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Nel marasma dei detersivi ecologici e biologici, veri o che si professano tali, come fare per riconoscere quelli garantiti? Come fare per capire se ci troviamo davanti a un vero detersivo ecologico e non a una bufala frutto di green washing?
Vogliamo anche mettere l’accento su un argomento molto spesso dimenticato dai più, ossia l’importanza che hanno anche le certificazioni ambientali per le imprese. In questo articolo redatto da GuidaPulizie.it vengono descritte in maniera esaustiva.

Certamente le certificazioni sono il primo passo per comprendere se ci troviamo davanti a un prodotto di un certo tipo.

È, più in generale, necessario sapere che in un detersivo ecologico e biologico:
1. Gli ingredienti devono essere di origine vegetale. Tutti.

2. Gli ingredienti devono essere indicati in etichetta attraverso l’INCI name e non attraverso la semplice COMPOSIZIONE CHIMICA che ci indica solamente le percentuali e la tipologia di tensioattivo contenuto (ossia la parte lavante nonché la più inquinante del detersivo anche ecologico), e alcuni ingredienti pericolosi, ma mai espressi nella totalità. Nei detersivi ecologici e biologici certificati l’INCI name, che invece ci indica ogni singolo ingrediente della formulazione, è obbligatorio; mentre in quelli tradizionali lo è solamente la composizione chimica;

3. Il detersivo deve avere una certificazione. Non una autocertificazione.

4. Non devono essere testati su animali.

Ma vediamo nel dettaglio quali sono le certificazioni che ci garantiscono di trovarci di fronte a un detersivo ecologico, biologico come si deve!

Certificazione Biocertitalia per la categoria ‘Eco Bio Detergenza’

Biocertitalia è uno dei più importanti enti certificatori del biologico italiano ed europeo.
La certificazione “Eco Detergenza” è una certificazione volontaria di prodotto rilasciata da Biocertitalia sulla base di una verifica di conformità dei prodotti e del processo produttivo ai requisiti indicati nel loro Disciplinare.

I requisiti principali che lo standard vuole garantire sono:

  • L’assenza sia nel prodotto che nel materiale da imballaggio di materie “a rischio” dal punto di vista ecologico.
  • L’assenza di materie prime non vegetali considerate “a rischio”, ovvero allergizzanti, irritanti o ritenute dannose per la salute dell’uomo e dell’ambiente.
  • Imballaggi da materie prime rinnovabili, materiali riciclabili o collegati ad un sistema di restituzione dei vuoti.
  • Un prodotto, in ogni caso, dotato di una più che accettabile performance ed efficacia equiparabile con i prodotti convenzionali di alta gamma.

Ecolabel

Ecolabel è il marchio dell’Unione Europea che premia la qualità ecologica dei prodotti (e dei servizi) migliori dal punto di vista ambientale, che mantengono elevati standard di prestazioni ed efficacia. Il marchio attesta che il prodotto prescelto ha un ridotto impatto ambientale lungo tutto il proprio ciclo di vita.

Aiab

Aiab, l’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica (www.aiab.it), garantisce anche detersivi ecologici attraverso una certificazione specifica. Il marchio Aiab Detergenza Pulita si basa su disciplinari che valutano l’efficacia e la sicurezza dei prodotti, i quali devono risultare sia a ridotto impatto ambientale che rispettosi per la salute, offrendo un pulito ecologico e sicuro. Inoltre, la certificazione garantisce che le materie prime utilizzate per la formulazione dei prodotti siano state approvate singolarmente e provengano, in base a quanto è possibile reperire sul mercato, da agricoltura biologica.

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È stato calcolato che la cosiddetta Information and Communication Technology globale (internet, video, voce e altri servizi cloud) ogni anno produce più di 830 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Si tratta di circa il 2% delle emissioni globali di CO2. Le proiezioni dicono, inoltre, che la quota è destinata a raddoppiare entro il 2020.
Anche un semplice click, come ogni attività umana, genera emissioni e conseguente impatto ambientale. La principale voce di consumo (e di inquinamento) del web è l’energia elettrica: essendo ancora in buona parte ottenuta mediante combustione di fonti energetiche fossili, il consumo di energia comporta la produzione di grandi quantità di emissioni nocive.

Ma qual è, nello specifico, l’impatto ambientale di un sito o del singolo utente? Per rispondere a questo interrogativo arriva in aiuto www.co2web.it: un portale, realizzato da Rete Clima, finalizzato a promuovere sia informazione e sensibilizzazione verso gli impatti ambientali generati dal nostro utilizzo quotidiano della rete sia azioni di riduzione e di compensazione forestale nazionale delle emissioni del web.
Tramite alcuni strumenti di simulazione interattiva, su www.co2web.it i navigatori sono in grado di quantificare le emissioni legate al proprio uso del web.
Si scoprirà ad esempio che un sito con 100.000 pagine viste al mese emette 288 kg di CO2 in un anno mentre un’internauta che utilizza il web per 100 ore al mese avrà invece emesso a fine anno 86,4 kg di CO2, pari alla CO2 emessa durante un viaggio su un’automobile di media cilindrata tra Milano e Bologna (a/r).
Un utente che invia mensilmente 500 e-mail (da 1MB) a fine anno avrà collezionato una emissione di 114 kg di CO2. Un navigatore che invece vede 100 video su Youtube in un mese a fine anno avrà emesso 43,2 kg di CO2.

Compensare si può
Il computo totale arriva così a 243,6 kg di emissioni climalteranti ogni anno.
Con CO2web è tuttavia possibile compensare l’impatto ambientale delle nostre navigazioni. CO2web offre ad aziende e blogger la possibilità di compensare le emissioni legate alle pageview del proprio sito web, facendosi carico della CO2 collegata alla navigazione di coloro che fruiscono del sito/blog in una logica di responsabilità ambientale.
La compensazione viene realizzata da Rete Clima tramite la posa di alberi in Italia, all’interno di boschi urbani realizzati per la tutela della naturalità locale ed il contrasto al cambiamento climatico globale. Inoltre, le azioni di forestazione compensativa sono rivolte anche alla promozione della sostenibilità del territorio con il coinvolgimento delle scuole locali in progetti di educazione ambientale.

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Tutti gli usi del Carbonato di sodio spiegati in una sola pagina…

Quando parliamo del Carbonato di sodio, facciamo riferimento a uno degli elementi naturali maggiormente utilizzati per la pulizia della casa, che possiamo impiegare in molte delle faccende domestiche legate all’igiene, come ad esempio pre-trattare i capi prima del lavaggio in lavatrice o la pulizia delle superfici della cucina.

Con il tempo queste caratteristiche sono divenute celebri e molto conosciute, a tal punto che il CARBONATO di sodio può essere conosciuto anche con il nome di soda da bucato.

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Si tratta di un elemento di origini molto antiche, utilizzato già all’epoca degli antichi egizi nei processi di imbalsamazione, le cui proprietà sgrassanti e pulenti furono teorizzate dal chimico belga Ernest Solvay che ne perfezionò la formula.

Altra caratteristica del CARBONATO di sodio, che non deve essere confuso con altri elementi dal nome simile, come il Bicarbonato di sodio o il Percarbonato di sodio, è quello di essere ormai facilmente reperibile e con un basso costo d’acquisto, cosa che lo rende ancora più irrinunciabile nelle pulizie domestiche di tutti i giorni.

Cos’è il carbonato di sodio?

Partiamo dalla questione più tecnica, andando a definire scientificamente cos’è il CARBONATO di sodio.

Questo elemento si presenta come una polvere bianca più o meno fine che risulta molto facile da mescolare nell’acqua.

A livello chimico, il CARBONATO di sodio è un sale (Na2CO3), un prodotto di sintesi con delle potenti proprietà alcaline, cioè corrosive.

Questa caratteristica gli permette di essere un ottimo prodotto per pulire e sgrassare le superfici da cucina, del bagno e del giardino, infatti il carbonato di sodio viene inserito anche nelle composizioni dei detersivi sia chimici che naturali.

Attenzione però, la sua corrosività lo rende fortemente inadatto all’uso alimentare: questa è probabilmente la caratteristica che lo differenzia in maniera netta dal BICARBONATO di sodio che, al contrario, è molto utilizzato proprio per lavare gli alimenti come frutta e verdura e viene anche assunto per via orale, nel caso si presenti del gonfiore addominale, per aiutare il processo di digestione.

Questa sostanza naturale è consigliata per pulire le pentole e i panni nel caso in cui si decida di fare un’escursione in mezzo alla natura: è infatti un prodotto che non produce schiuma durante il suo utilizzo, pertanto si configura come scarsamente inquinante e 100% ecologico.

Per quanto riguarda la pulizia, il CARBONATO di sodio è ottimo per sgrassare oggetti di ogni tipo come fornelli, pentole, sanitari, oggetti di arredo per la casa e utensili vari sia da interno che da esterno.

Per quanto riguarda l’utilizzo dell’igiene del bucato, il CARBONATO di sodio è utilissimo per togliere le macchie dai tessuti in prelavaggio e per attaccare nella fase di lavaggio quelle più ostinate.

Quanto costa il carbonato di sodio

Il carbonato di sodio è un prodotto al 100% naturale, a basso costo e facilmente reperibile in qualsiasi supermercato o e-commerce specializzato in prodotti per l’igiene della casa.

Il suo prezzo si aggira fra i €3 e i €5 per 1kg di prodotto.

Carbonato di sodio: usi per pulire

Si è detto che il CARBONATO di sodio è un elemento molto utile nel momento stesso in cui ci si trova a pulire o sgrassare gli oggetti estremamente sporchi e incrostati come pentole, griglie, bottiglie contenenti fondi di olio e/o vino o qualsiasi altro materiale che necessita una profonda pulizia.

Oltre a ciò, il CARBONATO di sodio viene particolarmente utilizzato per pulire le cappe piene di fuliggine, i pavimenti, pulire alcuni mobili di casa (dipende però dal materiale di cui sono composti) come i fornelli, il lavabo e molti altri oggetti di uso quotidiano.

Il metodo migliore per pulire e sgrassare qualsiasi tipo di superficie utilizzando il CARBONATO di sodio è attraverso una spugnetta imbevuta di acqua calda precedentemente miscelata con l’elemento in questione.

Ciò che differenzia le modalità con cui pulire tali oggetti è la quantità di CARBONATO di sodio mescolato con l’acqua e l’utensile con cui pulire le superfici.

Spieghiamoci meglio…

Se l’intenzione è quella di pulire un lavandino del bagno, si userà una spugnetta imbevuta di acqua calda con un certo quantitativo di carbonato di sodio (nello specifico un cucchiaio per ogni litro d’acqua); nel caso in cui si deciderà di pulire una superficie più ampia come un pavimento, si userà uno spazzolone con il panno imbevuto di acqua calda e carbonato di sodio (una tazza ogni 4 litri d’acqua).

Un altro articolo sempre trattabile con spugnetta, acqua calda e CARBONATO di sodio sono le tapparelle (le veneziane) presenti nelle nostre case.

Per quanto riguarda il pre-trattamento del proprio bucato per togliere le macchie ostinate, si devono mettere dentro una bacinella almeno due litri di acqua calda, due cucchiai di CARBONATO di sodio e due cucchiai di sale grosso, immergere i capi in questione e lasciare agire per una notte intera. Il giorno dopo il trattamento, procedere con il normale lavaggio.

Finora, quindi, si è detto che il CARBONATO di sodio è utile per:

  • igienizzare;
  • sgrassare;
  • detergere.

Ma il CARBONATO di sodio è un elemento in grado di pulire anche gli oggetti con lo sporco più ostinato come gli attrezzi da giardino e il mobilio da esterno.

Il procedimento è sempre il medesimo; utilizzate una spugnetta imbevuta in acqua calda e una massiccia dose di CARBONATO di sodio e sfregare energicamente sulla superficie che volete trattare.

Ricapitolando quindi il carbonato di sodio è un sale utile per:

  • pre-trattare il bucato a mano o in lavatrice;
  • pulire i sanitari;
  • pulire i pavimenti;
  • pulire specchi, vetri e superfici riflettenti;
  • pulire pettini, spazzole, forcine, mollette, etc;
  • pulire la cucina;
  • pulire il garage e gli attrezzi da giardino;
  • pulire le tapparelle di ogni tipo;
  • eliminare i cattivi odori presenti nella casa ad esempio quelli del cestino della spazzatura.

Come NON usare il carbonato e controindicazioni

Essendo un sale alcalino, quindi corrosivo, si deve prestare molta attenzione a come e dove il prodotto viene utilizzato.

Innanzitutto, quando si usano dei prodotti contenti del CARBONATO di sodio, si consiglia sempre di utilizzare dei guanti per non rovinarsi la pelle.

Per quanto riguarda le superfici e i capi più delicate come il legno, la fibra di vetro o la seta, se vengono a contatto con prodotti corrosivi come il CARBONATO di sodio, rischiano di rovinarsi in maniera permanente.

È fortemente raccomandato, quindi, non trattare con il CARBONATO di sodio superfici come:

  • tessuti delicati;
  • cotto;
  • legno;
  • piastrelle in fibra di vetro;
  • tubi di ogni genere;
  • legno.

Questo vuol dire che il CARBONATO di sodio, pur essendo un ottimo detergente e sgrassante, ha comunque delle limitazioni da tenere in considerazione prima di utilizzarlo.

Le proprietà corrosive di questo elemento lo portano anche ad essere estremamente inadatto all’uso alimentare.

Nel caso in cui, per sbaglio, si ingerisca del CARBONATO di sodio, oppure venga a contatto con gli occhi, si consiglia fortemente di andare a chiedere consiglio al proprio medico di base.

Curiosità: nel caso in cui si voglia neutralizzare l’azione del CARBONATO di sodio, allora si deve aggiungere nella miscela dell’aceto oppure dell’acido citrico.

Inoltre il CARBONATO di sodio è uno degli ingredienti per riportare allo splendore il tuo pavimento in gres!

 

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Che stress la pulizia dei mobili da giardino.

Le mie avventure nella pulizia dei mobili da giardino sono iniziate nel lontano 1987.

Avevo 8 anni e mia mamma mi diede in mano uno straccio, del bicarbonato e un secchio di acqua tiepida.

Da allora ogni anno ho perfezionato lo stile e la tecnica fino ad arrivare a formulare la teoria sulle pulizie naturali dei mobili da giardino. 🙂

Lo sai anche tu che quello strato grigio di muffa, smog e polvere che si deposita durante l’inverno è imbattibile.

E anche tu avrai provato a pulire con le bombe chimiche del supermercato.

E a volte anche con ottimi risultati a livello di pulito…

Ma ti ritrovavi poi con la pelle delle mani arrossata, screpolata e a volte che bruciava.

Ebbene, se anche tu ogni anno sei alle prese con le pulizie dei mobili da giardino ecco i miei consigli per pulirli in modo naturale e sano e avere risultati garantiti.

E in più non nascondiamocelo: se usi prodotti naturali anche tu puoi fare pulire le sedie a tuo figlio. 😉

Ecco allora i miei 4 rimedi naturali:

#1 Sgrassatore ecologico per la pulizia dei mobili in giardini e altri complementi

Un prodotto che si presta benissimo per la pulizia ecologica di tutte le superfici, anche le più grasse e ostinate, è GRINTA, lo sgrassatore ecologico VerdeVero.it. Testato per voi, è perfetto sul grasso e l’unto, sulla fuliggine e sul nero smog che si potrebbe essere depositato sui vostri mobili da giardino. Si presta per detergere non solo la plastica, ma anche legno, marmo, pietre naturali in genere, acciaio…

#2 Acqua e aceto per i mobili da giardino

Uno spruzzino tutto fare che non può mancare in casa mai! Semplicissimo da preparare, miscelare molto bene 400 ml di aceto in 1 litro di acqua e trasferite il tutto in uno spruzzino. Con questa miscela potrete detergere la plastica, ma non le pietre naturali.

#3 Spruzzino acqua, aceto e acido citrico per una pulizia profonda dei mobili da giardino

Un altro must have da tenere in casa è il mitico spruzzino acqua, aceto e acido citrico: miscelare 200 ml di aceto in 1 litro di acqua in cui avete sciolto 150 gr di acido citrico. Meglio se l’acqua è demineralizzata. Anche questa soluzione ecologica va molto bene per pulire la plastica dei mobili da giardino, ma non si presta per le pietre naturali.

#4 Simil cif acqua e bicarbonato

Particolarmente indicato per pulire le zone dove vi sono accumuli di sostanze incrostate, il simil cif è facilissimo da preparare. Seguite la ricetta di Elisa Nicoli su Il Laboratorio dell’Autoproduzione

Il bicarbonato per la ricetta lo trovi qui.

 

 

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Scarica il mio ebook sui trucchetti ecologici.

Il detersivo questo sconosciuto! Il mondo del detersivo ecologico assomiglia a una giungla dove ognuno dice e fa quello che meglio crede. Slogan inventati per indurre l’acquisto, claim inesistenti che promettono azioni altrettanto inesistenti, insomma in materia di detersivo regna l’ignoranza più totale.

Va un po’ meglio nel settore del detersivo ecologico, dove però gli eco-furbacchioni hanno iniziato a fiutare il business e molti vi si sono gettati a capofitto.

Detersivo fai da te: Come utilizzare il bicarbonato di sodio

Che fare allora? Sicuramente l’informazione è fondamentale, sul web esistono molti mezzi, tra i quali saper distinguere, come il biodizionario, questo blog, Sai Cosa Ti Spalmi, il forum di Lola. Vi sono anche gruppi interessanti su facebook che parlano di detersivo, sapone, detersivo ecologico e… anche autoprodotto.

Proprio in merito al detersivo autoprodotto ci siamo accorti che occorre fare un po’ di chiarezza in merito, le informazione errate si rincorrono spesso e volentieri: il fatto è che per fare il detersivo in casa abbiamo a che fare con ingredienti anche instabili se miscelati con sostanze non idonee. Occorre quindi essere molto ben informati in merito e conoscere gli ingredienti che si vanno ad utilizzare quando si formula un detersivo.

 

Scarica il mio ebook con questo e altri 35 cleaning hacks..

Analizziamo oggi un ingrediente base del detersivo fatto in casa: il bicarbonato di sodio.

Bicarbonato di sodio: è un sale di sodio dell’acido carbonico, un elemento di origine minerale. È una sostanza debolmente alcalina. Sciolto in acqua, produce una soluzione lievemente basica: 50 gr in un litro di acqua a 25 °C ha pH inferiore a 8,6.
Non è un ammorbidente, non è sgrassante, non è anticalcare, anche se facendo una pappetta con acqua e bicarbonato si ottiene una crema leggermente abrasiva che si può utilizzare anche sul calcare. Per riscaldamento oltre i 50 °C tende a decomporsi in carbonato di sodio e anidride carbonica.

Utilizzi nel detersivo fai da te 

mpedisce la formazione di funghi soprattutto grazie alla sua salinità; assorbe gli odori legandosi alle sostanze volatili di essi responsabili; ha un debolissimo potere igienizzante; grazie alla sua debole alcalinità, in grado di stabilizzare il PH delle soluzioni intorno all’8,1, insieme a percarbonato e carbonato di sodio, inibisce la proliferazione di germi e batteri; essendo alcalino, accanto a sostanze acide o se sottoposto a temperature superiori ai 60 gradi, si decompone sviluppando Co2 (e quindi permette una migliore lievitazione, ad esempio, del pane).
Nel detersivo fatto in casa il bicarbonato di sodio non si miscela con aceto, acido citrico.

Trova questo e altri 35 trucchetti nel mio ebook sui trucchetti più efficaci per pulire casa bio ;)..

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