affollati e poco areati provoca infatti un aumento delle malattie tipiche della stagione fredda, con la richiesta sempre più alta di rimedi per rafforzare il sistema immunitario.

In questo articolo la dottoressa Danae Crocchiola, omeopata a Roma che scrive per la piattaforma iDoctors, ha risposto alle nostre domande sull’argomento dal punto di vista della medicina omeopatica, illustrandoci i rimedi più comuni per rafforzare le difese immunitarie.

Quali rimedi consiglia per rafforzare il sistema immunitario in inverno?

Il periodo che va circa da ottobre a marzo è quello più indicato per assumere dei particolari rimedi in grado di rafforzare le difese immunitarie. Generalmente io do ai miei pazienti innanzitutto il Degrippal, una soluzione in granuli contenuti in un tubo-dose, di cui consiglio l’assunzione per tutto il periodo autunnale e invernale. È molto utile perché contiene al suo interno una serie di rimedi omeopatici, tra cui Anas barbariae, Pneumococcinum e Streptococcinum. Il Degrippal è un analogo del forse più noto Oscillococcinum. Io però preferisco il primo per motivi anche economici per il paziente, nel senso che è meno costoso e dura più tempo perché ne servono meno grammi.

Un’altra cosa che di solito do ai miei pazienti è l’Echinacea in tintura madre. È un rimedio che viene dato anche più spesso del Degrippal solitamente. In alternativa all’Echinacea si può dare anche l’Eleuterococco, sempre in tintura madre.

Infine segnalo anche l’Iver, l’analogo omeopatico del vaccino antinfluenzale che si fa tutti gli anni e che ogni anno esce quindi con un nuovo ceppo.

Questi trattamenti vanno bene a qualsiasi età o c’è una differenza tra adulti e bambini?

Il Degrippal, così come l’Oscillococcinum, direi tranquillamente di sì, non ha nessuna controindicazione. L’Iver forse un po’ meno consigliato, però non è controindicato. Eleuterococco ed Echinacea invece, essendo tinture madre e quindi su base alcolica, ovviamente ai bambini non si danno. Ci sarebbero delle alternative in questo caso, i macerati gliceridi, però forse Eleuterococco, che è particolarmente forte, io lo eviterei a prescindere nell’età pediatrica. Dei rimedi pediatrici a base di Echinacea invece esistono e si possono tranquillamente dare non essendo su base alcolica.

Oltre all’età ci sono altre possibili controindicazioni?

Una cosa in particolare da attenzionare è che tra i rimedi citati, quelli in granuli contengono lattosio (gli eccipienti sono infatti in particolare saccarosio e lattosio). Quindi nei casi in cui c’è intolleranza al lattosio naturalmente non si possono dare. Ci sono anche qui delle alternative, anche se dipende quanto è importante l’intolleranza. Io vedo molti pazienti a cui do i rimedi omeopatici che, contenendone una quantità quasi irrisoria, non hanno disturbi o fastidi particolari, perché ovviamente non è come bere un bicchiere di latte. Però magari assumendolo tutte le settimane può comunque dare problemi. In questi casi, o per chi ha invece un’intolleranza maggiore, in alternativa do il Viroti (che ora si chiama Otiresk), cioè delle fiale su base fisiologica senza lattosio, che contengono Sulfur e Vincetoxicum, cioè gli stessi principi un po’ più ridotti di quelli che sono contenuti ad esempio nel Degrippal.

Questi rimedi possono essere utili come cura o come prevenzione?

Quello che ho elencato è quello che generalmente io utilizzo a scopo preventivo. In ogni caso io sono dell’idea che, per semplificare, quando è necessario l’antibiotico si dà l’antibiotico. L’omeopatia è a mio avviso una branca che è molto adesso criticata ma che invece può essere utilissima, soprattutto in questi casi, cioè soprattutto a livello preventivo, a livello di terapia di accompagnamento, a livello anche pediatrico, per evitare di utilizzare e abusare di farmaci (come il cortisone o l’antistaminico), che creano poi dipendenza, resistenza ecc. Però è chiaro che dipende dalle situazioni che si presentano: in caso di orticaria ad esempio si dà ovviamente il cortisone.

Oltre all’età pediatrica ci sono altre categorie alle quali è consigliato rafforzare il sistema immunitario?

Prevenire andando ad alzare le difese naturali dell’organismo può favorire il fatto di non dover utilizzare dei farmaci più pesanti da metabolizzare a livello epatico. Sarebbe quindi una buona abitudine per tutti assumere rimedi omeopatici a scopo preventivo nei mesi autunnali. In particolare lo è per le fasce di età o i soggetti più a rischio, che sono gli stessi per i quali valgono le raccomandazioni per il vaccino antinfluenzale, quindi ad esempio le persone che lavorano più a contatto con il pubblico, che svolgono professioni sanitarie, che hanno patologie particolari oppure che hanno superato la fascia dei 50-60 anni.

L’acido muriatico, noto anche come acido cloridrico quando in soluzione acquosa, è un composto chimico altamente corrosivo che può causare diversi danni all’ambiente e alle persone.
E non mi dilungherei oltre se non fosse che pochi giorni fa ho dovuto chiudere i commenti di un post sul gruppo che aveva come tema la pulizia del water con l’acido.
Dopo 20 anni di esperienza non so ancora il motivo per cui la pulizia del water con acido muriatico rimanga un argomento che scalda gli animi.
E purtroppo troppo spesso sono costretto a leggere commenti troppo leggeri sull’uso di questo prodotto pericolosissimo.

Detersivi bucato Verdevero

5 ingredienti naturali per rivoluzionare le tue pulizie

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Ho pensato allora di scrivere i 20 motivi per cui è meglio non usarlo.
Ecco la mia personalissima lista… Ma prima ti consiglio la visione di questo video, non solo l’acido muriatico mette in pericolo la tua salute in casa:

I 10 danni che l’uso improprio dell’acido muriatico può causare alla salute delle persone:

  1. Ustioni Chimiche: Il contatto diretto con la pelle può causare ustioni chimiche gravi, a volte anche attraverso i vestiti.
  2. Danni agli Occhi: Se spruzzato o schizzato negli occhi, può causare danni permanenti alla vista, fino alla cecità.
  3. Problemi Respiratori: I vapori rilasciati dall’acido muriatico sono molto irritanti e corrosivi per le vie respiratorie, e l’inalazione può causare edema polmonare, difficoltà respiratorie e danni ai tessuti polmonari.
  4. Intossicazione: L’ingestione accidentale può essere fatale, causando gravi danni all’esofago, allo stomaco e ai tessuti interni.
  5. Reazioni Allergiche e Dermatiti: Può causare reazioni allergiche e dermatiti in individui sensibili anche a seguito di esposizioni minime.
  6. Effetti a Lungo Termine: Esposizioni ripetute o prolungate possono portare a problemi cronici di salute, come gastriti o ulcere croniche.
  7. Danni ai Denti: I vapori possono causare la corrosione dello smalto dentale.
  8. Disturbi Digestivi: Se ingerito, anche in piccole quantità, può causare gravi disturbi digestivi e danni ai tessuti interni.
  9. Effetti Neurologici: In alti livelli di esposizione, può avere effetti sul sistema nervoso.
  10. Rischio di Shock Chimico: L’ingestione o l’esposizione a forti concentrazioni può causare uno shock chimico, mettendo a rischio la vita della persona esposta.

 

I 10 danni ambientali più diffusi dell’uso improprio dell’acido muriatico:

  1. Danni alla vita acquatica: Se rilasciato nell’ambiente acquatico, può abbassare drasticamente il pH dell’acqua, rendendola troppo acida per la sopravvivenza di pesci, piante e microorganismi.
  2. Corrosione del suolo: Può alterare la composizione chimica del suolo, influenzando negativamente la fertilità e danneggiando l’habitat di numerosi organismi terrestri.
  3. Danni alle strutture: Se scaricato impropriamente, può corrodere strutture di metallo e cemento, inclusi sistemi fognari e impianti di trattamento delle acque.
  4. Inquinamento dell’aria: Se esposto all’aria, l’acido muriatico può evaporare e contribuire alla formazione di aerosol acidi, dannosi per la respirazione e potenziali contributori alla pioggia acida.
  5. Distruzione di habitat: Un rilascio accidentale o illecito può distruggere gli habitat locali, con effetti a lungo termine sulla biodiversità.
  6. Effetti sulla catena alimentare: Può accumularsi negli organismi acquatici, influenzando la catena alimentare e potenzialmente causando effetti nocivi a lungo termine.
  7. Rischio di incendi e esplosioni: Se viene a contatto con alcune sostanze chimiche, l’acido muriatico può reagire in modo violento, causando incendi o esplosioni.
  8. Pericolo per le falde acquifere: La contaminazione delle falde acquifere può avvenire attraverso perdite o smaltimento improprio, con conseguenze gravi per l’approvvigionamento di acqua potabile.
  9. Danni alla flora: Può causare la morte di piante e microorganismi vitali per la salute e l’equilibrio degli ecosistemi terrestri.
  10. Rischi per gli insetti e pollinatori: Gli insetti, compresi i pollinatori come le api, possono essere danneggiati dall’esposizione a sostanze chimiche tossiche come l’acido muriatico.

 

IMPORTANTE: Per tutte queste ragioni, è essenziale utilizzare adeguata protezione individuale, come guanti, occhiali di protezione e maschere respiratorie, quando si maneggia l’acido muriatico e seguire scrupolosamente le istruzioni per l’uso sicuro del prodotto.
È importante smaltire l’acido muriatico con estrema cautela e secondo le normative ambientali vigenti per minimizzare l’impatto ambientale.
E se ti stai chiedendo: ho capito Fabrizio, ma allora con che cosa lo pulisco il water?

 

Soluzioni VERDEVERO per sostituire l’acido muriatico

Beh, è facile, con WiCtor, il disincrostante a base di acido lattico e acido citrico. Funzionano uguale senza inquinare l’ambiente e senza mettere a rischio la salute.

Ti sei mai chiesto perché i tuoi asciugamani diventano rigidi e meno assorbenti nel tempo? O semplicemente “come lavare gli asciugamani in lavatrice e asciugarli per averli sempre morbidi?

In realtà, gli asciugamani che diventano duri e meno assorbenti con il tempo e con i lavaggi è un problema comune.

Perché gli asciugamani diventano duri

  1. Residui di detersivo: L’uso eccessivo di detersivo può lasciare residui sugli asciugamani. Questi residui possono accumularsi nel tempo, rendendo gli asciugamani meno morbidi e assorbenti. In generale evita di abusare nell’uso del detersivo e in particolare di detersivo petrolchimico: i suoi residui sulle fibre sono irritanti, dannosi e spesso causa di pruriti e arrossamenti della pelle.
  2. Ammorbidente tradizionale: Paradossalmente, mentre l’ammorbidente è progettato per rendere i tessuti più morbidi, può effettivamente ridurre l’assorbenza degli asciugamani. L’ammorbidente può lasciare uno strato ceroso sugli asciugamani, che li rende meno assorbenti. Questo strato di ingredienti, oltre a rendere il tessuto poco assorbente, resta a contatto con la tua pelle durante l’asciugatura e può essere causa di arrossamenti alla pelle.
  3. Acqua dura: L’acqua che contiene un alto livello di minerali, in particolare calcio e magnesio, è nota come “acqua dura”. Questi minerali possono accumularsi sugli asciugamani, rendendoli duri.
  4. Asciugatura in asciugatrice ad alta temperatura: Asciugare gli asciugamani a temperature troppo elevate può danneggiare le fibre e renderle più rigide.
  5. Usura naturale: Con il tempo e l’uso continuo, le fibre degli asciugamani possono rompersi e deteriorarsi, rendendo gli asciugamani meno morbidi e assorbenti. A questa condizione non c’è rimedio.
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  6. Tipo di tessuto: Gli asciugamani realizzati con fibre sintetiche o miste potrebbero non avere la stessa capacità di assorbenza o morbidezza degli asciugamani 100% cotone.

Come lavare gli asciugamani in lavatrice e mantenerli morbidi

  • Riduci la quantità di detersivo utilizzato e assicurati di risciacquare bene gli asciugamani.
  • Evita l’uso di ammorbidenti petrolchimici e cerca alternative naturali, come gli ammorbidenti ecologici a base di tensioattivi da olio di cocco e acido citrico come Sofì di Verdevero.
  • Se vivi in un’area con acqua dura, potresti considerare l’uso di un addolcitore d’acqua per la tua lavatrice. Ha un costo contenuto, intorno ai 100-120 euro, è facile da installare e renderà la tua acqua meno dura.
  • Asciuga gli asciugamani a una temperatura più bassa in asciugatrice o, se possibile, all’aria aperta. Evita di esporli al sole e ritirali appena asciutti, senza lasciarli stesi a “biscottare” al sole.
  • Assicurati di non sovraccaricare la lavatrice, in modo che gli asciugamani possano muoversi liberamente e risciacquarsi completamente.

Seguendo questi suggerimenti, dovresti essere in grado di prolungare la morbidezza e l’assorbenza dei tuoi asciugamani.

Curiosità: A cosa servono quelle righe sui bordi asciugamani?

Le righe sui bordi o in prossimità dei bordi degli asciugamani, spesso chiamate “orli” o “bordi decorativi”, hanno diverse funzioni.

In generale, mentre gli orli e i bordi decorativi possono avere un aspetto estetico, spesso hanno anche una funzione pratica che aiuta a mantenere la qualità e la durata dell’asciugamano nel tempo.

Ecco le funzioni principali:

  1. Struttura e Durata: L’orlo aiuta a prevenire lo sfilacciamento delle estremità dell’asciugamano. Rinforzando il bordo, l’asciugamano ha una maggiore durata e resistenza all’usura.
  2. Estetica: Le righe o i bordi decorativi possono aggiungere un tocco estetico all’asciugamano, rendendolo più attraente o coordinato con altri elementi del bagno.
  3. Riduzione del restringimento: Gli asciugamani, specialmente quelli in cotone, possono restringersi quando vengono lavati e asciugati. L’orlo può aiutare a ridurre il restringimento in modo non uniforme, mantenendo l’asciugamano dritto e in forma.
  4. Identificazione: In alcune famiglie o istituzioni, gli asciugamani possono avere bordi di colori diversi per identificare a chi appartengono o per quale uso sono destinati (ad esempio, viso, mani, corpo).
  5. Migliorare la sensazione al tatto: In alcuni casi, la zona dell’orlo può avere una tessitura diversa che offre una sensazione diversa al tatto, che alcune persone potrebbero trovare piacevole o utile per una leggera esfoliazione.
  6. Prevenzione della deformazione: Gli asciugamani sono spesso sottoposti a tensioni quando vengono appesi o tirati. L’orlo rinforzato può aiutare a mantenere la forma dell’asciugamano e prevenire la deformazione.

Quando mi occupavo di forniture industriali di detersivi mi capitò di conoscere una azienda produttrice di detersivi in capsule che ebbe quella che mi sembrava una geniale idea per ridurre costi, sprechi e difficoltà logistiche delle imprese di pulizie: il detersivo in capsule concentrate.

All’epoca fornivo diverse imprese di pulizie con centinaia di dipendenti e ognuna di queste aveva a libro paga almeno un dipendente che più volte al mese doveva fare il giro dei cantieri di pulizie per rifornire i collaboratori di detersivi, carta, moci puliti e tutte le attrezzature necessarie per lo svolgimento del lavoro.

E lo doveva fare con un furgone e impiegare tempo ed energie per caricare i prodotti in magazzino e poi per scaricare il furgone in ogni singolo cantiere.

Mi ricordo in particolare una impresa di Bolzano che aveva diversi cantieri molto ampi per i quali fornivo mensilmente 3 bancali di detersivo per pavimenti.

Significa circa 1000 taniche da 5 litri di detersivo per pavimenti: puoi immaginare il tempo, l’ingombro e lo sforzo per spostarli?

Bene: avevo l’opportunità di sostituire quei 3 pallet con 4 scatole di detersivo in capsule.

Il funzionamento era semplice:

  1. Il dipendente prendeva la capsula
  2. La inseriva in una tanica vuota
  3. Riempiva di acqua
  4. Et-voilà, detersivo pronto all’uso senza spechi di tempo ed energie

Bastava solo che invece di spostare bancali e bancali di merce i dipendenti passassero in sede a prendere qualche bustina di detersivo in caps.

Vuoi sapere cosa successe quando presentai il detersivo in capsule agli impresari? Continua a leggere e scoprirai cosa con mio grande stupore successe…

La prima reazione degli impresari fu che gli stavo proponendo un buco nell’acqua e che nessun dipendente si sarebbe adeguato a questo sistema nonostante gli apparenti vantaggi che offriva.

E nutrivano anche dubbi sul fatto che una bustina potesse lavare come il detersivo di una tanica pronta all’uso.

Usai tutte le mie capacità di persuasione per convincerli a provare perché ero convinto di avere scovato per loro una soluzione formidabile.

Alla fine riuscii a spuntarla in 3 imprese, non tanto per le mie potenti armi di persuasione ma perché promisi che se il sistema non avesse riscontrato successo mi sarei ripreso indietro tutta la merce e sostituita  con il vecchio detersivo per pavimenti in tanica.

Quindi feci le mie forniture, spiegai ai responsabili come usare il prodotto e restai a loro disposizione per tutte le evenienze.

Ero felice! Nella mia testa avevo appena fatto del bene al pianeta, portato un considerevole risparmio di tempo e di fatica a quei dipendenti e un piccolo risparmio economico a quegli impresari.

Puoi immaginare il mio stupore quando da lì a poche settimane dovetti andare a riprendermi tutti gli scatoloni di detersivo in capsule e riconsegnare le vecchie taniche di detersivo?!

I dipendenti rifiutavano tutto:

  • Il sistema della capsula
  • La praticità del prodotto
  • L’efficacia del prodotto

Ero davvero rattristato!

Ci ho messo del tempo per imparare la lezione ma mi sarebbe servita negli anni per decidere come volevo costruire i miei detersivi ecologici.

I detersivi in capsule non piacciono alle persone!

Le persone sono attratte dall’ecologicità riferita al risparmio di plastica e niente altro. Si accorgono velocemente che non sono performanti. Vuoi una prova? Basta andare a vedere le recensioni di questi prodotti. 😉

NON È VERO CHE FUNZIONANO COME I DETERSIVI TRADIZIONALI

Se ci pensi… come fa a starci tutto il principio attivo che c’è in un flacone di detersivo pronto all’uso formulato per performare quando lo usi e non formulato per fare un po’ di colore e schiuma quando misceli le polverine all’acqua, in una bustina da pochi grammi che poi devi miscelare in litri di acqua?

È una bella trovata di marketing quella di dire che il detersivo è composto dal 96% di acqua.

Ma con il 96% di acqua non laverebbero proprio come i detersivi in caps.

La verità è che alcuni ingredienti utili a lavare sono disponibili in formato liquido e non per detersivi in polvere e che un detersivo in caps semplicemente non contiene alcuni ingredienti anche se performanti perché la loro formulazione è limitata.

E se proprio vuoi risparmiare plastica basta acquistare le ricariche.

Vuoi davvero fare del bene all’ambiente?

La scelta migliore è usare un detersivo ecologico, formulato per avere un ridotto impatto sull’ambiente e poi, quando lo avrai esaurito, riacquistarlo nel formato ricarica.

Trovi tutte le ricariche di Verdevero qui: https://www.verdevero.it/categoria-prodotto/detersivi-alla-spina/

Ho deciso di prendermi qualche minuto per rispondere a una domanda che negli ultimi mesi mi arriva in maniera costante: perché non fate detersivi in fogli, in pastiglie, in capsule…?

La risposta è semplicissima e a dire il vero se l’è data direttamente l’ultima cliente che mi ha posto questa domanda sul gruppo “Come pulire qualsiasi cosa con Verdevero” qualche giorno fa:

Sono prodotti di grande fascino, ma non risolvono nessun problema nello specifico.

Riducono l’uso di plastica? O meglio lo fanno più di quanto non faccia un normale detersivo ecologico per il quale puoi acquistare la ricarica per il refill del prodotto?

Da anni in Verdevero abbiamo introdotto due progetti molto importanti con lo scopo di eliminare la plastica monouso dai detersivi:

  1. Addio plastica monouso.
    Per ogni nostro detersivo esiste la pratica ricarica in tanica da 4 litri oppure in carta riciclabile
    Significa che se acquisti ad esempio un Floreale nel suo barattolo salva freschezza da 200 grammi, potrai successivamente ricaricarlo acquistando la busta ricarica da 800 grammi in carta riciclabile e con chiusura salvafreschezza.
    Significa che se acquisti un flacona da 1000 ml di Beipanni, potrai fare il refill con la pratica tanica ricarica ZEROSPRECHI® e continuare a riusare il flacone originale all’infinito.
    In pratica hai azzerato la plastica monouso, la vera causa dell’inquinamento da plastica.
  2. Servizio di VuotoarenderWeb.
    Significa che puoi sempre renderci le taniche ricarica ZEROSPRECHI® e noi le puliamo e le riempiamo nuovamente dando alla plastica nuova vita.
    È questo il modo migliore per utilizzare la plastica e anche il primo principio per la riduzione di questo rifiuto.
    Forse non lo sai, ma il simbolino del riciclo ♻️ ha un significato preciso, ognuna delle 3 frecce che lo compongono corrisponde a una “R”: Reuse, Reduce, Recycle. E il primo principio è proprio Reuse=riusa. Non lo stiamo forse facendo bene?

Perché posso dirti quello che ti sto dicendo, posso continuare a non fare detersivi in fogli e perché sono così tranquillo nel sostenere la mia visione?

Per rispondere ti racconto 2 storie andate a finire male…
Lo so che nel mondo in cui stiamo vivendo siamo allarmati ogni giorno da mille preoccupazioni e da nuovi problemi quotidiani che sembrano ogni giorno quelli che porteranno l’umanità al collasso.
E quella della plastica è una vera problematica seria, ma risolverla con una trovata di marketing non è la soluzione, la soluzione è il comportamento virtuoso di ogni singola persona.
Non è stato il detersivo alla spina la soluzione, anche se qualche anno fa sembrava che lo sarebbe stato… Non sono state le ricariche di detersivo e non sarà nemmeno il detersivo in fogli o in busta.

Storia triste #1 sui detersivi in fogli
Nel 2011 un mio amico “detersivaro” inventò la soluzione al male della plastica creando il primo distributore automatico per detersivo liquido: tu andavi al supermercato (supermercato, non ho scritto “piccolo negozio bio”, era proprio inserito nella Grande Distribuzione Organizzata) portavi con te il tuo flacone vuoto e con una monetina riempivi il tuo flacone di detersivo senza creare nessun rifiuto di plastica.
Oggi potrei farti vedere una foto degli impianti di detersivi alla spina del mio amico disposti in bella mostra e tutti impolverati nel magazzino della sua azienda. E quando iniziò tentò in tutti i modi di convincermi ad usarli per distribuire anche i detersivi Verdevero. Funzionò per un periodo, poi andò tutto a morire.
Il motivo? Puoi cambiare una piccola parte del comportamento di una persona, ma non puoi stravolgere la sua routine, altrimenti ritorna nella vecchia modalità.
E alla gente non viene in mente di partire per la spesa con la borsa piena di flaconi vuoti da riempire di detersivo. O per essere più precisi: solo pochi temerari riescono a ricordarsi di passare per casa, prendere i flaconi vuoti di detersivo, se ancora sporchi risciacquarli, asciugarli, metterli in borsa, partire per fare la spesa, andare davanti al distributore del detersivo alla spina, ricaricare il suo flacone, richiuderlo, pulirlo perché di sicuro qualche goccia è fuoriuscita, continuare a fare la spesa e poi darsi una pacca sulla spalla perché ha risparmiato dall’inquinamento un flacone di plastica che se lo avesse buttato nella raccolta differenziata avrebbe generato ZERO inquinamento.

Storia triste #2
Nel 2016 abbiamo realizzato Lemontrì, il primo anticalcare 3 in 1 ecologico a base di acido citrico.
Nel 2017 abbiamo realizzato il barattolo ricarica di Lemontrì. Un barattolino di polvere cristallina dal profumo di limone.
Bastava prendere 2 misurini, inserirli nel barattolo vuoto di Lemontrì pronto all’uso e aggiungere acqua. Facile vero?
Peccato che poi puntualmente i clienti ci scrivessero che:
La polvere non si è sciolta completamente e usandolo con lo spruzzatore si è intasato e adesso non nebulizza più;
Il prodotto dopo qualche giorno cambiava di odore a causa del fatto che l’acqua del rubinetto contiene per sua natura sostanze diverse dall’acqua: calcare, ferro, minerali di vario genere;
Il prodotto fatto in casa non era più performante come il prodotto acquistato già pronto all’uso.
Inutile dire che Lemontrì ricarica in polvere non esiste più anche se una piccola percentuale di clienti lo riacquisterebbe. Sì, perché la maggior parte delle persone alla fine riordinava il flacone già pronto all’uso.
Ed è lì che abbiamo deciso di realizzare la tanica ricarica ZEROSPRECHI di Lemontrì. Ora ricarichi il falcone con la tanica ricarica e quando finisce la tanica ce la rendi con il servizio di vuoto a Renderweb. Zero plastica monouso.

Cosa serve davvero fare… Altro che detersivi in fogli…

Ingredienti 100% naturali: è questo il vero sforzo per non inquinare.
Accertarsi che gli ingredienti del detersivo che usi siano davvero ecologici e a basso impatto ambientale.
E se vogliamo fare questo cambiamento tutti insieme, e ripeto TUTTI INSIEME, perché non bastiamo noi 4 ecologisti a fare un vero cambiamento ma serve che tutti cambino comportamento e abitudine, allora bisogna che il cambio di paradigma richieda poco sforzo.
Serve che le persone possano usare un detersivo ecologico “VERO” con la stessa facilità con cui ora usano la candeggina.
Serve che le persone ottengano lo stesso risultato della bomba petrolchimica che stanno usando da anni ma con un detersivo ecologico facile da usare, pratico e che non inquina.
E vari detersivi in fogli, polvere, ricarica, ecc. a mio modo di vedere non hanno queste caratteristiche per ora.
Sono pronto a cambiare idea non appena troverò la formula “che funziona”.
Vedere le recensioni per credere. 😉

detersivi in fogli

Smettila di farti prendere in giro dalla pubblicità e dalla trovata del momento che ti promette di risolvere con un metodo magico il problema della plastica.
Prenditi le tue responsabilità senza cercare scorciatoie inutili che arricchiscono solo poche persone che fanno danni enormi all’ambiente mentre ti fanno credere di fare del bene alla natura.

Mi sto riferendo ai fantastici e fantasmagorici “foglietti di detersivo per bucato” che:

Ti promettono di eliminare la plastica

Ti promettono di non inquinare inutilmente

Ebbene…

Se è vero che il packaging è “green” il contenuto è tutt’altro.

Leggi tra gli ingredienti e troverai scritto: PVA, Alcol polivinilico, polyvinyl Alcohol.

Significa MICROPLASTICA.

Si, microplastica versata direttamente in mare o nell’oceano.

E se stai pensando: “si però tutta l’acqua finisce prima ai depuratori che purifichino, trattano, ecc ecc… allora leggi queste poche righe qui sotto e ti renderai conti che pensare così è una cavolata.

Le attuali regole sul trattamento dei rifiuti da parte dei depuratori non prevedono il trattamento di rifiuti come le microplastiche presenti in detersivi e cosmetici e questi rifiuti insufficientemente o poco degradati nei depuratori vengono rilasciate nei fiumi e raggiungono mari e oceani in grande quantità tramite i corsi d’acqua.

Il Mediterraneo, ad esempio ha un inquinamento documentato con diversi tipi di microplastiche.

Le seguenti percentuali sono calcolate su particelle campionate> 700 μm6 :
• 0,3% di PET
• 1,2% di PVA
• 16% di PP
• 52% di HD-PE

Il rilevamento di particelle di PVA è allarmante, dal momento che il PVA è considerato (bio) degradabile ma non lo è. (Fonte: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5120331/)

Il PVA non è biodegradabile. AMEN.

Hai capito bene!

Usi un detersivo che ha come scopo eliminare la plastica che in realtà è fatto di microplastica e rilascia una quantità di inquinamento mostruoso e dannoso visto che poi te lo ritrovi nel piatto.

Come?

La microplastica rientra nella catena alimentare tramite i pesci, che sono costretti a mangiarsela, e poi tu te la ritrovi nel piatto.

Bello vero? Alla faccia dei fogli ecologici che combattono la plastica perché hanno la confezione in carta riciclabile.

Vuoi fare la scelta giusta?

Usa detersivi ecologici “veri” e riutilizza il contenitore in plastica più volte e più volte.

Una volta esaurito il flacone buttalo nella raccolta della plastica e così eviterai di inquinare inutilmente.

Altro che foglietti di detersivo. E microplastica.

PS: ogni detersivo ecologico Verdevero lo trovi anche nel formato ricarica ZEROSPRECHI da 4 litri. Il contenitore ZEROSPRECHI ce lo puoi rendere tramite il servizio di – VuotoarenderWEB – e noi riutilizzeremo il contenitori per riempirlo nuovamente del tuo detersivo ecologico Verdevero.
In questo modo ZEROSPRECHI e ZERO plastica sprecata.

Trovi le nostre ricariche ZEROSPRECHI qui: https://www.verdevero.it/categoria-prodotto/detersivi-alla-spina/

Nel mondo delle cure naturali trova ampio spazio l’utilizzo degli oli essenziali, magari in sinergia con un olio vegetale, usato come vettore, a seconda del trattamento richiesto.

L’aromaterapia si basa proprio sull’utilizzo degli oli essenziali, che estratti da varie piante, aiutano a promuovere il benessere fisico e mentale e a trattare varie condizioni.

Oggi è possibile trovare online materiale per avvicinarsi all’aromaterapia, iniziando da una buona guida agli oli essenziali. Si tratta di un mondo vasto ed affascinante, sia per la varietà delle piante e dei principi attivi, sia per i molti usi possibili.

Come possono essere utilizzati gli oli essenziali?

Gli oli essenziali possono essere utilizzati in diversi modi, come:

  • Tramite un diffusore, ad ultrasuoni o a calore, che va a rilasciare gli aromi nell’aria. 
  • Per i massaggi: gli oli essenziali possono essere diluiti con un olio vettore e utilizzati per il massaggio, aiutando a rilassare i muscoli e migliorare la circolazione. 
  • Durante il bagno: aggiungere alcune gocce di olio essenziale al proprio bagno può aiutare a rilassare e a lenire la mente e il corpo. 
  • Tramite applicazione diretta: alcuni oli essenziali possono essere applicati sulla pelle, sempre diluiti con un olio vettore, per affrontare problemi come tensioni muscolari o mal di testa. 

È importante seguire le indicazioni sull’uso e i dosaggi consigliati, facendo sempre un piccolo test per prevenire eventuali reazioni allergiche.

Alcuni esempi di oli essenziali tra i più diffusi

L’olio essenziale di lavanda viene estratto dai fiori di questa pianta ed è noto per le sue proprietà calmanti e rilassanti. Viene spesso utilizzato in aromaterapia per ridurre lo stress e migliorare il sonno.

Può anche essere usato in prodotti per la cura della pelle e per lenire punture di insetti o piccole irritazioni cutanee. Prima dell’uso, è importante diluirlo correttamente poiché è molto concentrato.

L’olio essenziale di rosmarino è estratto dalle foglie e dalle sommità fiorite della pianta di rosmarino. Viene spesso utilizzato in aromaterapia e in cosmetica per le sue proprietà terapeutiche.

Si ritiene che l’aroma del rosmarino possa far aumentare la concentrazione, la memoria e l’attenzione, ma anche aiutare a ridurre lo stress e l’ansia.

Un’altra interessante proprietà è quella di migliorare la circolazione sanguigna quando massaggiato sulla pelle e diluito in un olio vettore, nonché di alleviare tensioni e dolori muscolari.

Alcuni studi indicano che il rosmarino potrebbe avere proprietà antimicrobiche contro batteri e funghi.

Studi recenti hanno mostrato come l’olio di rosmarino possa promuovere la crescita dei capelli e migliorare la salute del cuoio capelluto.

L’olio essenziale di limone è estratto dalla buccia del frutto e ha un aroma fresco e agrumato. Viene spesso utilizzato per le sue proprietà energetiche e stimolanti. Può essere aggiunto a diffusori per purificare l’aria o per migliorare l’umore.

Mescolato con oli vettori può dar vita a prodotti per la cura della pelle, in particolare l’olio essenziale di limone senza furocumarine, che non è fotosensibilizzante ed è efficace nella cura della pelle e del cuoio capelluto grassi, così come per le unghie fragili.

I capelli secchi e crespi possono essere una vera sfida, ma non temere, abbiamo i consigli giusti per te!

In questo articolo, ti forniremo rimedi naturali per migliorare la salute dei tuoi capelli e ti sveleremo i segreti su come asciugarli correttamente.

Non importa se i tuoi capelli sono crespi di natura o se hai danneggiato la loro struttura con l’uso eccessivo di prodotti chimici o strumenti di styling, ci sono soluzioni che ti aiuteranno a ottenere una chioma morbida e lucente.

Rimedi naturali per capelli crespi

Quando si tratta di trattare i capelli secchi e crespi, i rimedi naturali possono fare la differenza. Ecco alcuni suggerimenti da provare:

  1. Olio di cocco L’olio di cocco è un vero e proprio toccasana per i capelli secchi. Una volta lavati i capelli con uno shampoo delicato, ma dal potere lavante importante, applica una piccola quantità di olio di cocco sulle lunghezze e le punte dei capelli, massaggiandolo delicatamente. Lascialo agire per 15-30 minuti, quindi passa all’asciugatura naturale in estate, o con il diffusore in inverno L’olio di cocco nutrirà i capelli in profondità, riparando la struttura danneggiata e donando morbidezza.
  2. Maschera all’avocado Gli avocado sono ricchi di grassi sani e vitamine che possono idratare e rivitalizzare i capelli secchi. Frulla la polpa di un avocado maturo, quindi mescolalo con un cucchiaio di miele e un cucchiaino di olio d’oliva. Applica questa maschera sui capelli bagnati dopo il lavaggio, lasciandola agire per circa 20 minuti, quindi risciacqua accuratamente. Questo trattamento nutrirà i capelli e li renderà più gestibili.

Come asciugare i capelli secchi

L’asciugatura è un passaggio critico nella cura dei capelli secchi. Segui questi consigli per asciugare correttamente i tuoi capelli e ridurre al minimo l’effetto crespo:

  1. Asciugamano in microfibra Evita di strofinare i capelli con un asciugamano tradizionale, che può causare danni e aumentare l’effetto crespo. Invece, opta per un asciugamano in microfibra, che assorbe l’umidità in eccesso senza rovinare la struttura dei capelli.
  2. Asciugatura a bassa temperatura Usa l’asciugacapelli a bassa temperatura, se li hai mossi applicando il diffusore, o impostalo sulla modalità di aria fredda. L’aria calda può rendere i capelli ancora più secchi e crespi, quindi è meglio evitarla. Assicurati di mantenere il flusso d’aria in movimento costante e mantieni l’asciugacapelli a una distanza di almeno 15-20 cm dai capelli per evitare di surriscaldarli.
  3. Usa un diffusore Se hai i capelli ricci o mossi, utilizza un diffusore sull’asciugacapelli per ridurre il rischio di rottura e proteggere la forma naturale dei ricci. Il diffusore aiuta a distribuire l’aria in modo più delicato e uniforme, mantenendo i capelli sotto controllo e minimizzando l’effetto crespo.
  4. Prodotti termo-protettori Prima di asciugare i capelli con l’asciugacapelli o usarli con strumenti di styling, applica sempre un prodotto termo-protettore. Questo tipo di prodotto forma uno strato protettivo intorno ai capelli, riducendo i danni causati dall’alta temperatura e mantenendoli idratati durante il processo di asciugatura.
  5. Evita di toccare troppo i capelli Durante l’asciugatura, cerca di evitare di toccare eccessivamente i capelli con le mani o con gli strumenti di styling. Il contatto frequente può causare la rottura dei capelli e contribuire all’effetto crespo. Lascia che i capelli asciughino naturalmente il più possibile.

Trattare i capelli secchi e crespi richiede un po’ di impegno, ma i risultati ne varranno la pena. Con i rimedi naturali, i giusti prodotti per la tua hair routine, e i corretti metodi di asciugatura, puoi riportare i tuoi capelli ad uno stato di salute migliore e ottenere una chioma morbida e lucente.

Ricorda di essere costante nella cura dei capelli e di prestare attenzione ai prodotti che utilizzi. Con un po’ di pazienza e dedizione, presto avrai dei capelli splendidi e ben curati!

Vedrai la differenza in breve tempo e amerai i tuoi capelli come mai prima d’ora!

Scopriamo insieme come utilizzare l’ olio di macadamia in cosmesi per una bellezza naturale di pelle e capelli. E in cucina? Ecco come utilizzarlo per cucinare.

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Prendersi cura dei capelli ricci spesso non è facile, ma a volte bastano dei semplici rimedi naturali per eliminare il crespo

Ecco alcuni rimedi naturali ideali per prendersi cura dei vostri capelli ricci, grazie all’aiuto di ingredienti speciali come olio di mandorle, avocado, uova, aceto di mele e tanti altri…

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Shampoo senza sale: perché usarlo al posto di quello tradizionale

Lo shampoo è una parte importante della nostra routine quotidiana di cura dei capelli. Sebbene ci siano molti tipi diversi di shampoo disponibili sul mercato, lo shampoo senza sale sta diventando sempre più popolare sul mercato.

In questo articolo, esploreremo i motivi per cui dovresti considerare l’uso di questo tipo di shampoo invece di uno tradizionale.

Quando usare questo tipo di shampoo

È ideale per coloro che hanno i capelli sensibili e delicati. I sali presenti nello shampoo tradizionale possono infatti causare irritazione e secchezza, soprattutto se usati troppo frequentemente. Inoltre, lo shampoo senza sale è particolarmente indicato per le persone che hanno i capelli lisci o trattati chimicamente, in quanto elimina i residui di sale dai capelli che contribuiscono a rendere i capelli opachi e privi di lucentezza.

Ingredienti dello shampoo senza sale

Questi shampoo contengono ingredienti più morbidi e delicati rispetto ai loro omologhi tradizionali. Inoltre, molti shampoo senza sale sono anche privi di solfati aggressivi e altre sostanze chimiche che potrebbero danneggiare i capelli. I produttori di shampoo senza sale tendono ad utilizzare ingredienti naturali come l’aloe vera, l’olio di cocco e l’olio di Argan che sono noti per avere proprietà nutrienti e idratanti per i capelli.

Che rischi si corrono se non lo usi

Se non lo utilizzi, potresti correre il rischio di danneggiare i capelli e il cuoio capelluto. Gli shampoo tradizionali sono solitamente molto aggressivi e potrebbero causare secchezza, sfaldamento e prurito. Inoltre, se hai i capelli colorati, gli shampoo tradizionali possono causare la disattenzione del colore e far sbiadire i colori più velocemente. Utilizzando uno shampoo senza sale, ridurrai il rischio di questi problemi e potrai mantenere i tuoi capelli sani e lucenti per molto più tempo.

In sintesi, questo tipo di shampoo è una scelta ideale per chi ha i capelli sensibili, lisci o trattati chimicamente.

Contiene ingredienti più delicati e morbidi rispetto ai suoi omologhi tradizionali, aiutando a mantenere i capelli sani e lucenti.

Non usarlo potrebbe causare danni al cuoio capelluto e ai capelli stessi, quindi se sei alla ricerca di uno shampoo più delicato, uno shampoo con queste caratteristiche potrebbe essere la giusta scelta per te.

Questo tipo di shampoo è la risposta per avere capelli morbidi e sani. Utilizzando un prodotto delicato come uno shampoo senza sale, puoi infatti garantire ai tuoi capelli la cura di cui hanno bisogno, senza compromettere la loro salute.

 

Smacchiatore per tessuti: il rimedio perfetto per i vestiti macchiati

Hai mai trovato delle fastidiose macchie sui tuoi vestiti preferiti? Non c’è nulla di più frustrante che rovinare il proprio abbigliamento, soprattutto quando le macchie sono difficili da rimuovere. Fortunatamente, esiste un rimedio utile e conveniente: lo smacchiatore per tessuti.

Cos’è uno smacchiatore per tessuti?

Uno smacchiatore per tessuti è un prodotto specificamente progettato per rimuovere le macchie dai tessuti, senza danneggiarli. Esistono diverse varietà di smacchiatori per tessuti sul mercato, ma tutti funzionano in modo simile. Sono solitamente disponibili sotto forma di spray o di pennarello e contengono enzimi o altri agenti di pulizia in grado di sciogliere le macchie.
La differenza sostanziale che puoi trovare sta nel tipo di ingredienti che compongono lo smacchiatore per tessuti. Il nostro consiglio è quello di ricercare uno smacchiatore a base di ingredienti naturali invece che ingredienti petrolchimici che rischiano di danneggiare il tessuto e possono creare irritazione alle mani mentre lo maneggi e lo stendi o nebulizzi sulle macchie.

Come utilizzare uno smacchiatore per tessuti

1. Prima di utilizzare uno smacchiatore, assicurati di leggere le istruzioni del produttore.
2. Applica lo smacchiatore direttamente sulla macchia, assicurandoti di coprire completamente l’area macchiata.
3. Lascia agire lo smacchiatore per qualche minuto. Il tempo di attesa dipende dallo smacchiatore specifico che stai utilizzando.
4. Utilizza un panno morbido o una spazzola per strofinare delicatamente l’area macchiata.
5. Risciacqua l’area con acqua fredda per rimuovere il prodotto ed eventuali residui di macchia.
6. Controlla se la macchia è stata completamente rimossa. Se necessario, ripeti l’operazione.

Alcune cose da tenere a mente

– Evita di utilizzare uno smacchiatore per tessuti su tessuti delicati come la seta o il cachemire, a meno che non sia stato specificamente progettato per questi tessuti.
– Non utilizzare acqua calda per risciacquare le macchie, in quanto ciò potrebbe “cucire” la macchia nel tessuto.
– Se non sei sicuro di quale smacchiatore utilizzare su un determinato tessuto, prova a testarlo su un’area nascosta del tessuto per verificare eventuali reazioni indesiderate.
In sintesi, uno smacchiatore per tessuti è un prodotto utile e conveniente per rimuovere fastidiose macchie su abbigliamento e tessuti. Ricorda di leggere attentamente le istruzioni del produttore e di applicare l’agente di pulizia con cura per ottenere i migliori risultati.

Conclusione

In conclusione, lo smacchiatore per tessuti è il rimedio perfetto per le fastidiose macchie sui tessuti. Basta seguire le istruzioni del produttore per ottenere i migliori risultati e assicurarsi di non danneggiare i tessuti. Speriamo che questi consigli ti siano stati utili nella tua ricerca di un modo efficace per pulire i tessuti.
Per avere sempre a disposizione un prodotto adatto a tutte le fibre, aggressivo sulle macchie e delicato con la pelle di chi lo utilizza e con l’ambiente ti consigliamo di usare SMACCHIETTO, il nuovissimo smacchiatore naturale di Verdevero.
La pulizia dei tessuti può essere un’attività complessa ed è facile rovinare i vestiti se non si utilizza lo smacchiatore a secco giusto. Uno degli strumenti utili e convenienti per rimuovere le macchie dai tessuti senza danneggiarli è lo smacchiatore a secco per tessuti. In questo articolo, ti spiegheremo come utilizzarlo ma vedremo anche i casi in cui potrebbe non essere la soluzione ideale.

Cosa Sono gli Smacchiatori a Secco

Uno smacchiatore a secco per tessuti è un prodotto progettato per rimuovere le macchie dai tessuti senza l’utilizzo di acqua o altri liquidi. Si presenta sotto forma di spray o di polvere e contiene agenti di pulizia in polvere o granuli che si attaccano alle macchie e le rimuovono.

Come Funzionano gli Smacchiatori a Secco

Questi smacchiatori contengono sostanze lavorate a secco che assorbono le macchie sui tessuti. Questi composti rimuovono le macchie strofinando il tessuto con un panno imbevuto di sostanza. Dopo che lo smacchiatore a secco per tessuti ha agito per alcuni minuti, le macchie vengono cancellate e il tessuto resta pulito.

Quando Utilizzare questo lo Smacchiatore a secco

Ecco alcuni casi in cui è consigliabile utilizzare questo smacchiatore per tessuti:
– Macchie di grasso su sedili in pelle o tessuti delicati
– Macchie di petrolio o di vernice
– Macchie di vino rosso su tessuti delicati come la seta
– Macchie di rossetto e smalto per unghie

Quando Non Utilizzare questi smacchiatori a secco

Anche se sono più delicati rispetto ad altri strumenti di pulizia, non sono adatti a tutte le situazioni.
Ad esempio, non dovresti utilizzare questo smacchiatore in questi casi:
– Su tessuti delicati come la seta e il cachemire
– Per le macchie che si sono diffuse su una grande area
– Sui tessuti bagnati o che non si sono asciugati del tutto
– Per le macchie di urina, feci o sangue

Come Utilizzarli sui Tessuti

Segui questi semplici passi per utilizzare uno smacchiatore a secco per tessuti:
1. Verifica se il tessuto è resistente allo smacchiatore a secco. Verifica il foglietto illustrativo del capo d’abbigliamento o prova lo smacchiatore su un’area poco visibile del tessuto.
2. Applica la quantità adeguata di smacchiatore sulla macchia.
3. Massaggia lo smacchiatore delicatamente nella macchia con un panno bianco e non abrasivo.
4. Lascia asciugare lo smacchiatore sulla macchia per circa 30 minuti. Non strofinare il tessuto per rimuovere lo smacchiatore.
5. Utilizza un aspirapolvere per rimuovere lo smacchiatore secco dal tessuto.
6. Ripeti il processo se la macchia persiste.

Conclusione: quando usare e quando non usare uno smacchiatore a secco

Lo smacchiatore a secco per tessuti è uno strumento utile e conveniente per rimuovere le macchie difficili dai tessuti delicati senza doverli bagnare. Tuttavia, non è sempre la soluzione giusta per ogni tipo di macchia o tessuto. Ricorda di verificare le indicazioni del tessuto prima di utilizzare uno smacchiatore a secco e non utilizzarlo sui tessuti delicati o per le macchie diffuse. Il nostro consiglio è quello di affidare l’uso di questi smacchiatori ai professionisti delle puliture e quindi portare i tuoi capi da loro qualora per te sia necessario smacchiarli con strumenti di questo genere.

Per avere sempre a disposizione un prodotto adatto a tutte le fibre, aggressivo sulle macchie e delicato con la pelle di chi lo utilizza e con l’ambiente ti consigliamo di usare SMACCHIETTO, il nuovissimo smacchiatore naturale di Verdevero.

L’arsenale chimico a disposizione di casalinghe e casalinghi continua la sua espansione e sembra lontano il momento in cui i rimedi naturali la faranno da padrone nelle nostre abitudini.

Le bombe chimiche a disposizione sono sempre più pericolose: detergenti aggressivi come la candeggina, ammoniaca, acidi, profumi, disinfettanti, elimina odori e battericidi. Queste sostanze chimiche producono inquinamento dell’aria di casa a tal punto da farla diventare peggiore dell’aria di Milano.

Ecco quali sono i rimedi naturali per pulire casa a disposizione

Ci sono due alternative a questa tempesta chimica: usare detersivi ecologici o i vecchi rimedi della nonna. Qui sotto ve ne suggeriamo alcuni al volo, ma basterà una ricerca su google e troverete decine di consigli.

Partiamo dalle basi della chimica naturale. Avrete bisogno di bicarbonato, sale, aceto, limoni e oli essenziali. Nulla di più.

Iniziamo dal bagno: potete utilizzare una soluzione di acqua e bicarbonato per pulire praticamente tutto, sanitari, piastrelle, rubinetti e accessori. Il succo di limone e l’aceto sono fenomenali per rimuovere il calcare. Aceto e limone sono entrambi acidi, così come sono acidi i vari prodotti che abitualmente usiamo in casa per rimuovere il calcare. C’è una unica differenza: aceto e limone non inquinano e non distruggono la tua pelle e i tuoi polmoni.

In cucina per sgrassare a fondo forno e fornelli non c’è nulla di meglio del limone, sgrassante naturale per eccellenza. Per rimuovere incrostazioni difficili basterà miscelare sale, bicarbonato e limone; otterrete così un pasta abrasiva da utilizzare con un panno umido e rimuovere lo sporco grossolano.

Per quanto riguarda  i vetri nulla è più efficace di acqua, aceto e fogli di giornale. Ecologici, pratici e non lasciano aloni.

A chi di voi non può fare a meno del disinfettante esiste il rimedio naturale. Miscelate acqua, un pò di sapone e una trentina di gocce di Tea Tree in uno spruzzino. Spruzzate sulla superficie da sanificare e passate con un panno umido. Chi di voi sapeva che il Tea Tree è un disinfettante naturale?

Resta da chiarire quale sia il migliore metodo per purificare l’aria. Le nostre nonne avevano un metodo infallibile: aprivano le finestre. E’ un dato di fatto che l’aria all’interno delle case sia meno salubre di quella all’esterno. Lasciare aperte le finestre per qualche decina di minuti non potrà che fare bene.

Per migliorare il profumo degli ambienti domestici rimangono sempre validi i metodi tradizionali: fornellino e olio essenziale. Potete scegliere tra una varietà infinita a seconda del vostro umore, dei vostri gusti e del vostro stato d’animo. 😉

I ricercatori impegnati nel campo della tecnologia e dell’energia incentrano sempre più i loro sforzi nel tentativo di individuare metodi che consentano di ridurre l’impatto delle attività umane sull’ambiente.

È questo il caso dei componenti di AraBat, startup italiana che ha ideato un nuovo metodo totalmente green per riciclare batterie e pile utilizzate sempre più spesso per alimentare un crescente numero di dispositivi di uso quotidiano.

La novità sta nel fatto che il processo di separazione dei metalli avviene senza l’utilizzo di acidi aggressivi, ma attraverso l’impiego di quelli ricavati dagli scarti degli agrumi.

L’importanza del riciclo delle pile per la transizione ecologica

Prima di addentrarci alla scoperta di questa nuova modalità di recupero dei materiali e di scoprire in che modo potrà rivoluzionare il settore di riferimento, cerchiamo di capire perché il riciclo di questi dispositivi è così importante.

Le pile e le batterie sono fondamentali per il funzionamento di un elevato numero di dispositivi elettrici ed elettronici, da quelli utilizzati per svaghi e hobby fino a quelli medici. Basti pensare al grande uso che viene fatto delle pile bottone, utilizzate per alimentare smartwatch, apparecchi acustici, misuratori di glucosio e tantissimi altri apparecchi, alcuni davvero indispensabili. Se ne hai bisogno, puoi acquistarle online qui.

Questo tipo di batteria, una volta esaurita la carica, non può essere ricaricata; in commercio esistono anche pile ricaricabili, così come batterie al litio che possono essere riutilizzate per anni. Ciononostante prima o poi anche queste batterie devono essere sostituite.

Essendo realizzate con metalli pesanti, al contempo altamente inquinanti e preziosi per l’economia del nostro Paese, uno smaltimento errato causerebbe danni all’ambiente, ma anche alla società nel suo complesso.

Riciclare in modo corretto non solo le grandi batterie utilizzate per alimentare i veicoli elettrici, ma anche le minuscole pile rotonde consente invece di azzerare o quantomeno ridurre il loro impatto inquinante e di reimmettere nell’economia i materiali recuperati, con notevoli benefici per un mercato, come quello italiano, che ancora oggi dipende enormemente da quelli stranieri per il rifornimento di materie prime utilizzate nella produzione di questi dispositivi.

Riciclare batterie attraverso l’uso delle bucce d’arancia

Il riciclo delle batterie conferite negli appositi contenitori o consegnati a rivenditori e isole ecologiche viene oggi effettuato sfruttando principalmente due metodi: la pirometallurgia, la quale richiede l’impiego di temperature elevate per la divisione dei metalli, e l’idrometallurgia, basata invece sull’impiego di notevoli quantità di acqua e di acidi altamente inquinanti.

Utili per il recupero dei metalli e di altri materiali, queste due tecniche presentano, come visto, qualche inconveniente per quanto concerne l’impatto sull’ambiente, andando così a ridurre i benefici ottenuti dall’operazione di riciclo.

La nuova tecnica proposta dal team di AraBat, composto da ingegneri, economisti e ricercatori, si presenta come un’alternativa green al metodo idrometallurgico, in quanto sostituisce agli acidi tradizionalmente impiegati quelli derivanti dagli scarti degli agrumi, come l’acido citrico.

Questo innovativo processo consente di recuperare nichel, litio e manganese da immettere di nuovo nel mercato per favorire lo sviluppo di un’economia circolare.

La lavatrice è un apparecchio domestico fondamentale per l’igiene dell’abbigliamento e della biancheria. Una corretta pulizia dei tessuti dipende anche dall’utilizzo dei prodotti giusti, come il detersivo per lavatrice. Tuttavia, molte persone non sanno esattamente dove mettere il detersivo nella lavatrice. In questo articolo, approfondiremo dove si deve mettere il detersivo liquido nella lavatrice per ottenere i migliori risultati.

Dì la verità… Ti sei mai posta questa domanda: dove mettere i detersivi in lavatrice?

Specialmente se sei alle prime armi la vaschetta della lavatrice può fare paura. Non tanto per l’oggetto in sè ma perché sbagliare a mettere il detersivo, l’ammorbidente o il candeggiante può rovinare irreparabilmente i tuoi vestiti.

E se tingere un capo perché finisce nel lavaggio un indumenti super colorato che rilascia colore su tutti gli altri capi è un evenienza che può capitare…

Stingere un capo perché sbagli a mettere detersivo, smacchiante, sbiancante negli scomparti d ella vaschetta allora è proprio fastidioso.

Abbiamo già creato la guida definitiva sui simboli lavaggio degli indumenti, adesso è il momento di fare chiarezza su come si versano correttamente i detersivi nella vaschetta.

Dove mettere i detersivi in lavatrice: facciamo chiarezza

Ogni vaschetta è divisa in 3 scomparti diversi ognuno caratterizzato da un simbolino. I simbolini sono i seguenti:

  • Simbolo I, oppure il numero 1
  • Simbolo II, oppure il numero 2
  • Simbolo di un fiore

E ad ognuno di questi simboli deve corrispondere il detersivo giusto.

  • Cosa mettere nello scomparto I: sbiancanti, candeggianti, pretrattanti.
  • Cosa mettere nello scomparto con il fiore: ammorbidente.
  • Cosa mettere nello scomparto II: detersivo liquido o polvere.

Come vedi è molto facile utilizzare correttamente il cassetto della lavatrice e non ci sono differenze nel modo in cui si caricano le lavatrici con carica dall’alto o carica normale.

Ci sono poi tante varianti da considerare e sono generate dalle abitudine di ogni persona nel fare la lavatrice.

La variabile più frequenta riguarda il prelavaggio: molte lavatrici hanno la possibilità di programmare un prelavaggio.

Per la mia esperienza quasi nessuno usa questa possibilità e di fatto questa situazione rende inutile il comparto I della vaschetta della lavatrice.

Dove dovrai mettere allora sbiancanti, candeggianti e pretrattanti? Molto semplice: nella vaschetta II assieme al detersivo.

detersivo per bucato polvere o liquido

Scopri come scegliere il detersivo giusto per la tua lavatrice.

Polvere o liquido? L’eterno dilemma. Ecco la guida GRATIS per capire quale detersivo scegliere per il tuo bucato per avere capi puliti e profumati.

Un’eccezione per cui non ti serve sapere dove mettere i detersivi in lavatrice

Negli anni 2000 si è diffusa la pratica di mettere il detersivo nelle palline dosatrici direttamente nel cestello della lavatrice.

Va de sé che in questo caso non ti serve sapere dove mettere i detersivi in lavatrice: vanno tutti dentro alla pallina che va posta sopra al bucato prima di chiudere lo sportello e azionare la macchina.

Errori Comuni nella Distribuzione del Detersivo Liquido

Ecco alcuni errori comuni nella distribuzione del detersivo liquido che è importante evitare:

  • Utilizzare troppo detersivo liquido, che può causare la formazione di residui sui tessuti e sulla lavatrice.
  • Aggiungere il detersivo liquido direttamente sui tessuti invece di metterlo nella vaschetta del detersivo, causando la formazione di macchie sui tessuti.
  • Aggiungere l’ammorbidente o altri additivi nel posto sbagliato, causando malfunzionamenti della lavatrice.

In caso di dubbi sull’utilizzo della lavatrice o del detersivo liquido, controlla sempre le istruzioni del produttore o chiedi consiglio a un esperto.

Ora che sai dove mettere i detersivi rimane un altro importante passo da fare: comprendere che detersivo utilizzare per smettere di inquinare la tua casa e il bucato della tua famiglia per iniziare a usare prodotti naturali che puliscono davvero senza inquinare.

Ecco i detersivi ecologici che non devono mancare in casa tua:

Si può mettere l’ammorbidente insieme al detersivo?

Molte persone si chiedono se sia possibile versare detersivo e ammorbidente nello stesso scomparto della lavatrice, magari per comodità o per velocizzare il bucato. La risposta è no, e il motivo è legato alla loro composizione chimica.

I detersivi per lavatrice contengono tensioattivi anionici, che sono formulati per rimuovere lo sporco e il grasso dai tessuti. L’ammorbidente, invece, è composto da tensioattivi cationici, che servono a rendere le fibre più morbide e a ridurre l’elettricità statica.

Se i due prodotti vengono mescolati nello stesso scomparto o aggiunti insieme al bucato, i loro principi attivi si annullano a vicenda o, nel migliore dei casi, riducono la loro efficacia. Il risultato? Un bucato meno pulito e tessuti che non ricevono il trattamento ammorbidente necessario.

Per ottenere il massimo beneficio da entrambi i prodotti, segui sempre queste regole:
Il detersivo va inserito nello scomparto II della lavatrice, o direttamente nel cestello per alcuni tipi di formulazioni.
L’ammorbidente va versato nello scomparto con il simbolo del fiore, che viene rilasciato nella fase finale del lavaggio, quando i residui di detersivo sono già stati eliminati.

Se cerchi un’alternativa ecologica, puoi provare l’ammorbidente naturale Sofì di Verdevero, privo di profumi sintetici e formulato per rispettare la pelle e l’ambiente. Con il giusto utilizzo, il tuo bucato sarà sempre morbido e pulito senza sprechi di prodotto!

Conclusione

Sapere dove mettere il detersivo liquido nella lavatrice è fondamentale per ottenere i migliori risultati nella pulizia dei tessuti. Assicurati di leggere attentamente le etichette e le istruzioni del produttore per la tua lavatrice e il detersivo liquido per distribuire correttamente il prodotto nella vaschetta del detersivo. In questo modo, sarai in grado di godere di tessuti puliti e freschi ogni volta che fai il bucato.

NOTA PER I CLIENTI DI VERDEVERO – I detersivi ecologici che puliscono davvero: se usi i Floreali, i profumatori ipoallergenici di Verdevero ricorda che vanno inseriti nella vaschetta del detersivo e quindi nella vaschetta con il simbolo II.

Un’industria sostenibile per definizione integra nel proprio modello di business tre aspetti della sostenibilità, ovvero ambientale, sociale ed economico-finanziaria.

La sostenibilità è oggi una priorità e l’industria sostenibile rappresenta un’incredibile opportunità per guidare un cambiamento positivo. Rappresentare un modello sostenibile conviene, non solo nei confronti dell’ambiente e della società nel suo complesso, ma anche alle singole aziende. Le aziende che fanno della sostenibilità parte integrante del proprio modello di business si pongono in una posizione di forza, per essere all’avanguardia nell’innovazione e per apportare miglioramenti significativi alle pratiche di lavoro; questo può essere vantaggioso quando si tratta di accedere a nuovi mercati con livelli di sensibilità all’ambiente elevati. 

Negli ultimi anni, lo sviluppo sostenibile si è stabilito come aspetto prioritario nel panorama industriale italiano. In particolare, aziende che si contestualizzano nell’ambito dell’imballaggio come Ellepack, specializzata nella termoformatura applicata alla movimentazione dei materiali, si sono impegnate fortemente per operazioni sostenibili, con investimenti significativi in riciclo efficiente delle materie plastiche, imballaggi sostenibili e gestione dei rifiuti. Questo impegno è un esempio per le altre aziende italiane, le quali iniziano a riconoscere che l’utilizzo di pratiche sostenibili è essenziale per la crescita a lungo termine e per posizionare le loro organizzazioni all’avanguardia nello sviluppo responsabile globale. 

Industria 5.0, tra innovazione e sostenibilità

In questo discorso si inserisce il concetto di industria 5.0, che definisce una trasformazione innovativa basata sulle premesse della sostenibilità: a beneficiarne, sono sia le persone che l’ambiente, pur mantenendo vivo il focus sul raggiungimento degli obiettivi aziendali. Andando oltre gli obiettivi tradizionali di generazione di posti di lavoro e crescita economica, lo scopo dell’Industria 5.0 racchiude tre dimensioni della sostenibilità per fornire una prosperità a lungo termine. Il suo approccio è incentrato sul benessere dei lavoratori, sul bilanciamento della produzione con il rispetto dei limiti del nostro pianeta e sulla realizzazione di obiettivi sociali che vanno oltre il benessere aziendale. La Direzione Generale per la Ricerca e l’Innovazione ha stabilito uno standard rigoroso per affrontare questi problemi nelle moderne operazioni industriali, che ha il potenziale di trasformare le industrie globali in attori più equi e sostenibili del futuro.

L’economia circolare della plastica

I modelli di economia circolare della plastica vanno ad aggiungere un tassello significativo al concetto di industria sostenibile. Sono fondamentali per ridurre la necessità di plastica monouso e creano risultati vantaggiosi dal punto di vista economico e ambientale. Gli imballaggi in plastica, che verrebbero altrimenti smaltiti, possono invece essere raccolti, puliti, fusi e rimodellati in nuovi prodotti creando un ciclo continuo di risorse che consente di riutilizzare lo stesso materiale plastico. Questo non solo limita l’uso di nuovi materiali, ma comporta anche diversi vantaggi fiscali, come la riduzione dei costi di produzione e delle tasse di smaltimento. Questi modelli di economia circolare legata al riciclo della plastica generano un enorme valore sociale, incentivando strategie di smaltimento e gestione dei rifiuti corrette, riducendo l’inquinamento atmosferico dovuto all’incenerimento della plastica. Tenendo conto di questi diversi aspetti, è importante che gli investimenti secondo diverse modalità nelle economie circolari della plastica vengano fortemente incoraggiati e ampiamente accolti.

Affinché l’industria sostenibile si ponga come una realtà affermata, è essenziale un’azione collettiva. I consumatori devono essere pienamente consapevoli delle dinamiche globali in gioco e di come il proprio comportamento e le proprie scelte possono influenzare i risultati economici negli anni a venire. 

Sono sempre di più le aziende che scelgono di produrre detersivi ecologici: alcune di esse si approcciano per business, la green economy è sempre più appetibile, non c’è dubbio. 

Degli ultimi nati, alcuni sono davvero ecologici, altri un po’ meno. 

In questo articolo ti avevamo insegnato a riconoscere quelli veri, da quelli fuffa. 

Il detersivo per lavatrice Beipanni di Verdevero, oltre ad avere 10 anni di storia, si è sempre distinto dagli altri, e questo a nostro avviso lo rende uno dei più ecologici in commercio, per essere multi funzione, ossia con un solo prodotto dai molteplici utilizzi.

Se vogliamo discutere su che cos’è davvero un detersivo ecologico, soffermiamoci certo sulla sua formula, che deve essere certificata per garanzia verso il consumatore; ma la formula è sufficiente? 

Gli altri elementi che rendono il detersivo Beipanni davvero ecologico

Gli altri elementi che rendono Beipanni un detersivo davvero green sono il suo imballaggio e la molteplicità degli usi che puoi fare con questo prodotto. 

Sia il contenitore da 1 litro, che la tanica da 4 litri ZeroSprechi, sono in PET, l’unica plastica riciclabile al 100 percento, che non perde le sue proprietà fondamentali durante il processo di recupero e la si può trasformare ripetutamente per la realizzazione di nuovi contenitori. 

Verdevero ha scelto consapevolmente questo tipo di plastica, come anche proporre un unico detersivo per lavare: in commercio si trovano, della stessa marca, diverse alternative di detersivo per bucato, anche tra i marchi ecologici davvero. 

Non è difficile trovare un detersivo per i delicati, uno in polvere, uno liquido e magari anche per i colorati o per la pulizia quotidiana degli indumenti!

Ma a cosa serve riempirsi la bocca della parola “ecologico” se poi di eco c’è solo la formula?

Il detersivo Beipanni, invece, è uno e unico, e i suoi utilizzi sono molteplici.

Gli utilizzi

Infatti, Beipanni va bene per qualsiasi tipo di macchia, di tessuto, di lavaggio: puoi utilizzarlo sui bianchi e sui colorati, sul cotone, sui sintetici, ma anche sulla lana e sui tessuti naturali. 

È liquido, quindi non intasa la lavatrice, né gli scarichi.

Il detersivo lavatrice Beipanni si utilizza per lavare in lavatrice a basse ed alte temperature; ma anche per pre-ammollo in acqua tiepida, o direttamente cosparso in piccole quantità sulle macchie da trattare. 

Con 1 litro di detersivo lavatrice Beipanni puoi effettuare ben 33 lavaggi, rendendolo economicamente ed ecologicamente molto vantaggioso. 

La sua formula unica e versatile permette di risparmiare acqua, prodotti, imballaggi, soldi: a Beipanni è possibile aggiungere Biobianco per potenziare il lavaggio a basse temperature; carbonato di sodio per unti e grassi ostinati; semplice percarbonato per lavaggi ad alte temperature, sopra i 50 gradi. 

Insomma, un prodotto ecologico davvero, versatile e che guarda anche al benessere del portafoglio! 

I prodotti consigliati da Fabrizio di Verdevero per pulire i termosifoni in modo ecologico e sano

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