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Prima di parlarti di sgrassatore Chanteclaire e sgrassatore naturale ho bisogno di fare una premessa. Seguimi.

Scottex, Jeep, Redbull, Cleenex…

No, non mi sento male e non sto buttando lì nomi a caso.

Sono tutti marchi che sono diventati il nome con cui riconosciamo una determinata categoria di prodotto.

Scottex = carta asciugatutto da cucina

Jeep = macchina fuori strada

Redbull = una bevanda energetica

Cleenex = fazzoletto in carta per soffiare il naso

Diciamo “passami un cleenex” per indicare che vogliamo un fazzoletto da naso, ma senza per forza usare la marca Cleenex.

Mi sono comprato una jeep” significa che ho comprato una macchina fuoristrada ma non per forza una macchina del marchio Jeep, potrei avere una “jeep” della Toyota…

Infatti, prima ancora di rappresentare la categoria di cui fanno parte, tutti questi sono marchi commerciali.

Ho capito Fabrizio ma cosa c’entra tutto questo discorso con lo grassatore naturale e lo grassatore chimico?

C’entra eccome. Vedi, ho volontariamente tralasciato un detersivo che rientra in questa categoria:

Lo Chante Clair.

Se dico Chante Clair pensi subito a un prodotto specifico: lo sgrassatore. Mi sbaglio per caso?!

È famoso, funziona, sgrassa a fondo ed esiste da tanto, tantissimo tempo. Ma… Inquina.

Vuoi vedere la lista degli ingredienti?

  • AQUA
  • Ethanolamine
  • Tetrapotassium Pyrophosphate
  • Alcohols, C9-C11, Ethoxylated
  • Quaternary C12-14 alkyl methyl amine ethoxylate methyl chloride Didecyldimonium Chloride
  • Styrene Acrylates Copolymer
  • Parfum
  • Tetrasodium EDTA

Visti così non significano niente.

Ma c’è uno strumento che ti permette di scoprire se gli ingredienti del prodotto sono ingredienti sani oppure no.

L’inventore di questo strumento è il chimico Fabrizio Zago, che diversi anni fa si prese la briga di classificare gli ingredienti utilizzati per la cosmesi e la detergenza. Ha catalogato oltre 20000 ingredienti petrolchimici e naturali.

Si inventò un sistema molto semplice e intuitivo per catalogare tali materie prime: il biodizionario.

Partendo da un calcolo matematico che determina l’impatto ambientale di ogni ingrediente, viene assegnato un colore al risultato partendo dal colore rosso per gli ingredienti ad alto impatto per arrivare al verde di quelli a basso impatto ambientale. In mezzo l’arancione a determinare che l’ingrediente va bene ma si può fare meglio.

Ecco la struttura della valutazione:

E qui sotto le valutazioni degli ingredienti dello sgrassatore petrolchimico famoso:

Ma non disperare! Se lo sgrassatore è uno dei prodotti a cui non puoi fare a meno allora qui troverai la soluzione.

Esistono infatti in commercio detersivi ecologici che hanno la stessa efficacia pulente dei propri antagonisti petrolchimici ma che non hanno un impatto ambientale così catastrofico.

Qui possiamo parlare di un prodotto in particolare perché lo conosciamo molto bene: GRINTA, lo sgrassatore naturale di Verdevero.

Pulisce, sgrassa e scrosta come uno sgrassatore petrolchimico ma è formulato solo con ingredienti di origine naturale.

Ecco la lista completa degli ingredienti:

  • Aqua
  • Alcohol
  • Potassium olivate
  • Sodium lauryl sulfate
  • Sulfuric acid
  • Sodium salts
  • Phenoxyethanol
  • Potassium hydroxide
  • Tetrasodium Glutamate Diacetate

Ed ecco i semaforini del Biodizionario per lo grassatore naturale:

È incredibile, con un prodotto formulato a base di ingredienti vegetali si può lavare come si fa con un prodotto petrolchimico.

L’utilizzo di Grinta infatti è esattamente identico all’uso di uno sgrassatore petrolchimico tradizionale. Ci fai le stesse identiche cose.

E guarda cosa dice chi lo ha già provato:

 

Lo grassatore ecologico Verdevero lo trovi disponibile sul sito ed è disponibile in 2 formati diversi: il flacone pronto all’uso da 750 ml con il pratico spruzzatore e in formato ricarica in tanica:

Ognuno ha una parte del proprio tempo che è impegnata in situazioni in cui esistono vincoli. Poche persone sul luogo di lavoro possono dire tutto quello che pensano, vestirsi come vogliono e scegliere quali attività fare e quando farle. La libertà che possiamo avere in molte situazioni è quindi limitata da regole sociali, accordi, leggi sociali, morali o legali. E il nostro tempo libero può esserne penalizzato.

Queste regole, obblighi, accordi, portano alcune persone a vivere uno stato di conflitto tra quello che sono, la loro vera natura autentica, e quello che devono fare o non possono fare.

Per altri la situazione è più complessa: ci sono persone che non possono essere loro stesse, fare e dire quello che vogliono sia sul lavoro, che in famiglia o con il partner.

Succede così che per alcune persone la giornata è uno spostarsi tra scenari differenti: lavoro, famiglia, partner, in cui vigono regole e aspettative differenti, ma in cui non si può mai essere veramente autentici, non si può mai dire veramente quello che si pensa e fare proprio quello che si vuole fare, nel modo preciso in cui lo si desidera.

Il tempo in cui siamo immersi in questi scenari “regolati“, varia da persona a persona; quello che ci accomuna è che tutti dobbiamo in qualche modo sopportare le pressioni sociali, morali e legali, e quindi scendere a compromessi tra quello che si può fare e la nostra vera natura animica. Questi compromessi portano a squilibri nel nostro sistema energetico, intaccano il nostro benessere, e nei casi più gravi aprono delle vere e proprie ferite, intaccando la felicità, la soddisfazione di vita e la voglia di vivere delle persone.

QUANTO TEMPO LIBERO ABBIAMO 

Ogni giorno devi dormire. Si può dormire poco, ma non si può evitare di dormire. Durante il tuo sonno non hai libertà d’azione, la tua coscienza è spostata nel regno onirico e non hai facoltà di scelta. Ogni giorno ti occupi di qualcosa con altre persone, può essere un lavoro, un passatempo di gruppo, qualsiasi attività organizzata. In questo tempo devi agire secondo delle regole e coordinarti con gli altri per uno scopo comune. Anche in questo caso la tua libertà è delimitata. Ci sono poi i casi in cui si frequentano persone e partner che non sono totalmente affini, anche in quei contesti dovrai fare compromessi.
Sembra uno scenario tremendo, dove in ogni luogo non si può mai essere liberi, eppure non è così, perché ogni giorno può avere uno spazio in cui liberare la propria natura. Come si fa? Bisogna deciderlo.

LO SPAZIO SACRO

Quando hai visto tutti i compromessi che devi fare e che vuoi fare, nelle differenti situazioni, puoi scegliere di dedicare del tempo per prenderti cura di te. Se lo scegli, se decidi, e davvero lo vuoi, lo puoi fare. Non c’è da esagerare, questo serve solo per darsi una scusa per non farlo e dire “Non posso prendermi 2 ore ogni giorno per prendermi cura di me, ho una famiglia, ho impegni, ho degli obblighi“. Infatti non devi prendere 2 ore, bastano 15 minuti, gli stessi che prendi quando resti nel bagno per più tempo del necessario, solo per gustarti il silenzio e la pace e l’assenza degli altri. Solo che se organizzi questo tempo, lo curi, lo pianifichi, allora ne potrai trarre il meglio.
Non è tempo rubato, non devi chiedere il permesso a nessuno per poterti prendere cura di te, è un diritto di ogni essere umano.

PERCHÉ RIEQUILIBRARE

Ogni conflitto che viviamo, porta via energie fisiche, mentali, emozionali e spirituali. Ci sono situazioni che creano dei blocchi energetici o delle carenze a livello dei Chakra principali, dei corpi sottili, delle connessioni tra questi (nadi) o delle ferite o traumi, che intaccano la solidità e stabilità della persona.
Se passassimo la giornata sotto la pioggia, tornati a casa ci asciugheremmo. Dopo una passeggiata in bicicletta in mezzo ai campi, toglieremmo fango, erba e insetti dal nostro corpo prima di andare a letto. Se finissimo in una rissa, tornati a casa avremmo la cura di medicarci le ferite, prima di dormire.
Sarebbe molto bello se curassimo la salute e pulizia della mente, delle emozioni, sentimenti e anima quanto facciamo della nostra carne.

COME RIEQUILIBRARE IL TEMPO LIBERO

Il primo passo è scegliere di dedicare del tempo a se stessi. Quando la tua volontà è chiara, il tuo intento è forte e puoi agire sulla tua realtà.
Il secondo passo è prendere un impegno, decidere quanto tempo dedicherai a te e in che orario. Hai solo 5 minuti, pianificali e goditeli.
Il terzo passo è dedicare uno spazio nella settimana. Questo non è di soli 5 minuti, in questo spazio dovrai fare grandi cose e quindi più è grande meglio è. Prendi l’impegno con la tua anima, e onoralo. Agli inizi se hai paura di non poter fare grandi passi, prendi piccoli impegni, solo 1 ora magari, però onora le promesse che fai alla tua anima, sempre.

Ogni giorno devi avere il tuo tempo sacro, non importa se è poco, ma è tuo e puoi essere completamente autentica o autentico dentro il tuo spazio sacro.
Ogni settimana devi ritagliarti uno spazio più grande, per quanto puoi, ma che sia almeno di 25 minuti. Se non è possibile avere 25 minuti ogni settimana è segno che devi operare cambiamenti importanti nel tuo stile di vita.

In questi spazi puoi fare molte cose per nutrire e curare la tua interezza personale, ovvero il sistema di corpo, mente, cuore, emozioni e spirito. Le puoi fare in solitudine oppure insieme a chi ti permette di essere senza vincoli, completamente libero nella tua autenticità.

IDEE PER RIEQUILIBRARSI

Non c’è una ricetta unica che possa andare bene per ogni persona, quelle che seguono sono quindi solo delle idee che possono essere perfette per qualcuno e non applicabili per altri. Non è quindi così importante il gesto che propongo, ma il motivo che sta alla base, comprendendo il motivo si potrà trovare il proprio gesto o attività adeguato. Se vuoi aiutare chi leggerà questo articolo, puoi lasciare nei commenti quello che è il tuo gesto che ti rigenera, che rinnova le tue energie, che ti ricarica e ti mette in pace con l’universo.

1) GIOCA

Il gioco è per ognuno di noi differente. Passano gli anni e il gioco cambia, si trasforma, ma quando smettiamo di giocare, smettiamo di alimentare il nostro IO bambino. Bisogna trovare sempre un modo per giocare, per recuperare quella leggerezza e allegria sottile che era così facile quando eravamo piccini. Suonare è un modo di giocare, per esempio, in francese e inglese il termine giocare e suonare sono identici. Può essere un gioco di società, un gioco in cui sfidi altre persone online, può essere quello che vuoi. Dalle bocce sulla spiaggia, al tennis, agli scacchi. Non importa quale mezzo scegli, quello che importa è la leggerezza dell’animo che si crea quando giochi, quando permetti alla tua natura infantile di prendere le redini e uscire a farsi una galoppata.

2) IMPARA

Nella natura non c’è stasi. Quello che esiste può solo crescere o morire. Ogni cosa che vedi nell’universo ha solo queste due fasi, per un certo tempo cresce e poi inizia il suo declino. Imparare è crescere, è svilupparsi, è divenire. Trova qualcosa che ti piace, che ti incuriosisce e impara, studia, scopri, esplora. Non lasciare che la tua mente si chiuda, non permetterti mai di credere di sapere tutto, muoviti nelle molte culture e scopri, impara, tieniti sempre in movimento con la mente e diventa ogni giorno uno 0,00001% migliore rispetto al giorno precedente.

3) DIVERTITI

Da soli o in gruppo, poco cambia, divertirsi, ridere, essere allegri è una terapia per l’anima che non può mancare. Puoi sempre analizzare il tuo passato e scoprire quali sono le situazioni in cui c’è stata allegria e divertimento, troverai che certe attività, persone, contesti, hanno permesso alla tua sfera emozionale di essere non solo a suo agio, ma anche di aver liberato una grande energia di allegria e gioia. Puoi trovare sempre il modo di divertirti, ma è necessario che tu ti permetta di farlo.
La vita a volte è molto complessa, le sfide che ci affliggono sono così tante, piene di stress, dubbi, problemi, malattie. Non ci sembra giusto, a livello inconscio, il poterci divertire. Quale mostro potrebbe mai divertirsi quando c’è così tanta sofferenza nel mondo, nella società, nella famiglia, nel paese dove si vive?
Eppure è il contrario, se permetti al tuo cuore di divertirsi, si rigenera e avrai più energie da poter immettere nella situazione difficile che stai vivendo. Chiudersi sembra così ragionevole, da un lato mi difendo dai colpi esterni, dall’altro se sono triste in questa situazione difficile, è normale e nessuno potrà dirmi nulla.
Però facendo in quel modo le tue energie diminuiscono giorno dopo giorno e ti condanni ad un girone personalizzato, che ogni giorno hai creato con cura e dedizione.

4) PARLA COL CUORE

Il tempo può essere scelto, lo spazio dedicato, ma se la libertà di fare non segue la libertà di essere, si può raccogliere ben poco. Nessuno di noi possiede la verità assoluta, ma ognuno ha la sua personale verità, quella che lo rappresenta. Quello che pensiamo, sentiamo, il modo in cui vediamo il mondo, fanno parte della nostra prospettiva che è unica e per noi autentica. Come possiamo vivere una vita felice, vera, soddisfacente, se non parliamo mai con il cuore? Se non diciamo quello che pensiamo se non onoriamo la nostra unicità e la condividiamo con qualcuno? Per questo è importante che ognuno scelga almeno una persona dalla quale farsi vedere, farsi riconoscere, con cui vivere la propria unicità. Se non viviamo la nostra verità, stiamo solo recitando la parte di qualcun altro ed il nostro ruolo in questo mondo resterà scoperto.

5) MUOVI IL TUO CORPO

Ho visto molte persone che si incamminano nelle vie dello spirito, della meditazione, dell’ascesi, dimenticarsi che camminano su questo pianeta utilizzando un corpo. Accade così che ci si concentra sulla mente, sui sentimenti, sull’anima o sulle emozioni, lasciando il corpo, completamente negletto. La bella notizia è che non serve iscriversi in palestra, faticare o sforzarsi in modo difficile. Basta usare il corpo. Puoi ballare, puoi pattinare, camminare, fare Tai Chi, aerobica, ciclismo, passeggiare con il tuo cane o qualsiasi cosa che ti rimetta in contatto con il tuo corpo e che tu non detesti. Ti piace solo andare a pescare o giocare a bowling o bocce? Va benissimo. Hai un corpo e se smetti di usarlo questo inizia a deperire, usalo con gioia e allegria e sarà buono con te, al momento buono.

6) COLLEZIONA SUCCESSI

Ci sono alcune emozioni che sono medicine. Potessimo sintetizzare delle pastiglie che provocano certe emozioni, manderemmo in rovina alcune case farmaceutiche.
Una di queste emozioni è l’orgoglio si sé, la soddisfazione per qualcosa che abbiamo fatto bene, l’essere fieri di sé stessi.
Purtroppo non c’è una pastiglia per provare questa emozione. Ma c’è un metodo pratico per farlo ed è molto facile.
Pensa ad una sfida, qualcosa che ti piacerebbe raggiungere o recuperare se in passato l’hai già raggiunta. Immagina quando sarebbe difficile farla, valuta da 0 a 10 la difficoltà.
L’immaginazione si prefigura il risultato e immaginiamo sfide con grandi risultati, senza curarci della fatica che serve. Fai una bella lista di tutte le sfide che possono portarti ai risultati che desideri e valuta la loro difficoltà. Poi usa un trucco, scarta tutte le sfide che valuti da 1 a 3, scarta tutte le sfide che valuti da 6 a 10. Inizia a completare 1 sfida che valuti difficoltà 4-5.
Non applicarti in nessuna altra sfida fino a che non hai ottenuto il risultato.
Quando ce l’hai fatta, fallo di nuovo. 4 o 5 non oltre. Non mettere la tua forza in più di una sfida alla volta.
Ce la farai di nuovo. Solo quando avrai un secondo successo passa a sfide di livello 6-7. Questa volta porta a casa 3 successi prima di muoverti a sfide oltre il 7. Ce la farai di nuovo, ma solo se riuscirai a mantenere il tuo focus su una sola, singola sfida.
Dopo 3 successi puoi accettare sfide dal’8 al 9, ma solo se hanno delle tempistiche medio-brevi.
Ogni sfida deve essere raggiungibile in non più di 3 mesi.
Come mai? Perché devi vincere, in cose sempre più difficili, ma senza perdere troppo tempo. Devi nutrire la tua autostima e sensazione di auto efficacia percepita. Cosa mangia l’autostima? Successi.
Quanto ha fame l’autostima? Ha sempre meno fame, quindi più accumuli successi, più potrai accettare sfide a lungo termine, ma nella fase iniziare se usi questo trucco avrai risultati molto superiori.

7) MEDITA

Le emozioni forti possono dare una bella spinta o grandi problemi. Perché dovremmo meditare? Il principio base del corpo umano è l’omeostasi, ovvero la tendenza a mantenere uno stato e ad abituarsi alle variazioni e cambiamenti. Meditando ci permettiamo di sintonizzarci alla radice della natura animica e spirituali, ripristinando il collegamento con quello che siamo e limitando gli effetti dell’abitudine e del mondo esterno sulla nostra mente ed emozioni. L’apporto delle emozioni forti, ha molte similitudini con le droghe, che dopo un certo tempo creano assuefazione e richiedono dosi maggiori. Meditare in modo costante resetta la scena, prevenendo la necessità di continuare ad aumentar le dosi emozionali che ci fanno sentire vivi. La nostra natura spirituale infatti non chiede alti e bassi, solo verità, autenticità e apertura ed ogni volta che rientriamo in contatto con noi stessi, tutto il visibile riprende il suo senso, benché differente.

CONCLUSIONI

Quando parliamo di equilibrio, pensiamo a qualcosa di statico. Una bilancia con due pesi quasi identici che si muove appena. Quando viviamo momenti di malumore, di insoddisfazione, la mente ci porta a immaginare uno stato di calma, pace costante e serenità senza alcuno scossone. Questo punto di arrivo può essere adeguato per chi ha abbracciato una vita monastica, ma non lo è per molte persone che invece di cercare una calma piatta, potrebbero impegnarsi per introdurre nella propria vita, nei momenti di tempo libero, tutti i nutrimenti per corpo, mente, animo, emozioni e spirito. La vita ha già le sue sfide, le sue pressioni, e tutti le sperimentiamo. L’equilibrio consiste proprio nel prendersi la responsabilità di apportare energia positiva in ogni ambito, nell’evitare di lamentarsi per quanto accade e usare invece quell’energia per organizzare il proprio libero arbitrio per creare la migliore vita che possa essere vissuta.

La lavanda è una pianta speciale che ci racconta del calore estivo, di profumi ed essenze. Contiene oli essenziali, motivo per cui è una delle essenze più utilizzate in moltissimi ambiti della cosmesi e detergenza naturale.

La lavanda merita essere conservata, grazie all’autoproduzione di rimedi utili anche per l’inverno: vediamoli insieme.

Autoproduzioni a base di lavanda

Pianta bellissima e molto semplice da coltivare anche in vaso, la lavanda ama poggioli assolati e terreni particolarmente rocciosi, sciolti e fini.

Se trova il suo habitat, la lavanda in un paio di anni vi donerà fiori con i quali preparare moltissimi rimedi, utili anche durante la stagione invernale.

E’ una pianta molto semplice da coltivare e non ha bisogno di particolari accorgimenti.

I fiori possono essere raccolti freschi (giugno è il tempo balsamico della lavanda, in questo periodo i fiori possiedono il massimo delle proprietà) e fatti essiccare a mazzolini e a testa in giù in penombra; oppure fatti seccare direttamente sulla pianta (vi risparmierete un po’ di lavoro, ma le proprietà dei fiori saranno decisamente diminuite).

Una volta essiccati, i fiori vanno sgranati ottenendo così una profumatissima granella da impiegare nei preparati che andiamo a vedere.

Aceto alla lavanda

A 1 litro di aceto bianco si aggiungono 200 gr di fiori di lavanda essiccati e sgranati. Si lascia a macerare in un contenitore di plastica o vetro per almeno 1 mese.
Una volta trascorso il tempo di macerazione, filtrare e riporre in uno spruzzino.

Utilizzi dell’aceto alla lavanda
Si utilizza per pulire i vetri diluito con acqua al 50%, per pulire la ceramica e l’acciaio in genere, ma anche lavello e piano cottura. Non si utilizza sulle pietre naturali.

Controindicazioni dell’aceto
Molti di voi sapranno che l’aceto è un eccellente e super economico anticalcare. Purtroppo è sconsigliato il suo utilizzo continuativo, poiché pare essere responsabile di danni alle guarnizioni delle macchine, lavatrici e lavastoviglie, oltre a rilasciare metalli pesanti se a contatto con materiali che li contengono.

Oleolito di lavanda

Porre il trito di fiori di lavanda in un contenitore di vetro e ricoprire con olio di riso o di mandorla, quindi riporre il contenitore in luogo caldo, ma al riparo dal sole, per 40 giorni.
Trascorso questo tempo filtrare, ponendo sul colino una garza e spremendola bene, affinché esca tutto l’olio imbevuto: filtrare nuovamente con una nuova garza tutto l’olio in modo da eliminare più residui possibile, quindi imbottigliare l’oleolito in una bottiglia scura, etichettare con nome e data di preparazione e riporre in un luogo buio e asciutto.

Metodo a caldo
Porre il trito di fiori di lavanda in un contenitore di vetro e ricoprire con l’olio prescelto, quindi riporre il contenitore aperto su un tegame pieno d’acqua e riscaldarlo a bagnomaria per 5 ore: l’acqua non deve entrare nel contenitore. Al termine, filtrare come descritto sopra, imbottigliare in un contenitore scuro, etichettare e conservare in luogo fresco e asciutto.

Utilizzi
L’oleolito di lavanda è perfetto in caso di scottature e infiammazioni della pelle; rimedio per il prurito da puntura di zanzara, decontrae i muscoli, ottimo per massaggi alle tempie in caso di mal di testa da stress e tensione nervosa; allevia dolori reumatici, utile per massaggi rilassanti prima di andare a dormire poiché stimola il sonno.

Sacchettini per biancheria

Per conservare i capi fuori stagione, chiudili in sacchetti di nylon e dentro inserisci anche sacchettini ripieni di fiori secchi di lavanda.

Essere felici è una cosa seria. La tua vita può essere vissuta in modo pieno e consapevole, ogni giorno può essere una nuova avventura e nascondere infiniti tesori per te e occasioni in cui condividere la tua luce con gli altri. Accade a molte persone di perdere la strada, di chiudersi in sé stessi, perdere la speranza e iniziare a vedere la propria esistenza come una lunga serie di doveri, di obblighi a cui non poter scappare, è così che la luce dell’anima inizia ad affievolirsi piano piano, fino a che la vita perde di sapore e di significato.

Ti è mai capitato di sentirti non abbastanza? Incapace di poter affrontare la realtà e con il bisogno di trovare qualcuno a cui aggrapparti per poter essere felice? Succede a tante persone. Quando si perde la propria luce, il mondo sembra un luogo oscuro e cerchiamo qualche faro per restare in piedi. In questo modo sono nate tante storie d’amore, dove uno dei due rimane affascinato dalla luce dell’altro e gli si affida per rendere la propria vita più radiosa e piena di vitalità e passione. In questo modo sono anche finite molte storie d’amore; il partner che avevamo conosciuto così vitale, pieno di grinta e voglia di fare, si è lentamente spento, rendendo la nostra vita sempre più grigia e insopportabile.

La possibilità di scegliere per essere felici

Fino a che la vita è fatta da azioni obbligatorie, doveri, compiti a cui non ti puoi sottrarre, non hai più alcuna possibilità di scegliere. Quando hai un bisogno che preme, pensieri o pulsioni che non riesci a controllare, non puoi avere la libertà di scegliere. Se ti perdi nel deserto e incroci un gruppo di persone sul fuoristrada, che ti propongono di venderti una bottiglia d’acqua in cambio di tutto il tuo denaro, non hai possibilità di scegliere in libertà. La prima cosa da fare è quindi riscoprire la propria luce, farla brillare, e rendersi conto che tutti noi abbiamo la capacità di splendere, di stare in piedi da soli, di vivere una vita divertente ed emozionante.

Se aspetti che arrivi qualcuno a salvarti, a mettere gioia nel tuo quotidiano, a mettere passione nelle tue azioni, a convincerti a fare del bene per la tua salute, sei nella stessa situazione di chi si è perso nel deserto senz’acqua. Dovrai dare ogni cosa a chi verrà a salvarti. Ma ogni risorsa è dentro di te, non hai bisogno di nessuno per essere felice e vivere la giornata con soddisfazione e passione, per crescere e accudirti.

Il compito di Padre e Madre

Quando eravamo neonati, non avevamo strumenti. Non sapevamo parlare, camminare, non conoscevamo i pericoli e in ogni caso non saremmo stati in grado di difenderci. Abbiamo avuto delle figure genitoriali, che si sono presi cura di noi, ci hanno insegnato a conoscere il mondo e ad interagire con l’ambiente per ottenere quello che ci serviva, evitando i pericoli e imparando come affrontare le situazioni difficili. Ci hanno nutrito, ascoltato, consolato, consigliato, ognuno di loro in modo diverso. Non esiste il genitore perfetto, avranno fatto degli errori, avranno avuto tante mancanze e fatto o detto cose, che avremmo preferito evitassero.

Nell’osservare gli aspetti positivi che padre, madre, nonni e zii, hanno avuto per la nostra crescita, abbiamo creato dentro di noi l’idea di quello che dovrebbe essere un padre perfetto e una madre perfetta, mentre gli errori che hanno commesso ci hanno insegnato come non dovrebbero essere. Adesso che non siamo più bambini, possiamo riprendere questo potere dentro di noi, diventando il padre e la madre perfetti, per noi stessi.

Diventando responsabile per la tua vita, avrai indietro tutto il tuo potere. Quando lasci che altri prendano le tue scelte, decidano della tua vita o che altri si prendano cura dei bisogni che tu non pensi di poter soddisfare, stai mettendo questo potere nelle loro mani. Senza potere sulla vita non c’è più scelta, la vita diventa una prigione dove possiamo soltanto diventare degli automi, facendo tutto quello che serve perché queste persone continuino a prendersi cura di noi. Facendo in questo modo togliamo anche a loro la scelta di poterci donare qualcosa in libertà. Se il mio partner non è capace di gestire il suo umore ed è sempre triste, dovrò fare sempre qualcosa per tirarlo su, non è più una scelta, in quanto se non lo facessi, dovrei vivere la sua stessa miseria.

Ricomincia a splendere

Quando cerchiamo di recuperare la nostra luce, uscire dalla trappole che ci siamo costruiti e riprendere il potere delle nostre scelte e della nostra vita, quello che vediamo è ancora oscurato dalla mentalità del bisogno. Succede così che pensiamo di non poter fare tutto da soli, in fondo chi può essere capace a soddisfare ogni suo bisogno? Chi può essere bravo in tutto e completamente autosufficiente? Tutti abbiamo bisogno di qualcuno nella nostra vita, nessun uomo è un’isola.

Se avessimo recuperato la nostra luce interiore, vedremmo invece che la questione è molto diversa. Essere autonomi dal punto di vista emozionale e mentale, non significa fare tutto quanto da soli, ma essere capaci di stare bene con se stessi e con le proprie risorse, altri potranno farci stare meglio, sotto molti punti di vista, ma senza di loro siamo capaci di funzionare bene, in modo costruttivo.
Ci sono dei punti chiave su cui potersi impegnare per recuperare la propria luce, e per costruire questa autonomia e recuperare il proprio potere personale e ricominciare a splendere, vediamoli insieme.

Stare con sé stessi

Quando ti conosci bene e ti prendi cura della tua vita, inizi anche ad amarti, e passare del tempo con qualcuno che ami e che stimi è davvero gradevole. Molte persone non riescono a meditare per questo motivo, restare da soli, senza stimoli esterni e senza altre persone, è qualcosa che ci mette davanti alla nostra natura più autentica. Amarsi è qualcosa di pratico, ci si prende cura di noi, ci si coccola e si premiano i successi, si guardano alle sconfitte valutando non solo i risultato ma l’impegno e utilizzandole come una lezione per imparare a far meglio.

Stimarsi è qualcosa che riguarda i nostri valori. Se facciamo quello che riteniamo giusto e ci impegniamo per le cose che per noi sono importanti, aumenteremo la stima che abbiamo di noi come persona e impegnandosi in questa strada, cancelleremo ogni traccia di vergogna quando ci guardiamo allo specchio. Passare del tempo in propria compagnia non è rinchiudersi nella solitudine, ma imparare a migliorare il rapporto che abbiamo con noi stessi e ad ascoltare il nostro corpo, il cuore e i pensieri, per comprendere se stiamo facendo qualcosa, nella nostra vita, che crea conflitti interiori e intacca la pace del cuore o della mente.

Quando stare con sé stessi diventa un piacere, frequentare altre persone diventa una scelta. La loro presenza nella nostra vita sarà quindi un bel dono, ma non avremo il terrore che, se dovessero andarsene, la nostra vita verrebbe trasformata in un luogo tetro, privo di gioia e luce. Abbiamo la nostra luce, staremo bene in ogni caso.

Tornare ad essere felici vivendo la propria storia

Immagina che tutti intorno a te stiano recitando una parte, come in un sogno in cui avvenimenti e persone seguono un copione già scritto. Se tutto quanto fosse già deciso, quello che resterebbe da scrivere, sarebbe la tua parte. Come agisci in questa storia? Quali sono le tue scelte, quali azioni compi, quali sono le parole che rivolgi a questi attori? Ma soprattutto, in che modo decidi di comportarti, con quale energia, con quale passione o intenzione? Immagina questa storia, già scritta, tutto già deciso. Immagina alcune persone che conosci, mettile dentro questa storia. È facile vedere che ognuna di loro, farebbe cose differenti, oppure farebbe la stessa cosa, ma in modo differente.

Siamo tutti differenti, profondamente unici, la tua storia la puoi vivere soltanto in due modi: o reciti la parte di qualcun altro, fingendo di essere un personaggio che credi utile interpretare, oppure reciti la tua parte, nel tuo modo. Molte persone possono recitare una parte fittizia, fare scelte che ritengono gradite o utili, dire le parole che gli altri si aspettano o non dire niente e lasciare parlare altri. Ma è la tua storia, se anche tutto fosse già scritto, nessuno può controllare quello che dirai, che farai e soprattutto, il modo in cui agirai. Puoi prendere in mano la tua vita e scegliere di diventare il protagonista della tua storia, non più una comparsa che vive come satellite, nella storia di qualcun altro.

Puoi scegliere di dire quello che pensi, nel modo in cui ritieni giusto, di agire secondo coscienza, di fare la scelta che ritieni corretta, anche quando questo potrebbe esporti al giudizio o creare conflitti. I conflitti si risolvono, si affrontano e sono la base per la creazione di uno spazio vitale autentico. La tua verità non la può raccontare nessun altro, soltanto tu puoi decidere il tuo copione e interpretare il ruolo che riflette la tua unicità.

Regole, barriere, rispetto

Se scegli di dire sempre di sì, non riuscirai lo stesso a rendere tutti contenti, ci sarà sempre qualcuno che ti apprezza e qualcuno che ti giudica. Quello è il loro giudizio però, non ti riguarda e non puoi controllare quello che le persone pensano. Il loro pensiero vive nella loro mente, un giudizio negativo, una critica, è un cibo che prepara la loro mente e non hai l’obbligo di mangiare, lascia che il cibo cattivo resti a chi lo ha cucinato.
Per vivere una vita sana è necessario costruire un sistema di giusto e sbagliato, questo ci riguarda e queste regole valgono per noi, nel nostro spazio vitale ci devono essere delle regole.

Queste regole non le imporremo alla vita degli altri, ognuno avrà le sue, non è utile giudicare il modo di vivere di altre persone. Quando qualcuno interagisce con noi però è bene che impari le nostre regole e le rispetti. Se qualcuno entra in casa tua con gli stivali sporchi di fango, mangia il cibo dal frigo usando le mani, si pulisce sulle tende e inizia a tirare gli oggetti sulle pareti, sta agendo dentro il tuo spazio, in un modo contrario alle tue regole.

Tutti sappiamo che non si può entrare in casa di altre persone e comportarsi in quel modo, meno chiaro ed evidente è cosa urta i valori degli altri. Per questo tu devi avere delle regole chiare, sapere le cose che sono sempre vietate, quelle che sono normalmente sgradite ma possono capitare se motivate e quelle che sopporti malvolentieri però ogni tanto puoi concedere. Non puoi avere confusione su questo, devi conoscere in modo chiaro le tue regole. Il secondo passo è chiarirle agli altri.

Se qualcuno viola una tua regola, la prima cosa da fare è informare in modo chiaro sul tipo di violazione, puoi dare quasi sempre il beneficio del dubbio, può essere che l’altra persona non sapesse che quell’azione/frase/atteggiamento, era per te inaccettabile.

Nel 90% dei casi, si può parlare in modo chiaro e assertivo, senza doversi scaldare o fare scenate; anzi, mettersi sulla difensiva in queste situazioni non aiuta la comunicazione. Se l’evento si ripete, si entra nella terza fase del processo, ovvero difendere i propri limiti. Le persone devono rispettare, nel tuo spazio vitale, quelle che sono le tue regole, in caso contrario ci saranno ripercussioni; si può scegliere di discutere profondamente del tema, fino alla ripercussione massima, che è l’interrompere la frequentazione con quella persona. Se il suo modo di vivere non è compatibile con il tuo, lui ha il diritto di vivere nella sua modalità, a casa sua, nei suoi spazi e con chi trova quella modalità gradevole e costruttiva.

Per difendere i propri limiti e le proprie regole, bisogna imparare a dire di no. Non serve gridare o scaldarsi, basta essere chiari e decisi nella propria posizione. Ho visto persone dire “no” in modo calmo e quasi amorevole, il loro viso era disteso, le parole pacate, ma la percezione dell’energia di quel “no” era così chiara che non ci sono state insistenze: il messaggio è arrivato ed è stato ascoltato e rispettato.

Gioca, muoviti, condividi

Ci sono molti bambini felici e sereni. Era così anche per noi, sebbene spesso ce lo dimentichiamo. Con il passare del tempo la vita è diventata più complicata, abbiamo imparato molte cose e crescendo, pensiamo che quel bambino sia sparito. Una parte della nostra natura è ancora connessa all’infanzia, anche se si è trasformata parecchio. Il nostro cuore ha ancora bisogno di giocare, anche se i modi con cui ci divertiamo oggi sono molto differenti da quelli infantili.

Giocare nutre il cuore di quella gioia leggera che possiamo provare quando ci stiamo divertendo. Trova quindi tutte quelle attività che ti fanno provare quell’emozione, fai una lista, la più lunga possibile, in modo che tu possa avere maggiori scelte. Guarda al tuo passato e ricerca tutte quelle cose che ti hanno fatto sentire allegro e con il cuore leggero, se non ne hai, crea una lista di cose da provare, sperimenta tutto il possibile per trovare quello che ti nutre l’animo. Per splendere la tua luce ha bisogno di muoversi e di restare fresca e rigenerata.

L’emozione non è tutto. Devi muovere anche il corpo. Cerca qualche attività che ti permetta di rimetterti in movimento ma che non sia noiosa. Lo scopo non è dimagrire o rimetterti in forma, nemmeno aumentare la muscolatura, ma usare e vivere il proprio corpo. Non siamo una mente e un cuore eterei, ma abitiamo un corpo che per funzionare deve essere usato. Qualsiasi cosa che ti muova va bene, puoi pattinare, ballare, correre, nuotare, passeggiare, fare tai chi, aerobica, scegli quello che ti mette più voglia addosso, così che farlo sia più semplice e non ti pesi troppo alzarti dalla sedia. La tua luce necessita un corpo che sia funzionante e vitale.

L’ultima cosa, ma la più importante. Condividi. Non c’è luce che possa brillare a lungo se è chiusa in una scatola. La forza che alimenta lo splendore della tua anima è l’amore. Per amare basta agire secondo quello che sentiamo giusto e mettendo tutto noi stessi in quello che facciamo, tenendo il cuore aperto e condividendo con chi partecipa a quel momento del nostro viaggio. Aprire il cuore e lasciarlo splendere si può fare con un sorriso, con un momento in cui ascoltando qualcuno che ti parla, concentri su di lui le tue energie, abbracciandolo con la tua luce. Si può fare permettendoci di dire la nostra verità, senza imporla ma lasciandola semplicemente volare, oppure avendo il coraggio di fare qualcosa, esattamente nel modo in cui sentiamo di farla. Senza paura del giudizio, del rifiuto, del ridicolo. Ogni volta che teniamo il nostro cuore aperto e mettiamo la nostra luce in condivisione con gli altri, stiamo facendo scorrere il nostro amore, stiamo partecipando al mondo, con la nostra vera essenza.

Conclusioni

Per poter lasciare splendere la tua anima, la tua mente, il tuo cuore, devi ricordarti di usarli, in modo autentico. Scegliere di ritornare a brillare, di diventare autonomo e responsabile della propria storia personale è fondamentale, ma senza la pratica, la scelta rimane solo un’idea e non porta alcun beneficio. Quando inizi ad usare la tua luce, questa renderà la tua vita e quella di chi ti sta intorno, molto più intensa. Qualcuno vorrà restare con te il più possibile, qualcuno si allontanerà. Più usi la tua luce interiore, più dovrai prendertene cura, puoi trovare qui alcuni semplici modi per effettuare la purificazione energetica della tua persona, questi ti aiuteranno a mantenere le tue energie ad alte vibrazioni e a liberarti dalle negatività che incontrerai nel tuo cammino.

Cos’è l’equilibro energetico?

Se le tue energie sono in armonia, la tua anima può manifestarsi in modo più chiaro nella tua vita. Per questo ogni persona ha esperienze differenti dello stato di equilibrio energetico. Puoi riconoscerlo da una leggerezza del cuore, dai pensieri che smettono di essere chiassosi. Dal respiro che diventa più profondo, dalla gioia di esistere e vivere il momento oppure più semplicemente da uno stato di gradevole pace e benessere e quando vivi quei momenti, vorresti che fosse sempre così.

Le difficoltà nel raggiungere l’equilibro energetico

La vita di tutti i giorni propone sfide che ti impegnano su molti versanti differenti, il passato si ripresenta alla mente di frequente, il futuro è fonte di preoccupazioni e pensieri. Ci sono momenti in cui ritrovare l’equilibrio energetico sembra una sfida impossibile; è di fondamentale importanza quindi comprendere meglio le energie sottili e le azioni che possiamo intraprendere per stare bene con noi stessi.

La tua bilancia naturale

Pensando all’equilibrio energetico, ti può venire in mente una bilancia, con due pesi contrapposti che restano in equilibrio tra loro. Il benessere però non è un punto fermo, nella staticità non c’è vita, gioia o amore. Questo è evidente se osserviamo ogni creatura vivente: fiori, animali, uomini. Ogni cosa cresce, si sviluppa e poi inizia a decadere. Quello che non sta crescendo, sta morendo, non ci sono organismi immobili. L’equilibrio per l’essere umano è un movimento generativo, creativo, di sviluppo, che rende il suo sistema energetico rigoglioso e produttivo.

L’equilibro di vari fattori

Dimentichiamoci quindi della bilancia, come metafora dell’equilibrio energetico; anche perché la bilancia ha solo due pesi contrapposti, mentre per poter trovare l’armonia, l’essere umano deve riuscire a far cooperare molti più elementi, ognuno dei quali può essere fonte di interferenza. Comprendere questi fattori ti permetterà anche di adottare strategie efficaci per riportare l’equilibrio nel tuo mondo.

Cos’è che disturba il tuo equilibro energetico?

Se il tuo corpo ha dei dolori, difficilmente potrai trovare il tuo equilibrio energetico. Ci sono molti modi per mitigare anche dolori acuti, ma quando manca la salute ogni cosa si focalizza sulla parte dolente. Potresti meditare anche solo qualche minuto, con un forte mal di denti? È difficile farlo. Il corpo, inoltre, per sopravvivere ha bisogno di cibo e di acqua; se la tua alimentazione è molto carica di cibi pesanti da digerire e con scarso valore nutrizionale, il tuo corpo dovrà usare la sua energia vitale per la digestione e l’eliminazione di tossine. Quando possibile è sempre bene scegliere alimenti con alta frequenza vibrazionale e bere acqua in abbondanza, meglio se acqua energizzata.

Quant’è importante l’alimentazione e l’allenamento per il tuo equilibrio?

Se il corpo è in salute non crea distrazioni, ma non esiste solo la sofferenza fisica; il dolore può provenire anche dagli altri corpi energetici. L’essere umano ha una natura biologica, che si può vedere nel corpo materiale, oltre a questo ha una natura eterica, che è facilmente visibile con poco allenamento, e rappresenta la sua energia vitale più densa. Un corpo in salute che pratica una buona alimentazione ha un corpo eterico molto chiaro e delineato. Ci sono però altri aspetti della natura umana che sono percepibili ma difficilmente visibili a tutti. Il corpo astrale, quello mentale e il corpo animico.

Cos’è il corpo astrale?

Il corpo astrale, chiamato anche corpo del desiderio, è l’emanazione energetica delle nostre emozioni, delle passioni di quello che vogliamo dare o raggiungere. Si estende oltre il corpo fisico ed è fatto di energia sottile. Se due amanti sono distanti 1 metro, a occhi chiusi uno di fronte all’altro, possono percepire questa energia che fluisce dal partner e si intreccia con la sua. Ogni emozione ha un suo colore, una sua frequenza e densità e ci sono emozioni con frequenze più basse che appesantiscono il nostro sistema energico, mentre quelle più alte lo rendono aperto e leggero. Così mentre l’invidia ci pesa sul cuore, l’allegria ce lo solleva, ma non ci sono emozioni buone o cattive; ascolta sempre ogni emozione senza giudizio e lasciati guidare da lei per comprendere meglio la tua natura interiore. Ogni emozione ti sta raccontando la tua storia interiore.

L’influenza dei nostri pensieri sul nostro equilibrio

Oltre il corpo astrale, ancora più esteso, abbiamo il corpo mentale. Questo è formato dalle frequenze dei nostri pensieri e dalle nostre intenzioni. Pensieri ed emozioni lavorano spesso insieme, creando dei circoli viziosi o virtuosi. Così quando noti le cose positive che hai già e ragioni su quanti successi hai compiuto nel tuo cammino, possono nascere dei sentimenti di gratitudine e delle emozioni di soddisfazione e benessere. Al contrario, quando critichi ogni aspetto degli altri e della tua vita, la tua mente è focalizzata a cercare l’imperfezione e questo solitamente genera disagio, inadeguatezza e la brutta sensazione di essere incapaci o sfortunati.

La mente, quando non è focalizzata sul presente vive nell’immaginazione, nei ricordi o ancora peggio, nelle preoccupazioni per il futuro; le quali inducono emozioni di paura e stati di tensione e chiusura.

Anche la medicina occidentale è consapevole degli effetti della mente sul fisico: emozioni distruttive o pensieri fissi, col passare del tempo si trasformano in sintomi visibili anche nel corpo materiale. Ma l’essere umano non è solo questo, manca infatti l’aspetto spirituale. Il bambino percepisce il suo corpo spirituale in modo naturale, ma non ha ancora modo di spiegarlo e durante l’educazione scolastica, la sua mente viene focalizzata su temi più pratici, le sue emozioni diventano spesso un problema da gestire e ogni altra sua percezione è catalogata come “fantasia”.

Il corpo spirituale e la propria energia

Il corpo spirituale però è parte di ogni essere umano, anche per quelle persone che non ne hanno una chiara esperienza. Le energie di questo livello sono leggerissime e delicate, per sintonizzarsi bisogna riuscire a rendere silenziosi i pensieri e morbide le emozioni. Puoi sentire il tuo corpo spirituale nei momenti in cui la natura ti lascia senza fiato e osservi con lo stupore di un bambino la sua perfezione, quando ti impegni in qualche attività creativa o artistica e il tempo scorre velocemente e ripensandoci a posteriori, ricordi quel momento come un sogno, di cui non hai tutti i frammenti. Percepisci il tuo spirito quando senti che fai parte del tutto e che il tutto fa parte di te, che esiste una musica, un ordine, che muove ogni cosa che esiste e tu sei un pezzettino di quel puzzle.

Il corpo spirituale ti permette di entrare in contatto con la tua anima, di incontrarti e conoscerti per come sei, per quella parte che sarà sempre. Vedere se stessi permette anche di vedere gli altri, superando quello che il loro corpo ci mostra, che le parole ci raccontano, che le azioni ci dimostrano. Lo sanno bene quelli che da tempo praticano meditazione, che quando vedi qualcosa che non è assolutamente perfetto, non la stai guardando con l’anima e dove che ogni giudizio toglie spazio all’amore.

La reale profondità del tuo corpo

Comprendere che non sei solo il corpo che vedi allo specchio, la mente che ragiona, le emozioni che colorano gli istanti della vita, ma anche una creatura di luce, connessa al tutto e connessa a tutti gli altri, è molto utile per raggiungere l’equilibrio energetico. Perché quando guardi i tuoi pensieri e le tue emozioni con la tua parte spirituale, vengono subito ridimensionati e perdono la loro urgenza e obbligatorietà. Perché più la nostra energia spirituale cresce, più aumenta la capacità di amare in modo leggero e senza attaccamento: in questo modo perdono potere interferenze del mondo esterno e interno, che ci spostano dall’equilibrio.

L’importanza del silenzio ed armonia

Riusciresti a meditare in piedi dentro a un autobus pieno di gente che parla ad alta voce, in una calda giornata di agosto? Puoi chiudere gli occhi e mantenere la presenza nel qui e ora, meditare in quelle condizioni è però molto difficile. Il mondo esterno è fonte di sollecitazioni continue, sono davvero rari i contesti in cui possiamo avere la temperatura perfetta, il silenzio assoluto, la posizione più comoda, assenza di odori o un profumo leggero e la certezza che durante tutta la meditazione, resterà tutto così, senza nessuno che possa disturbare il nostro spazio. Bisogna quindi imparare a meditare anche in condizioni non ideali, e con il tempo e la pratica, si riesce a farlo in condizioni sempre più sfidanti.

Questo vale per la meditazione e anche per ogni altro istante della vita quotidiana. Il mondo è una fonte di stimoli neutri, gradevoli o fastidiosi. Il modo in cui tu reagisci a questi stimoli, può rovinare certi momenti e allontanarti dal tuo equilibrio energetico. Come non puoi stare bene se hai un dente che duole, avrai difficoltà a vivere un momento di pace e gioia se gli stimoli esterni comandano le tue emozioni e pensieri. Lo vedi nel traffico, quando inizia il nervosismo, l’impazienza, la rabbia, qualcuno suona il clacson, altri insultano e non sono rari i casi di persone che scendono dall’auto e arrivano allo scontro fisico. Il traffico però ha il controllo delle tue emozioni se lasci che sia così, lo stesso vale per qualsiasi stimolo esterno.

Esiste un’alternativa?

Quando il mondo intorno ti propone uno stimolo sgradevole, prova a chiederti se puoi fare qualcosa per evitarlo. Vedrai che puoi sempre fare qualcosa per risolvere la situazione, ma che per qualche motivo è una soluzione che non vuoi praticare. A questo punto, non è più una condanna, scegli che tra sopportare quel fastidio e fare quello che serve per risolvere la situazione è meglio temporaneamente sopportarlo e iniziare a pensare a un nuovo modo per gestire situazioni simili o non trovarsi in quei contesti. La mente e le emozioni inizieranno a lavorare in altro modo, verso una direzione, invece di restare bloccate nell’inevitabile a lamentarsi di quanto stanno male.

Impara a controllare le tue reazioni

Il mondo fisico è quindi una possibile fonte di interferenza. Percezioni sensoriali, suoni, odori, animali o insetti, ecc., sono una sfida all’equilibrio energetico. Le altre persone, le frasi dette o non dette, i comportamenti, sono elementi che scatenano ancora più pensieri ed emozioni. Questo genere di reazioni è però collegato alla sfera emozionale o mentale, da differenziare rispetto ad elementi fisici e materiali. Se qualcuno ti versa addosso un caffè, potresti arrabbiarti, la stessa emozione potresti provarla a seguito di un’offesa gratuita. Sebbene la causa sia differente, il modo di approcciarsi all’emozione è molto simile.

Ogni emozione che proviamo viene generata in modo automatico, nessuno può volontariamente decidere di essere allegro, semplicemente volendolo, come nessuno può decidere di smettere di essere offeso, da un secondo all’altro. Le strategie di risposta che si possono adottare sono molte, la più sbagliata di tutte è quella di considerare una serie di emozioni come sbagliate e impegnarsi nel bloccarle, chiuderle, zittire per non farne esperienza. Le emozioni, ed il corpo astrale, sono regolate dalla mente cosciente e dall’inconscio. Castrare la propria emozionalità equivale a rinnegare il proprio inconscio o la propria mente, rifiutando una parte della propria natura.

Ascoltare le emozioni, invece, permette di migliorare il rapporto che abbiamo con noi stessi, di approfondire le cause che hanno scatenato certe emozioni, di scegliere le azioni che vogliamo compiere a seguito delle emozioni. Se una persona ti rovescia addosso un caffè, il tuo inconscio genera automaticamente l’emozione della rabbia, questo è sano perché permette al tuo corpo di reagire ad un attacco. Vedere l’emozione, accettarla, ti permette di esprimere questa rabbia in una modalità che in quel contesto sia adeguata e quindi non solo evitare di zittire la tua vocina interiore, ma anche di vivere in un modo più autentico, dove ogni parte del tuo essere trova il giusto modo per avere un suo spazio ed espressione.

Ricerca le emozioni che desideri

Con la conoscenza della tua mente e del tuo inconscio potrai anche imparare come generare le emozioni che vuoi provare. Ogni emozione ha un suo senso ed utilità, ci sono momenti della tua vita in cui puoi avere bisogno di tirare fuori una certa parte della tua emozionalità, ricercando sia le emozioni più leggere come l’entusiasmo, oppure quelle più dense come la malinconia. Davanti ad un compito impegnativo, ti sarà utile l’entusiasmo e dannosa la malinconia; invece, se vuoi elaborare un momento difficile che ti ha ferito, per comprendere meglio la situazione e ripulire la ferita, la malinconia ti sarà molto d’aiuto. Ogni emozione assolve ad un compito specifico.

La mente, e i suoi effetti su di noi

La mente è strettamente legata alle emozioni. Quello su cui poniamo attenzione crea un bersaglio dove dirigere la nostra energia mentale e il pensiero lo analizza, scomponendo e ricomponendo gli elementi della situazione. La mente però è anche collegata con l’analisi delle informazioni che otteniamo durante la giornata, si nutre di ogni cosa che leggiamo, delle parole o musica che ascoltiamo e anche dei film, telefilm, programmi tv e filmati o immagini che osserviamo. Questi dati vengono raccolti dal cervello che in parte li memorizza e in parte li usa per fare continue associazioni ed elaborazioni di informazione. Ti è mai capitato di provare ad andare a letto ma nonostante la stanchezza, non riesci ad addormentarti? Questo è spesso frutto di una mente che ha ricevuto troppe informazioni spazzatura, che non ha ancora digerito. La saggezza popolare insegna di non andare a letto dopo aver mangiato pesante, impareremo prima o poi che lo stesso vale per le abbuffate di informazioni indigeste.

Raggiungi il tuo equilibrio

L’equilibrio energetico può, quindi, avere distrazioni, carenze o eccessi sia a livello fisico, emozionale o mentale, ma già sappiamo che l’essere umano è più di questo.
L’energia viene diretta dove è focalizzata l’intenzione. Questo è uno dei modi più facili per nutrire il nostro corpo spirituale e per iniziare a prenderne consapevolezza. Pensi che avrai lo stesso nutrimento energetico se guardi 30 minuti di telegiornale o se guardi la luna piena o le stelle per lo stesso tempo? Se mediti per lo stesso tempo? Se balli per lo stesso tempo? Se giochi con un bimbo o parli con il cuore a qualcuno? Puoi riconoscere il cibo che stai inserendo nei tuoi corpi energetici in modo semplice, basta ascoltare il tuo cuore e sentire quanto pesa. Più il cuore è leggero e la tua mente è quieta, più aumenta l’apertura del cuore e il benessere.

Conclusioni

Ogni corpo energetico ha influenze interne ed esterne. Aumentando la consapevolezza del corpo fisico, emozionale, mentale e spirituale riusciamo a conoscere meglio noi stessi e a trovare nuove strategie per migliorare il benessere su tutti gli aspetti che sono importanti.

Ogni avvenimento e situazione, coinvolge tutti gli aspetti della nostra natura energetica, ma ogni nostra azione, pensiero, o elemento che inseriamo nel corpo, mente e spirito, agisce su tutta la realtà. Questa connessione tra corpo, mente e anima, ci permette di poter ricostruire una realtà dove il benessere e l’equilibrio energetico non sia un evento raro e casuale ma qualcosa che accade regolarmente.

Lo stato di equilibrio è uno stato di armonia, grazia e silenzio, dove viviamo l’amore con leggerezza.
È una gioia attiva e creativa che possiamo vivere spesso, ma entro la quale non si può permanere ogni istante, non è una sensazione statica e immobile, in natura quello che non cresce, muore: niente di quello che vive può restare fermo e immutabile.

Il cambiamento e la trasformazione è parte della natura, è movimento verso una direzione che può essere la crescita, oppure la stagnazione. Tutti possono scegliere di muoversi verso l’evoluzione, migliorare, generare frequenze positive: per farlo è necessario comprendere l’equilibrio energetico e generare quel movimento costruttivo che spinge alla crescita e permette di bilanciare nel modo migliore, tutte le fonti di interferenza esterne e interne, che fanno parte dell’esperienza di vita su questo piano di realtà.

Il lampone, e parliamo di tutta la pianta, non solo di frutto, è un vegetale ricchissimo di storia e di segreti.

Rubus idaeus è il nome botanico del lampone, ma anche quello del monte sacro per gli antichi Greci, dove la Grande Madre partorì Zeus e dove Venere diede vita ad Eros.

Il lampone è una pianta sacra alle donne, e lo possiamo notare anche dal suo frutto così voluttuoso e dolce, soprattutto se raccolto selvatico nei boschi in luglio/agosto.

Il lampone fiorisce a maggio, sotto il segno del Toro governato proprio dalla sensuale Venere, e fruttifica a luglio, sotto il segno del Cancro, segno tipicamente associato alle acque, alla luna e anche alla nostra emotività, alla nostra parte Yin.

Il lampone e’ una pianta carissima alla nostra energia femminile, ed è ottimale in tintura madre se vogliamo sostenere il nostro ciclo mestruale, in modo particolare la nostra ovulazione.

E con i giovani getti e le foglie del lampone, è possibile preparare un oleolito da trasformare in unguento, ed essiccare per farvi tisane.

Lampone, pianta della bellezza e della maternità

Come tutte le rosacee, famiglia alla quale appartiene il lampone, questa pianta ha proprietà venusiane, che preservano il corpo e la sua bellezza. Si utilizza per proteggere la pelle da dermatiti, infiammazioni, ulcere, ed e’ indicato sotto forma di unguento per massaggiare eventuali cicatrici da parto.

Utilizzi del lampone per il ciclo mestruale femminile

Il lampone e’ un grande protettore dell’utero e della muscolatura uterina: ha proprietà protettive, corroboranti e ricostituenti del tessuto uterino ed armonizzanti delle funzioni di quest’organo.

Si utilizza il lampone se abbiamo un ciclo mestruale particolarmente critico:

  • Dolori durante l’ovulazione;

  • Fase premestruale complicata da un punto di vista emotivo;

  • Spotting premestruale;

  • Sensazione di tristezza o fallimento durante la fase pre-ovulatoria;

Per questi 4 casi e’ consigliabile il gemmoderivato di lampone da assumere secondo le indicazioni riportate sul prodotto.

Oppure possiamo fare degli impacchi con oleolito di lampone (vedi ricetta di seguito).

Rimanendo nel campo materno, il lampone e’ utile anche per migliorare la produzione di latte, in questo caso si consiglia l’uso della tisana, una tazza al giorno.

Fare in casa oleolito e unguento

Per fare l’oleolito di lampone servono foglie di lampone essiccate e un olio vettore a scelta tra olio extravergine di oliva, olio di mandorle (irrancidisce facilmente), olio di riso.

La proporzione che si utilizza è 1:20: su un litro di olio occorrono 200 gr di lampone.

Si pone l’erba in un barattolo di vetro pulito e asciutto e si versa l’olio sopra, avendo cura che l’erba rimanga sotto l’olio. Si lascia al buio per due lunazioni: quindi sull’etichetta che porrai sul vasetto scrivi la data di inizio e poi cerca un calendario lunare per segnarti quando le due lunazioni sono trascorse.

Una volta trascorso il tempo, filtri accuratamente il contenuto, anche più volte in modo che non rimangano residui nell’oleolito; puoi aggiungere un cucchiaino di olio di germe di grano per aumentarne la conservazione, quindi mettilo in un barattolo scuro o al buio per preservarlo al meglio.

Unguento di lampone

Per ottenere 500 gr di unguento di lampone si utilizzano 400 gr di oleolito e 50 gr di cera d’api. Si riscalda a bagnomaria l’oleolito, fino a portarlo a 60-70 gradi; nel frattempo, in un pentolino dedicato si scioglie, sempre a bagnomaria, la cera. Quando l’oleolito raggiunge la temperatura richiesta e la cera si e’ sciolta, la si versa nell’oleolito mescolando: si preleva quindi una piccola quantità e si lascia raffreddare per testarne la consistenza. Se vogliamo una consistenza più morbida aggiungi oleolito, per una più dura aggiungi cera d’api. L’unguento si invasetta caldo e va conservato in contenitori chiusi al fresco e al buio.

Etichetta sempre le tue preparazioni, con nome e data.

Tisana di lampone

La tisana al lampone si prepara facendo bollire due cucchiai di foglie di lampone essiccato o fresco (si raccoglie da maggio a luglio) in 500 ml di acqua: la droga si aggiunge sempre quando l’acqua e’ molto calda (deve fumare, ma non bollire), si spegne il fuoco e si mette il lampone, coprendo e lasciando in infuso per 10 minuti.

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La tua energia può essere alzata o abbassata, grazie a una pratica meravigliosa che oggi vogliamo insegnarti, quella della pulizia energetica.

Quando incontri qualcuno che brilla te ne accorgi subito. La sua energia splende e riempie la stanza, è piacevole stare in sua compagnia e quando la conversazione è finita non senti addosso alcuna pesantezza: il tempo è come se fosse volato. Anche tu hai avuto momenti in cui emanavi quell’energia e forse stai brillando anche adesso, oppure come spesso accade, gli eventi della vita hanno lasciato una patina che sta oscurando la tua vera brillantezza.

Splendere è lo stato naturale dell’anima, non dovrebbe essere un’eccezione. La routine del quotidiano lentamente può inghiottirci in spirali di cattive abitudini, che con il tempo abbassano la nostra frequenza vibrazionale e chiudono il cuore, intasano i canali energetici e offuscano la mente con preoccupazioni e idee fisse. Praticando una pulizia energetica completa, puoi recuperare la tua capacità di splendere, di aprire il cuore e ritornare in allineamento con la tua anima.

Che cosa possiamo pulire con la pulizia energetica?

Ogni giorno puliamo il nostro corpo, ce lo hanno insegnato da piccoli e ormai è un gesto che eseguiamo senza pensarci. Se facciamo una doccia di prima mattina e poche ore dopo ci lanciano della vernice sul volto, cerchiamo di rimuovere subito buona parte della macchia e quando possibile rifiniamo la pulizia per ritornare puliti. Questo è semplice perché le macchie e le impurità del corpo le vediamo con gli occhi e le sentiamo con l’olfatto. Ma cosa succede con tutto il resto di noi?

Come abbiamo un corpo fisico, fatto di carne e ossa, abbiamo un corpo energetico emozionale, fatto di passioni e desideri. Abbiamo un corpo eterico, composto di energia vitale e uno mentale, che è fatto dai nostri pensieri. Ma non è finita qui, perché nella nostra natura energetica, esiste anche un corpo spirituale, fatto della nostra energia più sottile, dove ha sede l’intuizione. Se pulire il corpo fisico è facile, perché siamo abituati sin da piccoli e vediamo quando si sporca, pulire gli altri corpi è molto più complesso. Nessuno ci ha mai detto che le emozioni, i pensieri e l’intuizione formano dei corpi energetici, nessuno ci ha mai detto che possono sporcarsi e che possiamo pulirli.

Capire quando fare pulizia energetica

Imparare come ripulire i corpi energetici è fondamentale ma non basta, è necessario capire quando farlo. Nella vita di tutti i giorni, pochi hanno il tempo di praticare pulizie energetiche quotidiane o settimanali, sebbene sarebbe una bellissima abitudine, è poco pratico ed è quindi utile comprendere quali sono i momenti in cui i vari corpi energetici hanno bisogno di una ripulita. Personalmente consiglio di dedicare un giorno o due, appena dopo la luna piena, per fare una pulizia generale, ma questo è fattibile se si riesce a non fare accumulare le energie negative durante il giorno, comprendendo quando accumuliamo energie pesanti e prendendo subito provvedimenti.

La pulizia energetica del Corpo eterico

Il primo corpo energetico da tenere sotto controllo è quello eterico, è il primo corpo di energia sottile e quello che più facilmente si riesce a vedere anche ad occhio nudo. Se vuoi provare a vederlo, mettiti in una stanza con la luce alle spalle, allunga la mano verso il muro e apri le dita, guarda oltre la mano sfocando lo sguardo e vedrai con la coda dell’occhio un alone intorno alla tua mano, quella è l’emanazione della tua energia vitale, che avvolge tutto il corpo e che forma il tuo corpo eterico.
Puoi capire che il corpo eterico è da ripulire quando si abbassa la tua energia vitale, senti più stanchezza del solito, sonnolenza, il corpo non reagisce con la normale velocità agli stimoli e sembra che sia pesante e intontito. Questo può accadere per motivazioni molteplici, alcune molto semplici come alimentarsi di cibo a bassa frequenza, carenza di idratazione, troppi alcolici o poca attività fisica. Le motivazioni però possono essere anche differenti, come il contatto con persone molto negative, invidiose, pessimiste e in generale tutte quelle che abbassano la nostra vibrazione e chiudono la nostra energia del cuore.

Come pulire il corpo eterico

La prima cosa da fare per la pulizia dell’energia eterica è una doccia. La pesantezza che si può accumulare in certi casi è molto grande e avere un gesto semplice è fondamentale, perché quando le energie sono a terra, non abbiamo la forza di compiere azioni troppo complicate. La doccia si dovrà fare in un modo particolare, senza sapone o shampoo, restando semplicemente in silenzio, sotto il getto d’acqua e utilizzando il proprio intento per lasciare che l’acqua porti via le energie negative. L’intento trasferisce il comando all’acqua e la autorizza a portarsi via le energie sgradite, non è complicato farlo, basta dire con il pensiero all’acqua di fare quel lavoro sulla nostra energia. In questo modo consentiamo che avvenga e usiamo il libero arbitrio per la nostra depurazione energetica. Questo lavaggio ha effetto anche su energie emozionali e mentali.

Altro metodo che si può utilizzare è un bagno con il sale grosso. Si riempie la vasca d’acqua, alla temperatura preferita, aggiungendo poi 3 chili di sale grosso. Non si dovranno aggiungere altri prodotti per detergere, semplicemente acqua e sale. Al termine si può fare una doccia normale per togliere il sale dalla pelle.
Bastano 30 minuti, distesi nella vasca con acqua e sale, per riequilibrare il corpo eterico. Personalmente gradisco accendere un incenso nel bagno, mentre la vasca si riempie, che poi spengo alcuni minuti prima di entrare nella vasca, areando la stanza per respirare al meglio. Si può anche accendere una candela o mettere in sottofondo qualche suono naturale, ce ne sono molti gratuiti in rete.
Se durante la permanenza nella vasca, si pratica la meditazione, vengono massimizzati gli effetti e ne beneficiano anche il corpo emozionale, mentale e spirituale.

Inoltre il corpo eterico è strettamente collegato a quello fisico. Per una pulizia completa è necessario permettere al corpo di rilasciare le tossine che hanno causato l’abbassamento dell’energia vitale. Questo si può fare in molti modi, il più leggero è praticare per qualche settimana una dieta ricca di frutta e verdura, povera di zuccheri, sale, farinacei, insaccati, alcolici e bibite. Non è necessario che l’alimentazione sia vegetariana, ma è bene limitare la carne quanto possibile e preferire carne e pesce alla griglia, evitando pietanze complesse.

Altri metodi per permettere al corpo di rilasciare le tossine sono l’alimentazione per alcuni giorni a liquidi, ovvero estratti di verdure e spremute di agrumi, oppure per chi ha già consapevolezza energetica e il benestare del suo medico, due o tre giorni di digiuno con acqua naturale (preferibilmente acqua energizzata).
Ognuno secondo il suo stile di vita può scegliere una purificazione del fisico più leggera ma duratura oppure più intensa, si sconsiglia di esagerare, ogni corpo ha le sue esigenze specifiche e nel dubbio consigliatevi con il vostro medico.

Corpo emozionale e mentale

I corpi energetici che richiedono più attenzione sono quelli emozionale e mentale, questi spesso interagiscono in modo molto stretto. Non è raro il caso in cui un’emozione ci porti a fare alcuni pensieri, i quali a loro volta aumentano l’emozione stessa e causano pensieri ancora più densi. Anche se spesso è molto difficile capire quale dei due sia coinvolto, c’è un modo semplice per capire se abbiamo bisogno di pulizia emozionale oppure di pulizia mentale. Le emozioni le sentiamo nel corpo, hanno una frequenza molto più bassa dei pensieri e se stiamo provando qualcosa di negativo lo sentiremo premere in qualche parte del fisico. Pensa a quando sei arrabbiato e il volto si scalda, piuttosto che lo stomaco che ribolle, oppure quando la paura di qualche evento futuro rende le braccia o le gambe fredde e molli. Se lo senti nel corpo è emozionale.

La mente invece è più sottile, serve più intuito per cogliere i momenti in cui ci servirebbe una pulizia. Serve avere almeno il dubbio e farsi la domanda: “la mia mente adesso è limpida?”. Se riesci a farti la domanda puoi eseguire questo semplice test, che ti dirà se hai bisogno di pulizia mentale.

Basta che premi il polpastrello dell’indice con quello del pollice, chiudi gli occhi e ti concentri sulla sensazione tattile, della pressione delle due dita tra loro. Non serve premere con grande forza, ma la sensazione fisica deve essere chiara. Tieni la mente su quella sensazione fisica per 1 minuto. Se la tua mente è pulita, avrai pochi o nessun pensiero che attraverserà la tua testa, se invece i tuoi pensieri scorrono copiosi, con frasi, immagini, ricordi o altro, avrai bisogno di ripulire il tuo corpo mentale.

Come ripulire emozioni e mente grazie alla meditazione

Il metodo migliore per ripulire le emozioni e la mente è la meditazione. Lo avrai già sentito da tutti e il motivo per cui se ne parla così tanto è che funziona e ha effetti benefici comprovati. Prima di proporti qualche semplice metodo per iniziare a meditare, se già non lo sai fare, voglio spiegarti come mai è utile meditare.
La mente ha come compito principale l’elaborazione delle informazioni. I sensi ci permettono di raccogliere una quantità incredibile di dati, dall’ambiente circostante e da quello interiore; fortunatamente una grandissima parte di questi dati non arrivano alla nostra coscienza e rimangono dentro la mente sotto forma inconscia. Se fossimo costretti ad essere consapevoli di ogni suono, odore, sensazione, parola scritta o ascoltata, di ogni immagine o dettaglio, che colgono i nostri sensi, ne saremmo sopraffatti e non riusciremmo a vivere in modo funzionante. La mente deve quindi elaborare, in modo conscio e inconscio, tutte queste informazioni, per permettere alla persona di risolvere problemi, di riflettere sul mondo e su sé stesso e per trovare le strategie migliori per raggiungere i suoi obiettivi e desideri.

Quando a fine giornata, abbiamo riempito la mente di dialoghi, eventi, riflessioni, notizie e video dai media e quant’altro, il sistema di elaborazione è sovraccarico. Meditare permette di ripulire quello stupendo macchinario che è la mente umana, permettendogli di continuare a funzionare nel modo corretto e non intasarsi. Meditare non serve a fermare i pensieri, non è il suo scopo e chiunque provi in tale impresa è destinato a fallire. Uno degli scopi della meditazione è invece osservare la mente, permettere al contenuto in eccesso di defluire e ripulire i canali di elaborazione dei dati. Puoi immaginare la meditazione come un sistema ottimo per riuscire a digerire i pensieri e le emozioni che hai mangiato durante il giorno, per fare in modo di non andare a dormire con lo stomaco in subbuglio. Questo è molto importante, in quanto se si va a letto con la mente intasata, ci penseranno i sogni a ripulirla, questo porta a nottate di incubi burrascosi e ci si sveglia più stanchi di quando si è andati a dormire.

Ci sono infinite tecniche per meditare, non serve però farlo in modo complesso per poterne trarre giovamento, basta farlo bene. Un modo semplice è sedersi senza appoggiare la schiena alla sedia, chiudere gli occhi e respirare in modo regolare. Inspirando ed espirando dal naso, facendo attenzione all’aria che entra e sfrega lungo i bordi interni delle narici, scende lungo la gola rinfrescandola, entrando nei polmoni e dilatandoli e poi restringendoli, facendo attenzione ai movimenti del petto, infine seguendola mentre esce dal naso. L’unica cosa da fare è osservare l’aria, facendo attenzione alle parti del corpo che muove o stimola. Se arriva qualche pensiero non lo si manda via, semplicemente si ritorna a seguire l’aria. La mente manderà qualche immagine, idea, anche suoni talvolta, si verrà distratti per un istante ma non importa, basterà ritornare a osservare l’aria.

Bastano 15 minuti di esercizio per iniziare a ripulire la propria mente ed emozioni, per averne maggiori benefici non è necessario prolungare di molto l’esercizio, bensì riuscire a meditare con più costanza. L’ideale sarebbe meditare anche poco, ma tutti i giorni, prima di andare a dormire.

Ci sono altri sistemi per la pulizia del corpo energetico e mentale, molto efficaci e conosciuti. Uno di questi si chiama EFT (Emotional Freedom Tecnique), questa tecnica permette, grazie alla digito pressione di alcuni punti dei meridiani, di liberare emozioni specifiche e sciogliere traumi passati. È uno strumento molto potente che porta a risultati veloci, anche laddove la persona non è consapevole di cosa abbia creato l’evento traumatico.
Per eseguirla è necessario frequentare un breve corso oppure affidarsi ad un terapeuta che la padroneggi. Consiglio a chi fosse interessato di impararla in prima persona, in quanto è uno strumento da usare molto spesso ed i corsi sono veloci e molto semplici da seguire.

Altro metodo per la pulizia del corpo mentale ed emozionale è il Reiki, anche in questo caso è necessario aver partecipato a un corso, nello specifico quello del primo e secondo livello. Il Reiki utilizza la canalizzazione di energie universali per l’armonizzazione e guarigione dei corpi energetici. Con il secondo livello di questa tecnica si è già in grado di poter lavorare sui corpi fisico, eterico, emozionale e mentale e oltre a ripulire le energie in eccesso o energizzare dove necessita, sarà possibile una profondo processo di guarigione delle cause. Spesso per la guarigione di sintomi più persistenti, cronici o di lunga data, è necessaria una serie di trattamenti, per questo consiglio di partecipare ai corsi e imparare lo strumento, in modo da essere autonomo e poter provvedere a mantenere le proprie energie sottili in armonia e poter lavorare sulle cause più ostiche in modo autonomo e per il tempo necessario.

La pulizia energetica del Corpo Spirituale

Il corpo spirituale è quello più leggero, la maggior parte delle persone non ne ha percezione chiara. Tutti lo abbiamo, tutti lo utilizziamo, anche se non sappiamo di farlo. Camminando per strada, mentre qualcosa ti distrae, ti viene in mente un’idea? Quell’intuito a volte è frutto della mente, a volte dello spirito. Serve un po’ di pratica per capire la differenza. Prima di girare l’angolo ti fermi un momento, come se avessi dimenticato qualcosa di importante e un attimo dopo qualcuno volta l’angolo di corsa? Potresti aver colto dei rumori in modo inconscio oppure aver percepito energeticamente la persona, utilizzando la tua intelligenza spirituale.
Sei sui mezzi pubblici e senza pensarci ti volti di scatto e vedi qualcuno che ti guarda in modo strano? Quello non potevi vederlo, non potevi pensarlo, in quel caso è la tua intelligenza spirituale che ti manda un messaggio.

Il corpo spirituale è quello che è più complicato da percepire, ma anche quello che si deve ripulire meno di frequente, questo perché solitamente viene utilizzato di meno e in modo automatico. Chi ha già intrapreso un cammino spirituale gradualmente ne prende consapevolezza ed inizia a utilizzare sempre di più la sua intelligenza e percettività spirituale, questo implica anche che dovrà prendersene maggiore cura, con tecniche sia di sviluppo che di pulizia. Per tutti gli altri, solitamente basta dormire più di 9 ore per rimettere in sesto le sue energie. Come possiamo però capire se abbiamo bisogno di qualcosa di più del sonno per ripulire le energie? I sintomi della sfera spirituale sono meno chiari delle altre e possono essere confusi con normali malesseri, quando questi persistono però sono indice di qualche malfunzionamento ed è saggio prendersene cura, prima che degenerino.

Sintomi di problematiche a livello spirituale possono essere uno stato di confusione leggera e mancanza di lucidità, la sensazione di persistente malinconia unita alla chiusura del cuore, visione disperata del futuro e costante senso di colpa sul passato, percezione di disconnessione dalla realtà, stato di ansia o paura costante anche se da soli e in assenza di pericoli. Questi sintomi possono essere causati da problematiche a livello spirituale quando solitamente non sono presenti e sono quindi eventi anomali e quando perdurano per più giorni. Se sono stati transitori oppure la normalità, è più probabile che derivino da altre cause psicologiche o emozionali.

Pulizia del corpo spirituale

La normale pulizia spirituale avviene con un sonno lungo e non disturbato, se questo non bastasse è necessario utilizzare metodi diretti per ripristinare il corretto funzionamento e pulizia delle energie sottili.
I metodi per pulire le energie spirituali sono in parte quelli già elencati: si può meditare in modo costante, per almeno 30 minuti (meglio se 45), per elevare la propria frequenza vibrazionale. Quando la frequenza sarà abbastanza alta eliminerà qualsiasi disarmonia a livello energetico, la chiave per riuscire in questo tipo di esercizio è la continuità, praticare per più giorni consecutivi porterà a risultati che non sarebbero raggiungibili in una sola sessione. Lo stesso vale per il Reiki, chi ha il secondo o terzo livello, può eseguire un auto trattamento al giorno, utilizzando i simboli di guarigione con il preciso intento di purificare il proprio livello spirituale e di recidere eventuali cordoni energetici esterni. Altri metodi possono essere l’utilizzo dei mantra o della preghiera, in questo caso non è tanto importante quale mantra si scelga o quale preghiera, quanto lo stato d’animo che si raggiunge durante queste pratiche. Per la purificazione spirituale è necessario elevare la propria frequenza vibrazionale, quindi è efficace quello che ci rende il cuore leggero, riempie di amorevole gioia e apre il cuore. Se il mantra o la preghiera scelta non permettono di raggiungere questo stato, non permette la purificazione energetica.


Conclusioni

Adesso sai come riconoscere i momenti in cui hai bisogno di purificare il corpo eterico, emozionale, mentale e spirituale; quanto sei in presenza di uno dei sintomi o situazioni tipiche di uno stato disarmonico, puoi applicare uno dei rimedi per fare pulizia. Sono i metodi più semplici ed efficaci per praticare una pulizia quotidiana o periodica dei tuoi corpi energetici e trovare quello più adeguato a te, ti renderà più semplice trasformare queste pratiche in routine, in modo che sia facile e automatico come lavarsi i denti dopo mangiato. La tua anima fa esperienza di questa realtà attraverso tutti i tuoi corpi, se mantieni pulito e funzionante ogni tuo campo energetico potrai splendere ogni giorno e illuminare la tua vita e quella di chi ti sta vicino. Ogni giorno può essere vissuto essendo la nostra versione migliore, per farlo dobbiamo prenderci cura della nostra natura fisica ed energetica, in modo da affrontare ogni giorno nel modo più autentico.

Amaranto e Grano Saraceno sono comunemente considerati cereali o pseudo cereali, sia perché vengono utilizzati nella cucina senza glutine in alternativa a miglio, teff, sorgo e gli altri, sia perché hanno proprietà nutrizionali comparabili. Sono entrambi senza glutine e negli ultimi anni sono entrato anche nella dieta di persone attente alla salute.

L’Amaranto e i suoi semi color avorio

L’Amaranto è una pianta erbacea che produce piccoli semi color avorio, nero e rosso, conosciuta ed utilizzata, così come la quinoa, in epoca Atzeca e Inca. Si conoscono circa sessanta specie di amaranto, ma solo tre sono ritenute buone produttrici di semi (Amaranthus caudatus, Amaranthus cruentus e Amaranthus hypochondriacus).

Questo dovrebbe farci pensare che un consumo sconsiderato potrebbe portare alla riduzione di biodiversità (la stessa cosa avviene per quinoa, banane, e altri vegetali). La coltivazione avviene prevalentemente in Messico e i costi di trasporto in Europa sono piuttosto elevati, sia in termini economici (le spese vengono riversate sul consumatore) che di inquinamento e CO2.

Ha un sapore piuttosto marcato ed è bene sciacquarlo abbondantemente sotto l’acqua corrente, operazione che fa perdere la poca Vit. C che rimane dopo il trasporto e la conservazione dei semi. Contiene fibre in quantità equiparabili al sorgo; la quantità di proteine e la presenza di lisina, un amminoacido essenziale normalmente presente nella carne ma anche nei legumi e nel monococco, lo rendono ideale per l’alimentazione vegana.

Il grano saraceno, il grano nero ricco di aminoacidi

Il grano saraceno o “grano nero” è una pianta a fiore che non appartiene alla famiglia delle graminacee ma a quello delle poligonacee. La sua coltivazione è stata progressivamente abbandonata in favore di varietà più redditizie come il frumento moderno al punto che in Italia sono pochi i terreni dedicati. La maggior produzione arriva dalla Cina e anche i famosi pizzoccheri IGP della Valtellina sono fatti con la farina proveniente da lì, con buona pace della tradizione italiana.

Attenti quindi all’etichetta bio, controllate che la provenienza non sia Extra o NON UE. L’origine del saraceno è la Siberia, arriva in Occidente durante il Medioevo.

Contiene gli otto aminoacidi essenziali inclusa la lisina e amido a più lenta digestione, indicato per i diabetici. È una buona fonte di fibre e di minerali, ricco di fosforo, calcio, ferro, magnesio, rame, di vitamine del gruppo B.

Le immagini di comparazione tra Saraceno e Amaranto evidenziano una maggiore ricchezza di nutrienti del primo. Se a questo aggiungiamo che è anche più facile trovarlo di provenienza italiana, o comunque europea, non credo ci siano dubbi su quale scegliere.

 

 

Monia Caramma

Food&Eating designer

Health Food Specialist

 

In evidenza: Photo by Sara Maximoff on Unsplash

La bella stagione ci incita a stare all’aria aperta e a scoprire luoghi dove poter rimanere in contatto con la natura: perché allora non organizzare un bel picnic, tradizione campestre per eccellenza? Noi ve lo proponiamo fatto in casa e vegan!

Stuzzichini per il picnic vegan

Crackers ai semi di lino crudisti

Ingredienti:

500 gr di semi di lino, 3 carote, 1 cipolla, 3 cucchiai di olio d’oliva, sale a piacere, limone, spezie: rosmarino, timo

Frullate i semi di lino dopo averli tenuti a bagno almeno 10 minuti, avendo cura di non ottenere una farina, è buona cosa che i semi rimangano semi-interi. Frullare a parte la carota e il peperone e unirli ai semi. Condire l’impasto con l’olio, il sale, il succo di un limone, e spezie a piacimento. Lavorare l’impasto con le mani mescolandolo bene, stenderlo su carta da forno, raggiungendo uno spessore di 3 mm circa, cospargerlo di sale grosso, tagliarlo a rettangoli e metterlo nell’essiccatore a 40°: i crackers saranno pronti quando si staccheranno dalla carta forno.

Gomasio

Prepariamo il gomasio, un insaporitore vegan da portare per i propri picnic.

Per 100 grammi di gomasio: 7 cucchiai di sesamo e 1 cucchiaio di sale.

Lavate il sesamo, asciugatelo e mischiatelo al sale marino integrale. Stendete il composto su una teglia da forno e fate tostare a 100 gradi per un massimo di 15 minuti (non fatelo mai fumare o abbrustolire perché potrebbe rilasciare il sesamolo, sostanza amara e tossica).

Una volta tostato il tutto, fate raffreddare.

Ponete il vostro composto nel mixer e frullate fino a quando otterrete una pasta leggermente oleosa.

Il gomasio è pronto.

Si usa come condimento, al posto del sale.

Salsa tzatziki veg

* 250 gr di yogurt bianco di soia piuttosto denso
* 1 cetriolo
* 3 cucchiai di olio evo
* 1 spicchio d’aglio

Preparazione

Pelate e grattugiate il cetriolo, strizzatelo bene dall’acqua, quindi unitelo allo yogurt assieme allo spicchio d’aglio schiacciato e all’olio d’oliva.
Mescolate e servite dopo averla lasciate almeno 1 ora in frigorifero.

Una cake salata perfetta da portare sui prati

Ecco un Plumcake vegan con farina di ceci e zucchine, perfetto e pratico per un picnic vegan e cruelty free 

Ingredienti

Le verdure

1 Porro tagliato a rondelle sottili

250 gr di zucchine grattugiate

3 cucchiai di olio extra vergine di oliva

1 cucchiaio di salsa di soia o tamari

1 cucchiaino di timo essiccato

L’impasto

150 gr di farina 0

150 gr di farina di ceci

½ cucchiaino di sale

200-220 ml di latte di avena (o soia)

60 ml di olio extravergine di oliva

3 cucchiaini di cremortartaro o lievito per dolci

Preparazione delle verdure

In una wok scalda l’olio e aggiungi il porro a rondelle, fai stufare versano la salsa di soia e il timo; aggiungi le zucchine grattugiate e cuoci per 10 minuti.

Preparazione dell’impasto

Scalda il forno a 180 gradi.

In una ciotola unisce le farine e il sale; quindi addiziona il latte e l’olio, lavora bene l’impasto e aggiungi il cremortartaro. Unisci le zucchine e i porri all’impasto, lavora cercando di unire tutti gli ingredienti, ma non esagerare con il tempo, un minuto e’ più che sufficiente!

Trasferisci l’impasto in una forma da plumcake foderata di cartaforno; inforna per 45 minuti, fino a doratura esterna.

Un primo prêt a porter freddo e crudista

Cous cous di cavolfiore

Per il cous cous: 2 cavolfiore, 200 gr semi di zucca Cumino, Curcuma, Curry, Sale, Pepe, olio.

Per il condimento: 2 peperone, 2 cipolla rossa, 4 cucchiai di capperi, 4 cucchiai di olive, 15 pomodorini, 250 gr di piselli, 4 carota, 2 gambo di sedano, la buccia e il succo di 1 limone.

Per il Cous cous Frullare con il robot da cucina il cavolfiore e i semi di zucca in modo da ottene una granella simile alla classica semola. Trasferire il Cous cous di cavolfiore all’interno di una ciotola capiente e condirlo con cumino, curcuma, curry, sale, pepe, limone e olio.

Per il condimento Tagliare a cubetti il peperone, la cipolla (prima marinarla con sale e aceto di mele per un’ora), i pomodorini, la carota e il sedano. Aggiungete i capperi, precedentemente dissalati, i piselli e le olive. Salare e pepare il condimento. Unire il cous cous al condimento, grattugiare la buccia del limone.

 il Raw sushi

Ecco una versione raw e versatile del famoso piatto giapponese, perfetta per il tuo picnic vegan:

Per le polpettine crudiste

1 cucchiaio di semi di lino
3 cucchiai di semi di girasole
5 mandorle
1 cucchiaio di tahin (facoltativo)
6 pomodori secchi

Procedimento
Frullate in un frullatore potente o macina caffè i semi. Aggiungete tahin e pomodori secchi ammollati per 1/2 ora. Frullate bene. Fate delle polpettine con le mani.

Per l’hummus di zucchine e semi di girasole
1 zucchina
1 cucchiaino raso di cumino
il succo di 1/2 limone
1 cucchiaio di semi di girasole
1 cucchiaio di salsa tahina

1 spicchio di aglio

Procedimento
Mettere tutto nel frullatore. Frullare bene e creerete la vostra salsina, densa e omogenea.

Assemblare il sushi

1 carota
1 zucchina
Fogli di alga nori

Procedimento
Prendete il foglio di alga nori e riponetela su un tappetino di bambù. Schiacciate con le mani le polpette sull’alga, sopra spalmate l’hummus crudo. Con un pela patate fate delle listarelle di carote e mettetele da una parte del foglio. Poi fate lo stesso con le zucchine. Con l’aiuto della stuoietta di bambù avvolgete il tutto. Tagliate a rondelle e decorate con zucchine e carote a julienne.

Finiamo il nostro menù per picnic vegan in natura, vegan e senza crudeltà con gli squisiti…

Brownies crudisti al cioccolato

Per 6 persone

180 g di noci (360 per la serata)

120 g di mandorle (240 gr per la serata)

270 g di datteri secchi morbidi denocciolati (500 gr per la serata)

40 g di cacao amaro in polvere (80 gr per la serata)

  1. Frullate i datteri fino a ridurli ad una crema compatta.
  2. Frullate le mandorle e le noci creando una farina
  3. Amalgamate la crema di datteri con le mandorle e le noci frullate.
  4. Aggiungete il cacao e amalgamate bene tutto.
  5. Se preferite avere un composto ancora più dolce unite due cucchiai di sciroppo d’agave.
  6. Foderate di carta forno una teglia e stendete l’impasto in modo da formare un rettangolo. Compattatelo per bene e livellatene la superficie.
  7. Ponetelo in frigorifero per 2-4 ore.
  8. Tagliate il rettangolo in tanti quadrati dalle dimensioni regolari. Servite.

Acqua di menta e ciliegie

In un litro di acqua portata precedentemente a ebollizione, mettere a bagno 30 foglie di menta e 2 cucchiaini di ciliegia essiccata, lasciare coperto fino a raffreddamento. Quindi filtrare, riporre in frigo e bere quando fresca.

 

Adesso che la bella stagione è alle porte divertiamoci a creare bevande fatte in casa, ecologiche e naturali: evitiamo di riempire la dispensa di bevande gassate e zuccherate.

Se il caldo ha già fatto capolino nella vostra città, le quantità di acqua richieste dal corpo aumentano.

Molto note sono le bevande estive pubblicizzate, immagini che fanno venire l’acquolina in bocca, calmano il senso di sete solo guardando: ma la maggior parte di queste note bevande sono ricche di zuccheri e coloranti. Aranciate senza arancia, te’ senza te’, al posto degli ingredienti originali aromi sintetici e dolcificanti. L’abuso delle bevande zuccherate che si trovano in commercio sono una delle cause principali di obesità infantile e lungi da noi ‘grandi’ pensare che facciano meno male alla nostra salute solo perché abbiamo qualche anno in più.

Le bevande fatte in casa per una salute più naturale

Un buon succo di mela o albicocca può essere facilmente fatto in casa e poi messo in frigorifero a rinfrescare, idem per tantissime altre bevande fatte in casa, di cui saremo assetati nella calda stagione.

La preparazione casalinga di bevande fatte in casa rinfrescanti è molto semplice, saranno esperimenti gustosi che piaceranno anche ai più piccoli.

Sciroppo di menta cocktail

Ingredienti
25 foglie di menta, 250 gr di zucchero integrale di canna, 250 ml di acqua, buccia di ½ limone
Preparazione
Lavare e asciugare bene le foglie di menta. Frullare le foglie con metà dello zucchero fino ad ottenere una pappetta: versarla quindi in un pentolino insieme all’acqua, al restante zucchero e alla buccia di limone grattugiata. Prima di accendere il fuoco, mescolare bene il composto affinché lo zucchero si sciolga.
Cuocere, quindi, a fuoco basso e spegnere quando inizia a sobbollire: se desiderate uno sciroppo più sodo, fate bollire più a lungo.
Fate riposare lo sciroppo in frigo dalle 4 alle 48 ore.
A questo punto si filtra: sterilizzare accuratamente una bottiglia di vetro facendola bollire per 20 minuti in acqua, porvi sopra il colino e una garza dentro a quest’ultimo: filtrare e strizzare la garza intrisa di sciroppo dentro al colino alla fine dell’operazione.
Questo sciroppo si conserva in frigorifero ed e’ ottimo come bevanda rinfrescante allungata con acqua, latte vegetale, sul gelato o semifreddi.

Ginger drink, la bevanda fatta in casa rivitalizzante allo zenzero

Tra le varie proprietà dello zenzero, troviamo quelle toniche e ricostituenti: è infatti utile contro l’affaticamento, l’astenia, quindi perfetto in estate.

Con lo zenzero si prepara una bevanda molto buona e semplice.

Ingredienti

1 radice fresca di zenzero di circa 5 cm di lunghezza, 1 litro e mezzo di acqua, 1 limone, 200 grammi di zucchero Mascobado o zucchero di cocco bio.

Versate l’acqua in una pentola e aggiungere la radice di zenzero sbucciata e grattugiata finemente: portare a ebollizione. Lasciate bollire per circa 15 minuti, poi spegnete il fuoco e lasciate che il liquido si raffreddi.

Una volta raffreddato, versatelo in una caraffa e mettetelo in frigo a raffreddare ulteriormente. Quando avrà raggiunto la temperatura desiderata, aggiungere lo zucchero e mescolate energicamente fino ad assorbimento. Aggiungere infine il succo di un limone.

Carcadè 

Una delle piante più note per le sue proprietà rinfrescanti è il carcadè, utilizzata per sopportare al meglio le alte temperature.

Il carcadè si può acquistare in bustine già pronte, ma anche sfuso: portate a ebollizione un litro di acqua bollente nel quale verserete 30 gr di fiori essiccati, lasciando in infusione per 20 minuti circa. Filtrare quindi consumare anche a temperatura ambiente.

Bevande fatte in casa: frullati vegan ghiacciati

I frullati, anche chiamati smoothie, sono ideali per disintossicare, dare energia, dimagrire, rinvigorire il corpo e la mente, ritrovare la calma, migliorare la digestione, mantenere in salute il cuore, rallentare l’invecchiamento, potenziare l’umore, rafforzare le difese immunitarie.

Essi idratano l’organismo poiché sono composti da acqua e altri elementi nutritivi come sali minerali importantissimi; accompagnano sia voi che i vostri bambini a un consumo maggiore di frutta, verdura, responsabili di proteggere il sistema immunitario. Anche la voglia di mangiare alimenti insani e grassi, facendo del frullato vegan un’abitudine, scemerà piano piano.

La dose di fibre giornaliera raccomandata e’ di 25-30 g di fibre al giorno: 150 g di more contengono 8 g abbondanti di fibre, 30 gr di semi di chia ne contengono 11. Questo significa che un buon frullato vegano al mattino vi donerà la quantità corretta anche di fibre.

Inoltre, da non sottovalutare neppure l’aspetto sociale e modaiolo: quella dei frullati, negli Stati Uniti, e’ divenuta una vera e propria moda salutare; niente di meglio diremo noi! Che cosa aspettiamo a farla diventare tale anche in Italia? Incontrarsi a casa di amiche per bere un buon frullato vegan sarà un momento di socialità davvero speciale.

Ecco qualche ricetta per voi.

Agrumi e pesche

240 ml di succo di arancia appena spremuto e 1 pezzetto di scorza , 1 banana congelata ,

40 g di pesche a pezzi o fragole congelate , 6 cubetti di ghiaccio , un po’ di pepe di Cayenna .

Frullate tutto e sorbite!

Frullato al cacao come bevanda fatta in casa

Questo frullato potrà diventare la bevanda estiva più amata dai vostri bambini.

Unite nel frullatore 200 ml di latte di mandorle o di riso, una pesca o due susine tagliate a fettine e due cucchiai di cacao amaro in polvere. Dolcificate con zucchero di canna integrale.

La gravidanza e la luna, un eterno abbraccio: la gravidanza è un evento nella vita di una donna, che ognuna può vivere in modo diverso e vario, ma che oggettivamente porta la donna stessa a scoprirsi in modo nuovo, a volte inaspettato, inedito.

Per molto tempo ho immaginato che, come il ciclo mestruale ha una sua natura ciclica, anche la gravidanza, in un certo modo, potesse averne una sua.

Così, da buona curiosa quale sono, ho preso il calendario dell’anno in cui è nata la mia seconda figlia della quale sapevo data di concepimento e data di nascita, e con non troppa sorpresa ho constatato che l’intuizione era giusta: 10 lune erano passate dal concepimento alla gravidanza.

Ho verificato, poi, anche con le date degli altri due miei figli, e ho visto che anche li potevo ritrovare queste 10 lune – nel mio caso abbondanti perché i miei figli sono tutti nati oltre le 41 settimane.

Mi piace, quindi, pensare di portare alle donne che vivono ora il tempo della gravidanza, o che lo vivranno in futuro, questa conoscenza, affinché ognuna di loro possa essere consapevole di questa ciclicità legata alle 40 – più o meno – settimane, alle 10 lune della loro gravidanza.

Vivere queste 10 lune come un appuntamento mensile, come un intimo incontro interiore tra se stesse e la Madre Luna, un incontro profondo e vero, in accoglienza del proprio sentire e delle proprie emozioni.

Voi, ma anche il vostro bimbo, ne trarrete grande beneficio; il bambino dentro il grembo materno, accoglie completamente le emozioni della madre, le vive perché intimamente connesso, le vive perché in totale apertura rispetto a voi e al tutto.

La Luna scandisce il tempo della gravidanza

Ogni lunazione, che segna poi il passare delle 40 settimane, vi accompagna, come una presenza certa e amorevole, nel vostro viaggio verso la nascita di vostro figlio, e alla vostra propria ri-nascita.

Proprio così, perché quando nasce un bambino, nasce anche una madre, nasce una parte nuova della donna, nasce una nuova modalità di essere coppia, famiglia; che il figlio sia il primo, il secondo, il terzo etc., non ha una grande rilevanza rispetto alla trasformazione che la nascita innescherà.

Ogni luna diviene un modo tutto speciale di avvicinarsi al proprio bambino, e con grande saggezza ogni luna porta una scoperta diversa.

Per questo il tempo della gravidanza è così importante e prezioso, perché è un tempo in cui gettare le basi per il nuovo che arriverà, per quanto questo nuovo sia difficile da toccare e da misurare prima; è un tempo per consolidare la coppia, ad esempio, per aumentare la comunicazione in famiglia, per imparare ad esprimere i propri bisogni, per imparare a riconoscere le proprie emozioni e dar loro un nome, per cercare di creare anche lo spazio per tutto ciò che sarà dopo.

La gravidanza dei papà

Io invito i papà, che non diventano padri quando prendono in braccio il neonato, lo sono fin da subito come la mamma, a condividere del tempo durante la gravidanza per creare una relazione con il bambino, e per accogliere la compagna nelle sue trasformazioni fisiche ed emotive; vivete anche voi queste 10 lune con la vostra compagna, lei si sta trasformando, il suo corpo fa spazio a vostro figlio, il suo cuore fa spazio a questo bambino, ascoltate cosa si muove dentro di voi, accogliete anche voi le vostre emozioni, date anche voi un nome a quello che sentite, e condividetelo insieme nella coppia.

Partecipate agli incontri di accompagnamento al parto, agli incontri sull’allattamento, informatevi, trovate il vostro modo di esserci. È un viaggio anche per voi questo, lo è per entrambi, anche se ha delle caratteristiche diverse, siate uniti nelle scelte, affidatevi al senso materno che è così prezioso e inestimabile. Il ruolo del padre per secoli è stato definito in modo rigido, in modo così poco rispettoso delle caratteristiche personali, che ha creato davvero delle rotture interiori negli uomini, che avrebbero voluto fare magari delle cose diverse, ma che non sono riusciti poi a realizzarle per paura del giudizio; riscattate, nuovi padri, il vostro modo di essere genitore, trovate il vostro centro che ha sede nel cuore, e lasciate che vostro figlio vi guidi.

Le informazioni che gravitano intorno ai neo genitori non sono sempre corrette

Nel mio lavoro di Doula, accompagno le madri nel viaggio della gravidanza, le sostengo nelle scelte, nel raccogliere informazioni, nel creare la loro rete di professionisti di cui potrebbero aver bisogno dopo la nascita.

Mi capita molto spesso in questa fase, di sentire da mamme e papà informazioni “tramandate” da familiari, conoscenti, cose che spesso sono solo riflesso di esperienze personali o comuni, ma che a volte hanno già il peso di una verità irreversibile, soprattutto in ambito familiare.

Ci tengo sempre a lavorare su questo aspetto, cioè sul precisare che ogni persona è un individuo diverso, unico, e che non è proprio così vero che se le nostre madri hanno vissuto talune esperienze in modo diretto, le dovremo vivere per forza anche noi.

Per questo invito ad informarsi bene dove ci sono dubbi, ad attingere anche a più fonti, a sentire profondamente ciò che si ha dentro e farsi guidare da questo sentire profondo, da questa propria guida interiore, un dono che tutti abbiamo e che dobbiamo solamente imparare a conoscere.

Che sia la scelta del ginecologo, dell’ostetrica, del luogo del parto, dell’allattamento e dell’accudimento, del percorso pedagogico ed educativo, ben venga la vostra naturale propensione di madre e di padre.

Come Doula sostengo la mamma e il papà proprio nel trovare la propria personale strada, di individuo e di famiglia, perché unico è il loro bambino.

 

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Gres effetto legno, gres lappato, gres opaco, gres lucido, gres effetto marmo, gres, gres, gres, gres… Bello ma… come pulire il gres porcellanato subito dopo la posa?

Sembra che chi vende piastrelle non abbia altro da proporre: GRES.

E ad essere onesti sono pure carini i pavimenti in gres ma non è tutto rose e fiore posare questo tipo di pavimenti come dice chi li vende.

È vero che il gres è quasi indistruttibile.

È vero che riproduce fedelmente i disegni e i tratti dei materiali che vuole sostituire (marmo, legno, granito, ecc)

Non è vero che è facile da pulire.

E sfido chiunque ad aver trovato una persona, solo una, che possa aver detto: il mio Gres è facilissimo da mantenere pulito.

Infatti la caratteristica che rende il gres porcellanato così resistente e diffuso è anche la caratteristica per cui è così difficile da pulire.

Come viene prodotto il gres

Il gres viene prodotto attraverso un processo di produzione abbastanza semplice e molto veloce: infatti le piastrelle di gres, di tutte le forme e misure immaginabili, vengono cotte ad altissime temperature per velocizzare il processo produttivo.

Queste alte temperature le rendono indistruttibili ma al contempo generano la particolarità per cui questo tipo di pavimento poi sembra che si assorba lo sporco.

Se potessimo vedere al microscopio la superficie del gres sezionato ci comparirebbe una immagine simile a questa:

Le micro ampolline che si vedono nella superficie sono il frutto della cottura ad alta temperatura, sono microscopiche, larghe appena qualche micron, ma abbastanza da ospitare al loro interno lo sporco.

Sporco che poi non si riesce ad eliminare con i normali lavaggi.

C’è una fase iniziale di lavaggio del pavimento che se non fatta renderà ancora peggiore l’esperienza di vita con questo pavimento ed è il lavaggio da fare appena fatta la posa del pavimento. A fine posa è fondamentale fare un lavaggio con un prodotto a base acida del pavimento. Il motivo è che all’interno delle micro ampolline, durante il lavoro di posa, si accumulano residui di cemento e di colla di posatura andando a saturare completamente le microporosità del pavimento.

Tale sporco è impossibile da rimuovere con i normali detersivi e senza un preciso procedimento di pulizia.

Come pulire il gres porcellanato

Vediamo nel dettaglio come fare e di cosa avrai bisogno.

Di cosa avrai bisogno:

Lemontrì di Verdevero, un detergente acido adatto al primo lavaggio del pavimento appena posato

Un secchio con acqua

Alcune spugne per piatti abrasive

Splendi di Verdevero, il detersivo ecologico per pavimenti

Un paio di guanti

Vecchi panni asciutti oppure carta assorbente

Un mocio in microfibra

Ti lascio qui sotto i link a ogni prodotto elencato:

Procedimento per pulire il gres porcellanato:

Prendi un secchio d’acqua e versa 100 ml di Lemontrì ogni litro di acqua. Otterrai una soluzione molto acida, motivo per cui ti consiglio di fare questo procedimento con i guanti.

Immergi la spugna nella soluzione di acqua e Lemontrì e strofina energicamente piastrella per piastrella.

Ti consiglio di usare il bordo delle piastrelle come spazio di lavoro. Non voler strafare, fai una piastrella per volta e alla fine otterrai un pulito più omogeneo.

Strofina tutta la stanza e una volta terminato asciuga con dei panni asciutti o con della carta assorbente.

A questo punto svuota il secchio e prepara una nuova soluzione con 50 m di Splendì e 2,5 litri di acqua.

Rilava tutto il pavimento per un paio di volte con questa soluzione e il mocio. La funzione è quella di andare a fermare l’azione dell’acido e uniformare la pulizia del pavimento.

A questo punto avrai fatto il primo passo per mantenere pulito il più a lungo possibile il tuo pavimento in gres porcellanato.

Mantenimento:

Fai una regolare pulizia con Splendi e il mocio in microfibra, è fondamentale usare sempre acqua pulitissima per evitare di lasciare residui di sporco sul pavimento che si andrà ad annidare nuovamente all’interno delle micro ampolline del gres.

Di tanto in tanto, io consiglio una volta all’anno, sarà necessario fare una pulizia di fondo simile a quella descritta sopra per il primo lavaggio.

Trovi la procedura di ripristino del tuo gres a questo indirizzo: https://www.verdevero.it/come-pulire-il-pavimento-in-gres-perennemente-sporco/

E qui un video in cui spieghiamo la corretta procedura per lavare correttamente il tuo gres quotidianamente. ↓ ↓ ↓ ↓ ↓ ↓ ↓ ↓

L’esposizione solare è un grande tema del momento:  è arrivata l’estate e non so tu, ma io ho una voglia pazza di sole, vacanza e relax!

Con questo articolo intendo darti dei consigli per un’esposizione solare consapevole, preparando la tua pelle a ricevere tutti i benefici da questa fonte di vita, il sole, senza però esporti ai danni causati dai raggi ultravioletti.

Il sole è un’insostituibile fonte di vita, fornisce alla Terra calore e luce, responsabile dell’attivazione del processo di fotosintesi clorofilliana, permette alle piante di produrre energia e sostanze nutritive.

L’esposizione solare negli esseri umani, stimola la produzione di Vitamina D, un ormone molto importante per il nostro sistema immunitario e per i tessuti di sostegno, tra cui le nostre ossa.

Ti sei mai chiesto perché il nostro umore cambia nelle giornate soleggiate?

L’esposizione solare ha un’ effetto benefico sul nostro umore in quanto stimola la produzione di serotonina, l’ormone del benessere, il quale regola i livelli di stress e il ritmo sonno-veglia.

Ciò comporta una migliore qualità del sonno, e, come negarlo, sicuramente meno stressati e più felici in estate!

Oggi ti voglio dare dei consigli per prepararti al meglio a ricevere tutti i benefici dall’esposizione solare:

ESPONITI GRADUALMENTE AL SOLE ED UTILIZZA UNA PROTEZIONE SOLARE ADATTA AL TUO FOTOTIPO

Mi chiederai, ma che cos’è mai il fototipo?

Il fototipo indica la quantità di melanina presente nella tua pelle, esistono sei tipologie di fototipo, conoscere il proprio fototipo, ti permetterà di scegliere la crema solare su misura per te e di conseguenza non trovarti il primo giorno al sole, con una bella scottatura da gestire.

Esponiti gradualmente al sole, mezzora al giorno massimo per poi, via via, aumentare: evita di esporti quando il sole è al massimo del suo picco, nelle ore centrali, e non dimenticarti la crema solare.

Ricordati di applicare la crema ogni ora, al massimo ogni ora e mezza, a maggior ragione se la tua pelle è sensibile, perché l’effetto sparisce.

Quante volte ti sei trovato a dire “Questa crema solare non funziona!”, quello che non funziona è che tu pensi che duri tutta la giornata e sia resistente all’acqua!

QUALCHE GIORNO PRIMA DELL’ESPOSIZIONE SOLARE EFFETTUA UNO SCRUB CORPO

Un consiglio… non farlo il giorno stesso e neanche immediatamente il giorno prima!

Qualche giorno prima, elimina le cellule morte e rinnova la tua pelle con lo scrub più adatto al tuo tipo di pelle, se hai una pelle sensibile, fatti consigliare uno scrub delicato!

Un mito da sfatare è che lo scrub toglie l’abbronzatura, o ancora, fa abbronzare meno: non è vero, permette di uniformare al meglio l’abbronzatura, permette alla pelle di essere più ricettiva a ricevere tutti i benefici della luce solare, e a far durare più a lungo l’abbronzatura.

IDRATATI A SUFFICIENZA DURANTE IL GIORNO

Ricordati che il nostro corpo è fatto per il 70% circa di acqua, perciò non dimenticarti di bere: i benefici dell’idratazione riguarderanno anche la tua pelle, che risulterà più luminosa ed idratata.

Ti consiglio, se vuoi, di aggiungere all’interno della tua acqua dei sali minerali, come magnesio e potassio, i sali minerali vengono eliminati con la sudorazione, in questo modo verranno correttamente integrati nel tuo corpo e ti sentirai meno stanco e spossato.

FAI IL PIENO DI ANTIOSSODANTI

Nella tua alimentazione quotidiana, ricordati di utilizzare cibi ricchi di antiossidanti, vitamina C, E, COENZIMA Q10, in questo modo previeni i danni causati dall’esposizione solare, evitando i fastidiosi eritemi solari che saranno solo un ricordo lontano.

Privilegia cibi ricchi di frutta e verdura di stagione di colore giallo, arancio e rosso: carote, albicocche, pomodori, pesche, melone, cereali integrali, frutta secca, in grado di contrastare i radicali liberi.

Se pensi di non integrarli a sufficienza nella tua alimentazione, ricorri ad un’integratore ricco di carotenoidi ed antiossidanti, fatti consigliare quello più adatto a te, in questo modo prepari al meglio la tua pelle all’esposizione solare.

NUTRI LA TUA PELLE CON UNA BUONA CREMA DOPO L’ESPOSIZIONE SOLARE

Ricordati di nutrire la tua pelle dopo esserti esposto al sole, utilizza una crema o un’olio nutriente ed idratante, o comunque adatto al tuo tipo di pelle, una crema naturale, senza componenti chimiche, che rispetti al meglio la tua pelle, senza siliconi, peg, profumi, parabeni, meglio ancora se nickel tested.

Se la tua pelle dopo l’esposizione solare, risulta arrossata e/o irritata dal sole, ti consiglio di utilizzare una crema che contiene Aloe e Calendula, piante dall’azione lenitiva, emolliente ed antinfiammatoria, le quali aiutano la cicatrizzazione.

Ad Altea ti sappiamo dare consigli personalizzati in base alle tue esigenze personali: vieni a trovarci e visita il nostro shop on line www.alteaerboristeriashop.it

Non mi resta che augurarvi una rilassante e divertente estate!

Per tutti coloro che vivono in case con problemi di umidità è fondamentale comprendere come eliminare la muffa dai muri in via definitiva. Questo infatti è un problema tanto diffuso quanto pericoloso.

I metodi utilizzati e i prodotti presenti in commercio che promettono di risolvere questo problema sono moltissimi.

Sono però realmente efficaci e capaci di garantire un risultato durevole nel tempo?

Analizzeremo i metodi antimuffa più utilizzati verificando i pro e i contro di ognuno!

Prodotti chimici antimuffa

I prodotti chimici in vendita nei supermercati o nei negozi specializzati nel fai da te riescono ad eliminare in modo rapido ed economico le antiestetiche macchie di muffa. Non c’è che limbarazzo della scelta, ma si tratta veramente della scelta giusta?

Candeggina

Certamente questo è il metodo più utilizzato per cancellare le macchie di muffa dai muri. I suoi vantaggi? È facilmente reperibile e costa poco.

Questo prodotto è realmente capace di togliere temporaneamente dalla nostra vista il nero dai muri, ma a che prezzo?

La candeggina ha come ingrediente principale lipoclorito di sodio e contiene il cloro, che è un gas talmente tossico da risultare irrespirabile per gli esseri viventi.

La candeggina possiede proprietà igienizzanti proprio per la percentuale di cloro che contiene, ma non è efficace contro la muffa.

La sua azione infatti si limita ad eliminare le macchie, ma non riesce ad evitarne la ricomparsa.

La presenza di componenti tossici genera inoltre innumerevoli problemi, quali:

  • danni per la salute: la sua tossicità rende laria irrespirabile e nociva per i polmoni

  • può generare intossicazioni, se non utilizzata con le dovute precauzioni

  • corrode la vernice

  • genera macchie gialle sulle porzioni di muro trattate

Analizzando i pro e i contro possiamo concludere che gli aspetti negativi superano di gran lunga quelli positivi. Inoltre la candeggina NON risolve il problema della muffa, in quanto non agisce sulle cause generatrici quali i ponti termici, la presenza di un tasso di umidità elevato, la scarsa aerazione.

Spray Antimuffa

Gli spray antimuffa rappresentano unalternativa alla candeggina.

Hanno un costo contenuto e grazie al nebulizzatore sono facilmente applicabili. È sufficiente erogare il prodotto, strofinare per ottenere temporaneamente e apparentemente un buon risultato.

Gli spray antimuffa però risultano essere ancora più nocivi rispetto alla candeggina.

Contengono infatti oltre allipoclorito di sodio e ai sottoprodotti del cloro anche i biocidi. Il biocida è una sostanza chimica oppure un microrganismo capace di distruggere qualsiasi organismo nocivo.

Molti dei prodotti venduti come biocidi, antimicrobici o fungicidi sono però ancora più pericolosi della muffa stessa per la salute delle persone.

Perché i biocidi non sono efficaci contro la muffa?

  • non agiscono sulle cause che permettono alla muffa di svilupparsi;

  • alcuni biocidi sono costituiti a base acqua. Una volta evaporati gli ingredienti attivi questi prodotti lasciano le superfici umide, favorendo lo sviluppo delle muffe;

  • la maggior parte dei biocidi che sono efficaci contro la muffa sono altamente tossici

  • Il biocida uccide le spore, che però continuano ad essere pericolose per lorganismo anche da morte.

Come la candeggina, anche gli antimuffa spray eliminano temporaneamente le antiestetiche macchie. Non appena però si ricreano le condizioni ideali che permettono alle spore di svilupparsi, la muffa cresce più estesa di prima!

Rimedi naturali contro la muffa

Chi presta particolare attenzione alla salute cerca di ricorrere allutilizzo di principi attivi naturali per eliminare la muffa dai muri di casa. Utilizzare queste soluzioni apporta molteplici vantaggi, in quanto sono economiche, facilmente reperibili e 100% naturali.

Riusciranno però questi miscugli naturali ad evitare che la muffa si riformi e ad eliminarla definitivamente?

I rimedi naturali contro la muffa più utilizzati sono:

  • aceto,

  • bicarbonato,

  • semi di pompelmo,

  • acqua ossigenata,

  • sale grosso,

  • olii essenziali

Pur non essendo nocivi questi metodi possono funzionare solo in caso di problemi di muffa lieve e in assenza di ponti termici e problemi di isolamento termico. Molti di essi possiedono proprietà igienizzanti e antibatteriche, ma risultano del tutto inefficaci nel contrastare la muffa da condensa.

Anche in questo caso perciò, dopo aver lavato viala muffa sarà solo questione di tempo affinché le spore riprendano a svilupparsi.

È chiaro perciò che solo agendo sulle cause che favoriscono la sua formazione sarà possibile sconfiggere la muffa in via definitiva.

Pitture antimuffa

Le pitture antimuffa sono una tipologia di vernici che contengono al loro interno dei principi tossici per le muffe.

Come possono questi prodotti eliminare le macchie causate dai funghi e dalle spore?

Le pitture antimuffa, così come gli spray antimuffa, contengono biocidi che svolgono unazione fungicida, riescono a igienizzare e a contenere temporaneamente la formazione della muffa. Le sostanze aggiunte alla pittura per renderla antimuffa sono però tossiche e potrebbero dare origine a problemi respiratori in persone particolarmente sensibili.

Le vernici antimuffa possiedono unazione antimuffa solo a livello superficiale, sulla parte visibile del fungo. Le spore della muffa rimangono così radicate nel muro in stato di latenza pronte a svilupparsi nuovamente al comparire di condizioni favorevoli.

Non agendo direttamente sulle cause generatrici della muffa, quali umidità, esistenza di ponti termici, ventilazione insufficiente le pitture antimuffa non garantiscono un risultato duraturo.

Pitture termoisolanti

Le pitture termoisolanti creano un effetto barriera per aumentare l’isolamento e di conseguenza limitare la formazione della condensa e della muffa.

Scopo principale delle pitture isolanti è pertanto la coibentazione. Per raggiungere questo scopo allinterno di queste pitture vengono inserite microsfere di vetro o di ceramica o infine materiali naturali come il sughero.

Per risultare efficaci contro la muffa questi prodotti devono essere utilizzati in modo appropriato. In particolare:

  • devono essere stesi su tutte le pareti e non solo su porzioni delle stesse

  • l’applicazione devessere preceduta da un ciclo sanificante

  • le pitture non devono essere coperte con vernici traspiranti colorate

  • devono riuscire a compensare lo sbalzo termico generato dai ponti termici

Risulta perciò fondamentale affidarsi a personale specializzato in grado di scegliere il prodotto più adatto (maggiore è il potere isolante della pittura maggiore è il suo costo) e di garantire il rispetto delle procedure sopra indicate.

Pitture naturali

Le pitture naturali sono delle vernici ecologiche, di origine vegetale, prive di sostanze chimiche e 100% naturali. Sono il prodotto adatto per tutti coloro che prestano particolare attenzione alla salute, che presentano problemi lievi di muffa generati prevalentemente da cattive abitudini piuttosto che da problemi strutturali.

Questi prodotti hanno generalmente un costo superiore del 30% rispetto alla pittura chimica” e non garantiscono una copertura perfetta.

Le vernici naturali inoltre risultano del tutto inefficaci in situazioni complesse ove siano presenti problemi di insufficiente isolamento termico, di umidità e di condensa.

Le muffe si nutrono di sostanze organiche contenute nelle pitture: se il muro è sottoposto costantemente a condensa, linsorgenza di questo problema sarà inevitabile.

Come eliminare la muffa dai muri definitivamente

Per riuscire a vincere la guerra contro la muffa una volta per tutte è necessario riuscire ad identificare e di conseguenza agire sulle cause che lhanno generata.

Qual è allora il miglior prodotto per eliminare la muffa per sempre?

Bastamuffa è un’azienda leader nel settore, che ha realizzato un trattamento realmente efficace, costruito su misura per ogni caso di muffa.

Il trattamento consente di:

  • individuare il tipo di muffa che ha aggredito la tua casa, risalendo alle cause che lhanno generata, grazie alla valutazione gratuita della muffa

  • disinfettare le superfici colpite da muffa in profondità, bloccando il proliferare delle spore

  • creare uno strato che protegge i muri dallumidità e dalla formazione della condensa

  • predisporre uno scudo termico che riesce a rendere le pareti più calde

Il tutto attraverso lutilizzo di prodotti naturali (privi di cloro, biocidi e VOC), che non contengono perciò sostanze chimiche tossiche. Il trattamento Bastamuffa inoltre è garantito per 5 anni.

Bastamuffa riesce a realizzare tutto ciò che le altre soluzioni antimuffa solo promettono: eliminare il problema alla radice attraverso lutilizzo di prodotti naturali, creando una soluzione personalizzata, per un risultato garantito nel tempo!

Imparare a pulire per limitare le allergie è importante tanto quanto lo è mangiare bene. Le allergie sono sempre esistite. Magari non tutte le allergie che esistono ai giorni nostri, ma di sicuro sono sempre esistite.

L’allergia ai metalli pesanti di sicuro è una nostra invenzione. D’altra parte loro, i metalli pesanti, se ne stavano nascosti per benino nella natura e  noi ci abbiamo messo tutto il nostro ingegno per tirarli fuori e a concentrarli a percentuali tali da farci del male, in oggetti, profumi e detersivi.

Abbiamo anche modificato il nostro stile di vita fino all’inverosimile, sempre per rendere il compito  più facile a sostanze irritanti e allergeni. Non esistevano i gas di scarico delle macchine e degli impianti industriali, non esistevano detersivi, farmaci, deodoranti e via così.

I dati epidemiologici degli ultimi anni dimostrano un vertiginoso aumento nella frequenza di queste malattie e soprattutto nelle aree urbane.

Si può dire di tutto e di più, ma chi soffre di queste fastidiosissime allergie cosa può fare?

Si può trovare un pò di sollievo in casa… ma anche qui le insidie sono ovunque. I detersivi aumentano le irritazioni. I farmaci funzionano pochino. Rimane il fatto che le pulizie restano uno dei modi più efficaci per prevenire lo scatenarsi delle allergie.

Pulire casa naturalmente per contrastare le più comuni allergie

Dobbiamo imparare, quindi, a pulire casa con metodi naturali senza perdere i benefici effetti del pulito nella nostra abitazione. Ecco qualche piccolo consiglio:

  • Il primo modo per ridurre la circolazione dei pollini in casa è l’uso di filtri appositi, che raccolgono le sostanze allergizzanti disperse nell’aria. Utilizzare filtri lavabili, invece degli usa e getta, ci consente di avere lo stesso effetto senza rinunciare alla sostenibilità ambientale.
  • Utilizzare aspirapolvere con filtri HEPA. Funzionano allo stesso modo di un tradizionale aspirapolvere, ma è dotato di filtro anti-polline: questi strumenti sono in grado di aspirare e filtrare l’aria e divani, cuscini e altri oggetti dove i pollini vanno a nascondersi.
  • Anche la lavatrice è un ottimo mezzo per fare le pulizie riducendo la presenza di pollini su lenzuola e coperte: questa operazione, anche in rispetto dell’ambiente, va fatta con detersivi ecologici o autoprodotti.
  • Pulire i pavimenti un po’ più frequentemente rispetto all’inverno è un’altra operazione utile per ridurre gli effetti delle allergie: è importante però non sollevare la polvere con la scopa, ma raccoglierla con un panno umido. Anche in questo caso la presenza di detersivi irritanti può essere controproducente. Dai un occhio a questo post. 😉

 

Intestino irritabile, che grande problema! Conosciamo così poco del nostro intestino, e ancor meno del nostro cervello… si dice che l’intestino sia il nostro secondo cervello… E se in realtà fosse il primo?

Ascoltando una conferenza di un dottore italiano, il Dott. Lozio, ho trovato molto interessante un suo esempio per avvalorare questa tesi:

L’intestino non è il nostro secondo cervello, è il primo: avete mai provato a ragionare o a portare avanti i vostri compiti giornalieri con un mal di pancia molto doloroso? E’ l’intestino che governa, non il cervello”.

Il nostro intestino è popolato dalla flora batterica che è l’insieme dei microrganismi che ci vivono. Nelle mucose intestinali sono presenti più di 500 specie di batteri buoni che vivono in simbiosi. Questi batteri costituiscono un vero e proprio ecosistema che deve contrastare l’eventuale invasione di specie patogene per riuscire a mantenerne l’equilibrio.

Quando questi batteri sono in equilibrio e si rispettano siamo in un stato di EUBIOSI. Dal momento in cui questi iniziano a sgomitare fra loro, a non rispettarsi e ad andare in competizione parliamo di uno stato di DISBIOSI che causa intestino irritabile e non solo.

È molto importante riuscire a mantenere questo stato di equilibrio perché i batteri hanno molteplici funzioni, a dir poco primarie per la nostra esistenza, vi porto qualche esempio:

  • Controllano la moltiplicazione delle cellule;
  • Creano nutrimento per le cellule;
  • Producono vitamine come la B2 e la B3, fondamentali per avere energia;
  • Producono l’acido propionico che è fondamentale per bruciare grassi e zuccheri;

È scientificamente provato, inoltre, che tutte le malattie nascono dall’intestino: malattie cardiovascolari, malattie autoimmuni, allergie, tumori, sindromi metaboliche come il diabete di tipo 2, sono tutte figlie della disbiosi: dal momento in cui riportiamo l’equilibrio nel nostro intestino lui sarà in grado di gestire tutti gli altri organi.

Intestino in salute: ecco come

Come facciamo allora a mantenere il nostro intestino in salute?

I nostri primi batteri intestinali li acquisiamo durante la nostra nascita, durante il parto, dall’allattamento materno e via via dal mondo esterno… durante la nostra crescita questi batteri continuano a venire incrementati dalla nostra vita quotidiana, soprattutto dall’alimentazione, infatti alcuni batteri con il tempo muoiono e vengono rimpiazzati grazie al cibo che ingeriamo.

Fin qui tutto bene no?

Però ci troviamo nel 2021… cibi più industrializzati, raffinati, lavorati; frutta e verdura coltivata in modo sempre più commerciale, basata sulla velocità di crescita e sulla quantità, ma soprattutto sempre più sterilizzata e priva di nutrimenti e vitamine.

Capite bene che tutto questo ci porta a un deficit di batteri buoni che non riusciamo più ad ingerire, come magari facevano una volta i nostri antenati, e che dobbiamo incrementare attraverso altre formule che si trovano in commercio, come ad esempio con i probiotici.

Attenzione, ci sono svariate qualità di probiotici in vendita, non tutti sono funzionali, bisogna sceglierli con estrema cura e soprattutto selezionare quelli con la funzione più adatta a noi.

Solitamente nelle consulenze il cliente mi riporta il suo stile di vita, se assume farmaci, antibiotici, se ha problemi digestivi, di gonfiore, reflusso ecc, così da poter decidere insieme un percorso di purificazione e di ripopolamento di batteri buoni nell’intestino, una sorta di reset per ricominciare a favorire un buon funzionamento dell’organismo.

Scegliamo, quindi, un’alimentazione il più possibile naturale, povera di zuccheri semplici e di alcolici e ricca di frutta e verdura di stagione (magari acquistata da un contadino di fiducia), di cereali e legumi che favoriscono la crescita di batteri buoni.

Non c’è un’alimentazione adatta a tutti, alcuni alimenti possono causarci gonfiore, infiammazione ecc.. dobbiamo ascoltarci e scegliere gli alimenti giusti per noi, in modo da mantenere il nostro organismo in salute.

Intestino irritabile: i sintomi della disbiosi

I sintomi della disbiosi possono essere cattiva digestione, meteorismo, dolori addominali (causati dai villi intestinali infiammati e quindi non in grado di assorbire in maniera corretta le sostanze), pancia perennemente gonfia, candida e cistiti ricorrenti, stitichezza o diarrea frequente.

Quali potrebbero essere le possibili cause di disbiosi?

  • Vita sedentaria
  • Alcool e fumo
  • Terapie antibiotiche
  • Farmaci presi in maniera frequente come ad esempio lassativi, anti-infiammatori, antinfluenzali, ansiolitici
  • Stress
  • Dieta scorretta

Conclusione? Dobbiamo cercare di aiutare il nostro organismo a mantenerci in salute, utilizzando delle accortezze nel nostro stile di vita che ci permetteranno di essere equilibrati anche all’interno nel nostro corpo.

Mangiamo sano, facciamo passeggiate e sport all’aria aperta, godiamoci il nostro tempo libero nella maniera più naturale e semplice possibile.

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La quinoa è un superfood perché ricca di proteine e di sali minerali.

Riviste e blog la propongono in modo sensazionale, e tutti siamo abituati a vederne solo gli aspetti migliori, tralasciando questioni scomode legate alla coltivazione e allo sfruttamento del lavoro.

La quinoa viene spesso utilizzata nell’alimentazione vegana, perché la sua carica proteica la annovera tra i superfood, oltre che ferro e vitamine: ci sono però degli accorgimenti da tenere, come ad esempio la pulizia del seme che può essere sporco.

Le coltivazioni intensive di quinoa, chiamata anche oro degli Inca, sono un problema etico per il Sud America, ed è quindi importante trovare delle soluzioni.

Fortunatamente esiste anche una filiera italiana, scopriamo i dettagli in questo video:

 

Scopri altri articoli sulla quinoa:

https://www.stilenaturale.com/quinoa-ricette/

https://www.stilenaturale.com/quinoa/

https://www.stilenaturale.com/quinoa-in-cucina/

Ogni giorno viviamo almeno un’esperienza di conflitto tra la nostra parte razionale e quella emotiva: questo conflitto lede il nostro equilibrio interiore. Pensiamo di dover fare qualcosa che a volte non vogliamo fare e desideriamo qualcosa che non corrisponde al nostro massimo bene possibile. Nonostante questo continuiamo a fare quello che non ci piace e perseguiamo desideri che non sono salutari. È possibile mettere pace tra razionalità e passione?

Sì, esiste un modo per trovare l’equilibrio tra mente e inconscio, senza dover rinunciare a nessuna delle due.

Binomio mente e cuore

Quando dobbiamo scegliere se perseguire azioni basate sulla logica o sulla passione, pensiamo a queste due parti come separate. La natura dell’essere umano è invece complessa: ogni sua parte è unita con le altre e interconnessa. Se uno spillo punge un dito della mano, poco importa quale viene colpito: chi soffre è sempre la persona a cui appartiene la mano; ogni parte comunica con tutto il corpo.
Per questo motivo è importante vincere il conflitto tra ragione e passione, soltanto uscendo dal binomio mente e cuore si può arrivare a un modo nuovo di risolvere il conflitto e ritrovare l’equilibrio interiore.

Un cervello, molte menti

Il cervello umano è stato spesso paragonato al computer. Il suo lavoro principale è infatti quello di elaborare e immagazzinare le informazioni. La ragione, davanti a domande, enigmi e problemi, processa le informazioni e cerca di trovare una soluzione, utilizzando i programmi che ha imparato con l’esperienza e le varie zone di memoria in cui conserva i dati che sono rimasti impressi nei ricordi. Questa metafora è molto utile per spiegare una parte del lavoro della mente, ma non ci aiuta molto a comprendere come sia possibile che in situazioni differenti, adottiamo comportamenti a volte contraddittori e come mai in certe circostanze, certe azioni ci riescono facilmente, mentre in altri contesti perdiamo la motivazione o ci troviamo a gestire emozioni impreviste. Questo accade perché nel computer ci sono molti programmi, che vengono attivati secondo regole che sono spesso non visibili alla ragione.

Valori, scopi, credenze che intaccano l’equilibrio interiore

Nella memoria registriamo ricordi, capacità pratiche, informazioni ma anche valori e credenze; queste due strutture si creano con l’esperienza di ogni giorno: ci dicono quello che è giusto e sbagliato per noi e l’idea che abbiamo di noi stessi e delle categorie di cose o persone che incontriamo nel mondo. Solo alcuni valori e credenze ci sono evidenti, la maggior parte è sommersa nell’inconscio e agisce a nostra insaputa. Anche i nostri scopi sono spesso nascosti ai nostri occhi: sappiamo che desideriamo avere ragione al lavoro, che non vogliamo fare brutta figura con il partner, che per noi è importante prendersi cura dell’ambiente, ma poco sappiamo del “perché” è così importante. Nell’inconscio sono nascosti i motivi per cui facciamo quello che desideriamo fare e le ragioni per cui detestiamo altre situazioni; sono custodite informazioni segrete su quello che riteniamo vero e su quello che davvero pensiamo.
La mente razionale crede di essere pronta a vincere una certa sfida, ma nell’inconscio può essere nascosta la credenza di non essere adeguati, non essere abbastanza, non essere degni.
Le credenze, i valori e gli scopi, variano molto poco da un contesto all’altro e ci aiutano a comprendere e prevedere il nostro comportamento.

Conflitto di credenze

Quando il nostro inconscio e la nostra mente hanno credenze differenti, si creano conflitti nella vita quotidiana. Se l’inconscio è convinto che per vendere qualcosa, si deve fregare la persona a cui stai vendendo, o che ogni forma di guadagno proprio è qualcosa che sta danneggiando il prossimo; questo si manifesterà nel quotidiano e porterà a numerosi fallimenti. Il venditore che ha la credenza inconscia di fregare, può esserne completamente all’oscuro, ma il suo comportamento non sarà congruente e la sua energia sottile avrà vibrazioni dissonanti.

Tutti noi parliamo sempre energeticamente, anche se non ce ne rendiamo conto, le nostre energie interagiscono con quelle degli altri; che più sono sensibili, più percepiranno questa mancanza di armonia e di equilibrio nella nostra comunicazione. Le credenze, fortunatamente, si possono cambiare: per farlo è necessario scoprire quali sono le credenze limitanti che stanno agendo nell’inconscio, solo dopo si possono modificare le credenze inconsce. Quando mente e inconscio sono in conflitto tra loro, le strade che si possono percorrere sono solo due: rafforzare la mente per sottomettere l’inconscio, oppure abbandonarsi all’istinto e seguire intuizioni e pulsioni. Molti seguono queste soluzioni e più sono bravi ad applicarle, più saranno gravi le conseguenze di aver represso una parte importante di sé. Esiste una soluzione per uscire dal conflitto e permettere alle due parti di dialogare.

Uscire dal conflitto

Quando due persone hanno interessi contrastanti e non riescono a trovare l’accordo, il rapporto inizia a rovinarsi, non è più possibile il compromesso e si accumula rancore e insofferenza. Nella vita quotidiana questo accade spesso, le persone che non trovano l’accordo possono scegliere lo scontro oppure decidere di rivolgersi a un giudice, che ascoltate le due parti, emetterà un verdetto per risolvere la situazione in modo equo.
Da quale giudice possono andare la mente e l’inconscio? Chi ha fatto meditazione ha già scoperto che la mente non è la parte più sviluppata dell’essere umano. Meditando si scopre l’intelligenza spirituale, quella parte della nostra energia che ci collega al tutto e che agisce mediante l’intento e non tramite il volere. La consapevolezza può alzarsi oltre la mente razionale e osservare da una prospettiva spirituale le due parti in conflitto, da quella posizione è possibile sempre trovare una soluzione.

Mente e inconscio

Tutti siamo in grado di osservare i nostri pensieri coscienti, è quindi semplice comprendere i nostri obiettivi razionali e quello che vogliamo. L’inconscio si chiama in questo modo perché contiene informazioni che non sono accessibili alla coscienza, uno dei suoi compiti è proprio quello di proteggerci da certe conoscenze. La mente impazzirebbe se dovesse registrare tutto quello che i sensi percepiscono; per questo solo una piccola parte viene osservata dall’attenzione, il resto lo percepiamo senza rendercene conto. Ci sono inoltre eventi traumatici, sofferenze, problematiche, che la nostra parte interiore, ci mostra solo in parte, per permetterci di vivere una vita funzionante e dosare la quantità di dolore. In questo modo, proseguendo nel nostro cammino di evoluzione, gradualmente siamo grado di vedere sempre meglio dentro noi stessi e affrontare la guarigione in modo più profondo e duraturo.

Comunicare con l’inconscio

Per poter comunicare con l’inconscio, è necessario uscire dalla visione mentale. La mente vorrà sempre cercare un modo per ottenere quello che desidera, sfruttando le forze incredibili dell’inconscio. Quando la mente si rivolge all’inconscio, questo si sente in pericolo, manipolato e reagisce in modi bizzarri.

Inoltre, l’inconscio non parla utilizzando parole, ma ha un codice simbolico che la mente non potrebbe comprendere. Sviluppando l’intelligenza spirituale si può elevare la propria consapevolezza, oltre il livello mentale e iniziare un processo di incontro e conoscenza con l’inconscio. Prima di potersi rivolgere al giudice, le due parti devono fidarsi di lui, e rispettarlo. Se non c’è un rapporto di fiducia, le parti non accetteranno la decisione dell’intelligenza spirituale e tutto sarà inutile.

Uscire dalla mente

Prima di intraprendere un percorso di sviluppo personale, molte persone ritengono di essere la propria mente. Ogni istante abbiamo pensieri in testa, le nostre parole traducono il caos mentale e gli danno ordine, fino al punto che ci convinciamo che la ragione, l’intelletto, sia la descrizione e definizione della nostra natura. Iniziando a meditare con costanza, ci si rende conto presto che non c’è niente di più lontano dalla verità, la mente è solo una parte, come lo sono le emozioni e il corpo; l’essere umano è molto più grande di questi elementi, è connesso al tutto ed è parte del tutto.
La prima volta che si sale in aereo in una giornata piovosa, si può avere la paura di essere colpiti da un fulmine o che l’acqua si ghiacci sulle ali, in alta quota; dall’oblò i dettagli del terreno diventano sempre più piccoli e le nubi sempre più vicine. L’aeroplano poi entra dentro le nuvole e d’improvviso non si vede più niente, ma con qualche momento di pazienza si prenderà ancora quota, sollevandosi e uscendo dalle nuvole. Grande è la sorpresa la prima volta che si osserva quello spettacolo: sotto l’aereo, la pioggia continua ma superate le nubi il cielo è sereno e il sole non potrebbe essere più splendente.
La pioggia non è certo finita, le nuvole sono sempre al loro posto, la terra è ancora sottostante, siamo noi che abbiamo raggiunto una prospettiva differente e che possiamo osservare in modo differente la realtà.
Bastano 15 minuti al giorno di meditazione, per iniziare il proprio viaggio verso la percezione e consapevolezza della propria intelligenza spirituale. Una strada alternativa è quella di praticare Reiki o QiGong ma non basterà solo frequentare i corsi: è la pratica che permette di elevarsi, non la tecnica.

La mediazione delle parti

Dopo aver praticato meditazione o altre tecniche simili per il tempo necessario, si inizierà a percepire la propria intelligenza spirituale. Quando la consapevolezza potrà sollevarsi oltre il rumore della mente e si riuscirà a contemplare il silenzio, sarà il segnale che vi siete sollevati oltre le nuvole. La strada però è solo iniziata, per i più coraggiosi e tenaci ci sono altezze infinite che attendono di essere scoperte.
Per comunicare con l’inconscio però basta quello, semplicemente portare la consapevolezza oltre il rumore mentale, che non sarà scomparso, ma resterà un sottofondo che non interferisce.
Quando avrete raggiunto questo stato, sarà possibile iniziare un rapporto di conoscenza con l’inconscio, al termine del quale lui accetterà di comunicare. Seguendo questo percorso, il rapporto con l’inconscio sarà sempre migliore e non si correranno rischi o fallimenti.

Patti chiari

Quando si inizia la comunicazione con l’inconscio bisogna conoscere certe regole, per interpretare le risposte e per capire come fare le domande.

L’inconscio non conosce la negazione. Evitare domande del tipo: “Non ti piace lo yoga?”.

Passato e futuro sono fusi col presente. Evitare: “Tra due settimane vuoi iniziare una dieta?”.

Non capisce le parole, ma l’intenzione, usare frasi brevi che avete chiare e potete visualizzare.

La domanda perfetta è semplice, breve, senza negazioni e ambientata nel presente immediato.

Lasciate sempre la possibilità all’inconscio di non rispondere, non deve essere un interrogatorio, ma un rapporto, in cui viene fatta una domanda e lasciata libertà di non rispondere.

Non insistere se la domanda non ha risposta e non chiedere più volte la stessa domanda.

Non fare altre domande, quando subentra la stanchezza. L’intelligenza spirituale consuma energia e dopo alcuni quesiti, non avrai più la lucidità per mantenere la comunicazione lucida.

Metodo per comunicare con l’inconscio

Ci sono due tecniche semplici per entrare in comunicazione con l’inconscio. La prima deriva dalla chinesiologia applicata, la seconda dalla radiestesia. Analizziamo sia pregi e limiti delle due metodologie, con una breve descrizione delle tecniche.

Autotest muscolare chinesiologico

Questo metodo utilizza la resistenza muscolare del proprio corpo, l’inconscio ha impatto diretto sul sistema nervoso che manifesta le risposte dell’inconscio, come forza o debolezza muscolare. Si può utilizzare questo metodo quando la domanda che facciamo all’inconscio, prevede solo due risposte: Si oppure No. Il sistema nervoso risponderà in modo debole con il No e forte con il Si.

La tecnica consiste nell’unire il dito pollice e il medio, della mano non dominante, premendo tra loro i polpastrelli, che formeranno un anello (per questo è anche chiamata tecnica “O Ring”). A questo punto si inserisce l’indice della mano dominante dentro l’anello e con il dorso si da un colpetto sulla giuntura delle dita che premono tra loro. Calibrando la forza, il colpo del dorso dell’indice non rompe l’anello formato dalle dita della mano non dominante quando la risposta alla domanda è affermativa. Le dita devono premere tra loro in modo deciso ma non eccessivo ed il colpetto con l’indice deve avere la stessa forza durante le varie domande.
Il vantaggio di questo metodo è che può essere eseguito in ogni situazione, in quanto non richiede strumenti esterni ed è di veloce esecuzione.
I limiti sono che richiede una fase iniziale di calibrazione e che può rispondere soltanto a domande che prevedano risposte affermative o negative.

Radiestesia e quadranti

Un secondo metodo per comunicare con l’inconscio, e trovare l’equilibrio interiore, è la radiestesia. Tramite l’uso di un pendolino, si possono amplificare quelli che sono chiamati “movimenti ideomotori”, ovvero movimenti involontari e inconsci della muscolatura, conseguenti all’azione dell’intento o all’esposizione di sostanze o elementi nocivi o positivi. Il corpo risponderà con un rifiuto ad una domanda che prevede la risposta “No”, e con avvicinamento e accettazione ad una domanda che prevede il “Si”.
Il pendolino non ha risposte intrinseche, ma amplifica i micro segnali che il corpo sta trasmettendo per esprimere il suo rifiuto o assenso. Utilizzato in questo modo, il pendolino esegue lo stesso compito dell’autotest muscolare, mostrando le risposte affermative o negative dell’inconscio.
Esiste un metodo avanzato di utilizzo di questa tecnica: il quadrante che permette di superare la limitazione delle risposte “Si” e “No” e permette di scegliere tra una serie di risposte più numerose.
Utilizzando un quadrante si possono ipotizzare molte risposte possibili, e il pendolino indicherà quella che è più corretta. Anche in questo caso non potremo avere una risposta che non sia stata già ipotizzata.
Il vantaggio di questo metodo è che permette risposte molto più definite e precise.
I limiti del pendolino sono che non può essere eseguito ovunque, richiede una preparazione personale e consuma più energie sottili personali, rispetto all’autotest.

Messaggi dell’inconscio per il nostro equilibrio interiore

Cosa ci dice l’inconscio? Che tipo di domande possiamo fare? Bisogna sempre ricordare che l’inconscio è una parte di noi, ha una quantità di dati molto superiore a quelli in memoria e ha una chiara visione del nostro corpo e del nostro benessere. Possiamo chiedere all’inconscio cosa mangiare adesso, se una certa cosa ci farà bene o male, possiamo capire quale tra due cibi è più fresco o è migliore per noi, scegliere quale oggetto è più benefico o più carico di energia. Oltre a questo però possiamo comprendere i nostri desideri, quello che è davvero motivante, possiamo scovare le nostre credenze e i nostri valori più radicati.
Sarà sufficiente chiedere all’inconscio: “le persone ricche sono brave persone?”. La risposta sarà affermativa o negativa. Se l’inconscio dice di No, questo mostra una credenza radicata, che limiterà nella carriera. Prima di ogni terapia è importante chiedere all’inconscio: “Io voglio guarire?”. Comprendere queste cose significa conoscere sé stessi, in modo profondo.
Bisogna ricordare che l’inconscio è solo una parte della persona, comprendere i suoi desideri, le cose in cui crede e quelle di cui ha paura è importantissimo, ma non si può seguire soltanto quello che dice l’inconscio. Perché la mente non è una parte inutile, non deve essere ignorata e perché l’inconscio spesso cambia idea molto velocemente; seguendo solo le pulsioni non potremmo raggiungere grandi risultati a lungo termine.

Equilibrio tra mente e inconscio

Come si può ritrovare l’equilibrio interiore e fermare il conflitto tra mente e inconscio?

Elevando la consapevolezza oltre la mente, si vede chiaramente, nello stesso modo in cui si scorge il sole sollevandosi oltre le nuvole. Mente e inconscio fanno lavori differenti, se il loro contributo viene coordinato si può raggiungere qualsiasi risultato, se entrano in conflitto si resterà immobili a girare come le trottole senza procedere di un solo passo. Portando la consapevolezza oltre la mente, si prende il posto del padre, che ascolta i suoi due figli e da genitore amorevole trova l’accordo. La pace è facile da quella prospettiva, in quanto i due figli sono bravissimi, tutti e due, a fare cose completamente diverse.
La mente programma, prevede, sintetizza. Ottima per pianificare, per valutare, per suddividere.
L’inconscio è un motore, che vuole, desidera, conosce i dettagli e conosce parte dell’inconscio degli altri. Non si possono prendere strade che siano contrarie all’inconscio, ma si possono trovare alternative o scoprire le credenze limitanti e le motivazioni che rendono una certa strada invisa alla nostra parte interiore. Immaginiamo l’inconscio come una parte bambina di noi stessi, che ancora non riesce a parlare la nostra lingua. Con l’uso della consapevolezza e l’intelligenza spirituale possiamo accompagnare, comprendere e dirigere le sue pulsioni verso una strada che sia gradevole oppure che lo diventi, analizzando e modificando le sue resistenze.

Esempio pratico

Concludiamo con un esempio pratico di come raggiungere l’equilibrio interiore, tra la mente e l’inconscio:
Paola non è contenta del lavoro attuale dove ha capito di non poter fare carriera, chiede al suo inconscio se vuole cambiare lavoro. L’inconscio di Paola dice “Si”. Allora lei chiede se è bene per lei andare a fare un lavoro in una certa azienda, dove sarebbe pagata molto meno, ma con prospettive di carriera. L’inconscio le dice “SI”. Paola non è convinta e aspetta prima di agire, dopo alcuni giorni esce un nuovo annuncio che le propone un ruolo pagato uguale e con prospettive di carriera, ma in una città differente. L’inconscio le dice “No”. Paola confusa cerca di meditare per qualche giorno, sapendo che, più il problema che affrontiamo ci crea attaccamento, più è difficile sollevarsi dalla sfera mentale e guardarlo in modo distaccato.

Dopo aver meditato la sua visione è più chiara e utilizzando la mente, inizia a fare domande differenti all’inconscio. Capisce quindi che all’inconscio di fare carriera e soldi non interessa; del lavoro attuale non gli piace la monotonia e le relazioni con i colleghi, capisce inoltre che cambiare città è un problema perché crea paura di perdere legami con amici e famiglia e con n ragazzo che ha iniziato a frequentare da poco. Utilizzando la mente, Paola cerca delle alternative, che soddisfino le esigenze di carriera e denaro della mente, e di relazioni armoniose e compiti lavorativi non monotoni, che ha il suo inconscio. Dopo qualche settimana Paola legge l’annuncio di un lavoro nella sua città, con stipendio simile ma buone prospettive di crescita e compiti che variano più volte nell’anno. Accettando il lavoro, Paola potrà conoscere i nuovi colleghi e se il nuovo ambiente sarà armonioso, lei avrà trovato una soluzione in cui sia la mente che l’inconscio avranno soddisfazione.

Si fa un gran parlare di muffa in casa e spesso la vediamo in giro su mura, cibo, terra e altre superfici. Ma sappiamo esattamente che cos’è la muffa? Soprattutto, è pericolosa o possiamo conviverci senza rischiare nulla?

COS’È LA MUFFA 

La muffa è un microrganismo vivente pluricellulare appartenente alla vasta famiglia dei miceti, le cui spore sono in grado di svilupparsi velocemente su diverse superfici sia all’interno che all’esterno in presenza di condizioni favorevoli. Inizialmente la muffa si presenta con piccole macchie di diversi colori in base alla tipologia per poi colonizzare aree sempre più vaste e può arrivare addirittura sfaldare l’intonaco delle mura domestiche fino a penetrare all’interno della struttura.

Le muffe rappresentano un serio problema per la salute di adulti e bambini. Le spore più piccole, chiamate ife, vengono liberate nell’aria e possono essere facilmente inalate. La dimensione ridotta permette alle spore di raggiungere i polmoni, causando infiammazioni respiratorie anche severe che possono colpire i soggetti più deboli (bambini, anziani e persone con patologie in atto). I bambini esposti per periodi prolungati alla presenza di muffa in casa hanno maggiori possibilità di sviluppare patologie respiratorie da adolescenti, come rilevato da uno studio effettuato nel 2017 da ricercatori svedesi, rispetto ai loro coetanei che hanno vissuto in ambienti più salubri.

Un altro aspetto negativo da considerare è il danno estetico ed economico che la muffa apporta all’immobile. La presenza di questo fungo nell’ambiente è immediatamente percepibile sia a livello visivo che olfattivo, le macchie di muffa in casa procurano uno sgradevole senso di trascuratezza e sporcizia ed emanano un pungente odore di marciume. Questi aspetti declassano notevolmente il potenziale valore di vendita dell’edificio.

Le statistiche riportano dati allarmanti, si stima infatti che su scala mondiale la presenza di muffa in casa coinvolga una percentuale di ambienti abitativi che oscilla tra il 18% e il 50%. Si tratta perciò di un problema più comune di quanto si possa credere. Inoltre, il fungo è ritenuto uno dei contaminanti biologici che contribuiscono a incrementare l’inquinamento indoor.

TIPI DI MUFFA SULLA BASE DEI COLORI

L’ OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha redatto un documento che elenca più di 300 tipologie di muffa trovate su superfici diverse a seconda dell’habitat di sviluppo. Di queste le più comuni sono circa 60, di cui 5 quelle più presenti nelle abitazioni. Considerando questi numeri, non è affatto facile riconoscere una muffa piuttosto che un’altra, possiamo però affidarci a una prima classificazione per colori.

Muffa nera

Il colore nero è caratteristico di diverse famiglie di muffa tra cui:

  • Stachybotrys Chartarum, prolifera su pareti con presenza di cellulosa, cartone, cartongesso e materiali simili, proprio perché riescono ad assorbire alti livelli di acqua o umidità. Le spore di questa tipologia di muffa hanno una vita lunghissima e possono rimanere in stato di latenza anche per 10 anni, per riprendere vita non appena si ricreano le condizioni ambientali ottimali.

  • Aspergillus Niger, muffa molto comune che si forma in ambienti con temperature tra 10° e 40° prediligendo le pareti umide.

  • Cladosporium, colonizza cellulosa e materie vegetali e ha una consistenza granulosa-friabile.

  • Phoma, muffa molto diffusa che trova l’ambiente ideale nelle intercapedini o nelle fughe dei rivestimenti (docce o cucine).

Muffa viola e rosa-grigio

Appartiene a questa categoria l’Acremonium: si tratta di una muffa di consistenza cotonosa, la parte più esposta è infatti ricoperta di una caratteristica barbetta. Predilige ambienti umidi (bagni), ma si può trovare anche su soffitti e pareti delle camere da letto e nei pressi delle finestre..

Muffa rosa-nera

Una muffa della tipologia rosa-nera è l’Aerobasidum, che colonizza ambienti chiusi (camere da letto e bagno) ed è riconoscibile anche da un odore estremamente pungente e fastidioso. Si può trovare su mobili in legno o materiale simile, battiscopa, pannelli e pitture con cellulosa. Cresce molto facilmente anche attorno agli infissi ed è una delle muffe in casa più frequenti ed è facilmente riconoscibile dal suo colore.

Muffa marrone

Fa parte di questa categoria l’Alternaria. Questa tipologia di muffa necessita di livelli di umidità molto elevati (superiore al 65%) e una temperatura medio alta (18-30 gradi) per potersi riprodurre. Si tratta di una muffa che si nutre di polvere e sporcizia e si trova spesso all’interno degli armadi e più nello specifico sui tessuti degli abiti. Le spore dell’alternaria sono molto piccole e sono perciò facilmente inalabili. Possiedono inoltre una vita molto lunga e rimangono sospese nell’aria per lunghi periodi.

Muffa marrone-grigia

La caratteristica di questa muffa in casa è la sua velocità di propagazione, in una sola ora riesce a raddoppiare la crescita. Il suo habitat preferito sono i tappeti e le moquette ed è caratterizzata da un odore simile a quello della polvere. Colpisce in particolare le pareti e i pannelli isolanti ed è molto pericolosa per la salute, soprattutto dei bambini.

Muffa verde

La muffa verde è una tipologia di fungo molto diffuso nelle case. Possiede un’elevata tossicità e a questa categoria appartengono:

  • Penicillium: questo tipo di muffa non ha bisogno di molta umidità per svilupparsi, cresce facilmente su punti freddi della struttura costruttiva (soprattutto angoli) e nelle zone coperte da armadiature. Risulta essere una muffa molto aggressiva e resistente, riesce infatti a degradare tutti i materiali.

  • Aspergillus: questa muffa cresce facilmente in ogni ambiente durante tutto l’anno e si riconosce dall’intenso odore sgradevole. Predilige muri con pitture di bassa qualità, mobili in legno e schienali degli armadi.

  • Cladosporium: è una delle muffe più diffuse nell’aria. Presenta un colore verdastro e prolifica sulla carta da parati, sul legno, sul cartone.

Anche questa tipologia di muffa in casa possiede spore piccole e leggerissime che si diffondono facilmente nell’aria e sono perciò facilmente inalabili.

Muffa bianca

La muffa bianca ha l’aspetto della polvere e spesso viene confusa appunto con la comune polvere. È molto dannosa per la salute e perciò è molto importante impedire la contaminazione di spore negli ambienti domestici. Si forma molto facilmente sul legno e sul pellame.

MUFFE PERICOLOSE

Tra le muffe in casa appena elencate esistono diversi gradi di pericolosità per gli esseri umani. Ciò non toglie che è bene eliminare sempre la muffa in casa, sin dalla prima evidenza. Un intervento immediato e mirato, con la supervisione di esperti e usando prodotti professionali, evita danni alla salute delle persone, al mobilio e alle strutture.

Le muffe più pericolose sono quelle di colore nero, infatti vengono anche soprannominate ‘le muffe che fanno paura’, perché possono creare problemi alla salute con conseguenze serie e a volte letali soprattutto sui bambini e persone immunodepresse (problemi di memoria, sindromi respiratorie e emorragie polmonari). Altrettanto pericolose risultano essere le muffe viola, le cui spore rilasciano nell’aria delle micotossine tossiche, che possono così essere inalate. La muffa marrone risulta sempre molto pericolosa, soprattutto per i bambini e i soggetti fragili che soffrono di asma, perché l’esposizione costante a questo fungo cronicizza la patologia in atto. Ultima, ma non meno preoccupante è la muffa verde, le cui spore sono responsabili della gravissima infiammazione respiratoria nota come Aspergillosi.

MUFFE PRESENTI IN CASA

Tutte le muffe che abbiamo descritto in questo articolo possono trovarsi negli ambienti domestici, quando si creano le giuste condizioni per il loro sviluppo. Il principio della prevenzione è sempre valido ed efficace, consigliamo quindi di mantenere il tasso di umidità interna a livelli non superiori al 50-55%. Nel caso si superi questa soglia, è necessario ventilare frequentemente gli ambienti per eliminare la condensa, soprattutto nelle zone bagno e cucina. Dove non sono presenti finestre è bene munirsi di una ventilazione di tipo meccanico o forzato per il ricambio d’aria. La luce naturale è anche un grande alleato per contrastare la formazione di questi miceti, che amano gli ambienti nascosti e bui. Infine è di estrema importanza l’eliminazione dei ponti termici nei muri.

Nel caso in cui la muffa abbia già aggredito le superfici, vi suggeriamo di non perdere ulteriore tempo e denaro con i metodi fai da te, che non garantiscono risultati duraturi ed efficaci. Ogni situazione è diversa dall’altra e deve essere analizzata da un esperto conoscitore della muffa, prima di tutto per capire di che tipo di muffa si tratta, quali sono i fattori che l’hanno generata e poi per individuare il trattamento ad hoc. Bastamuffa, azienda di riferimento nel settore, mette a disposizione un team di professionisti in grado di valutare tutte le variabili ambientali e strutturali che favoriscono la formazione di muffa in casa, per poi agire con prodotti specifici per l’eliminazione completa del fungo e per l’igienizzazione della zona colpita.

Le frittelle di acacia sono una squisita pietanza del periodo di maggio. Il profumo della Robinia Pseudoacacia, insieme a quello del sambuco e del tiglio, fanno di maggio il mese dei profumi più buoni dell’anno! E se è vero che il profumo è un richiamo per gli animali, anche per noi umani è così!

Le frittelle di Acacia

Con le ciocche dei fiori di acacia si possono preparare delle fantastiche frittelle, sia dolci che salate. E’ molto semplice e divertente, una ricetta da fare anche con i bambini per insegnare loro la magia della natura!

Raccogliere l’Acacia

Dell’acacia si raccolgono le ciocche fiorite, occorre osservare che i fiori siano ben aperti: possibilmente si raccolgono alla sera, quando sono al culmine del loro tempo balsamico.

Questa è un’attività molto bella da fare con i bambini, e si può insegnare loro ad aver rispetto del ciclo della vita, chiedendo permesso prima di recidere una ciocca di fiori. Una volta raccolta, la si mette in un cestino o in un contenitore, in modo che i fiori non si schiaccino e rovinino. Consigliamo di raccogliere i fiori di acacia in luoghi lontani dalle strade trafficate o da centri urbani.

Preparare le frittelle di acacia

Una volta raccolti, possiamo sciacquare velocemente i fiori, o metterli a bagno in una bacinella di acqua tiepida per un massimo di 15 minuti.

Frittelle dolci

Per preparare le frittelle dolci di acacia serve (per circa 10 frittelle):

  • 5-7 ciocche di fiori di acacia;
  • 5 cucchiai di farina di riso;
  • Acqua fredda frizzante q.b. ;
  • 1 uovo (facoltativo);
  • Zucchero a velo;
  • Olio di semi per friggere.

In una ciotola sbattere l’uovo bene, aggiungere la farina di riso e l’acqua frizzante quanto basta per creare una pastella simile allo yogurt. Aggiungere quindi i fiori di acacia, togliendo i rametti grandi, mescolare bene.

Mettere abbondante olio in una padella per friggere, portandolo ad alta temperatura; quindi, con un cucchiaio prendere un po’ di pastella con i fiori e versarla nell’olio bollente. Lasciare friggere per un paio di minuti, o fin quando sarà ben dorata. Togliere la frittella dall’olio e adagiarla su carta assorbente (potete riciclare anche i sacchetti di carta del pane, sono ottimi asciuga-fritti!). Alla fine spolverare con zucchero a velo e servire calde.

Frittelle salate

Per preparare le frittelle salate di acacia serve (per circa 10 frittelle):

  • 5-7 ciocche di fiori di acacia;
  • 1 zucchina grande o due medie, tagliate verticalmente e finemente;
  • 7 cucchiai di farina di riso;
  • Acqua fredda frizzante q.b. ;
  • 1 uovo (facoltativo);
  • sale q.b.;
  • pepe q.b.;
  • Olio di semi per friggere.

In una ciotola sbattere l’uovo bene, aggiungere la farina di riso e l’acqua frizzante quanto basta per creare una pastella simile allo yogurt. Aggiungere, quindi, i fiori di acacia e le zucchine, togliendo i rametti grandi dai fiori, mescolare bene. Aggiungi un pizzico di sale e pepe.

Mettere abbondante olio in una padella per friggere, portandolo ad alta temperatura; quindi, con un cucchiaio prendere un po’ di pastella con i fiori e zucchine, e versarla nell’olio bollente. Lasciare friggere per un paio di minuti, o fin quando sarà ben dorata. Togliere la frittella dall’olio e adagiarla su carta assorbente (potete riciclare anche i sacchetti di carta del pane, sono ottimi asciuga-fritti!). Alla fine aggiungere un poco di sale (facoltativo) e servire calde.

Buon appetito e buona raccolta!

Come la ciclicità femminile è specchio dell’esistenza di un collegamento tra l’Universo e noi

Il collegamento tra la donna, la luna e le stagioni è da sempre acceso interesse dell’essere umano.

I primi ritrovamenti archeologici ci parlano di società matristiche, dove il tempo era scandito dai cicli lunari e dai cicli mestruali femminili.

Sono infatti stati ritrovati degli strumenti verticali in pietra (simili a dei coltelli) con incise delle linee, solitamente 28 o 29, esattamente come i giorni di un ciclo lunare e mestruale.

La donna era considerata come colei che mappava il tempo. Difatti si parlava di 13 mesi annuali e non 12, come introdotto successivamente dai Romani.

Nel suo ciclo mestruale la donna racchiude così il ritmo della Luna: un continuo scandire del tempo ciclico, che oscilla tra la luce della fase follicolare e ovulatoria, e il buio della fase premestruale e mestruale.

RITMO DI LUNA, RITMO DI DONNA

Ognuno di questi momenti è ovviamente riconducibile ai ritmi lunari: la fase follicolare corrisponde alla luna crescente, la fase ovulatoria alla luna piena; con la fase premestruale la donna entra in connessione con la luna calante e, infine, la fase mestruale ci parla della luna nera e nuova.

Spesso accade che la donna non sia esattamente sincronizzata con la luna, ma che le sue fasi siano opposte a quelle della luna. Parliamo di un’ovulazione con la luna nera e una mestruazione con la luna piena.

Ovviamente la natura non ha creato niente a caso e anche quando i due cicli non sono allineati, per la donna è possibile fare un grande lavoro di crescita interiore.

LUNA BIANCA E LUNA ROSSA

Il ciclo della Luna Bianca è, quindi, quel ciclo mestruale allineato con la luna, ad una ovulazione corrisponde il tempo della luna piena, e a una mestruazione quello della luna nera: il ciclo femminile è di 28-29 giorni come quello lunare.

Questo tipo di ciclo ci dice che siamo in un momento molto fertile e possiamo seguire esattamente quello che la luna ci manifesta, noi stesse siamo la Luna, possiamo uscire nella vita completamente allineandoci ai ritmi celesti.

Il ciclo della Luna Rossa, invece, è esattamente il contrario, ossia quando la luna è nera in cielo la donna sta ovulando, e quando la luna è piena la donna sta mestruando.

Questo ciclo ci invita a manifestare la nostra interiorità, ci indica che siamo alla ricerca della nostra strada, che abbiamo ancora necessità di vedere le nostre ombre e le cose da integrare, e ci sprona a portare fuori le magie del ciclo mestruale (sanguinare in luna piena).

La donna può sperimentare un cambiamento di ritmo per tutta la sua vita mestruale, e questo le indica il momento in cui si trova e di cosa ha bisogno per evolversi.

donna e luna: LETTURE CONSIGLIATE

Per approfondire l’argomento vi consigliamo la lettura di Luna Rossa di Miranda Gray 

del Risveglio della Dea di Vicky Noble  pietra miliare per scoprire come nell’antichità il culto della Dea fosse qualcosa di veramente importante!

Altro libro da non perdere è sicuramente sempre di Vicky Noble è La Dea Doppia, dove Vicky ci aiuta a comprendere la doppia faccia della luna, del femminile e quindi dei poteri che il ciclo mestruale nasconde 

Credits: Photo by Mark Tegethoff on Unsplash

L’aceto inquina: dobbiamo mettercela via.

Ora ti svelo come iniziare subito a non inquinare 100.000 LT di acqua con 1 litro di aceto, anche se tutti ti dicono di usarlo per pulire qualsiasi cosa in casa.

Abbiamo detto che l’aceto inquina. Ma ci sono delle pulizie che puoi continuare a fare con questo ingrediente magico.

L’aceto, infatti, è molto utile se usato per alcune pulizie come:

-Lavare i pavimenti

-Pulire il frigo

-Togliere i cattivi odori dai piatti

-Togliere i cattivi odori dai tappeti

-Pulire e igienizzare i materassi

-Rimuovere il calcare dai rubinetti o dal soffione delle docce

-Pulire i vetri

Come usare, quindi, l’aceto affinché non inquini, per pulire le nostre abitazioni nel modo migliore e più sicuro per l’ambiente?

Non occorre sprecare questo ingrediente, perché un uso sconsiderato non solo è inutile, ma dannoso.

Come usare l’aceto per non inquinare

L’aceto è di sicuro un buon anticalcare ed è sgrassante. Se lo utilizziamo con attenzione risulta un ottimo alleato per le pulizie.

Il mio consiglio è limitarsi all’uso dell’aceto solo per i seguenti usi:

L’aceto bianco di alcool non inquina per pulire i pavimenti o il forno

Esistono tanti tipi di aceto come: l’aceto bianco di alcool che può essere utile per pulire lo sporco difficile o l’aceto di mele dal profumo più delicato.

Si può creare una miscela di acqua e aceto o per pulire i pavimenti o ancora aceto e bicarbonato per pulire il forno e per liberare le tubature.

L’aceto bianco per pulire il frigorifero

Usato per pulire il frigorifero permette di neutralizzare i cattivi odori e agisce anche nella prevenzione della muffa della frutta.

L’aceto e bicarbonato per pulire i tappeti, senza inquinare

Le soluzioni di aceto e bicarbonato o di aceto e sale sono ideali per pulire e igienizzare i tappeti su cui posiamo i piedi ogni giorno e per eliminare il calcare che incrosta le nostre docce.

Inoltre, si tratta di soluzioni dal forte potere disgorgante che permettono di liberare i lavandini otturati da capelli o residui alimentari e in questo modo, ripristinare il flusso normale dell’acqua.

L’aceto di mele per pulire i vetri

L’aceto di mele è ottimo per pulire i vetri perché ha un odore meno invasivo, ma risulta comunque efficace. Anche alcune superfici vengono benissimo se si usa l’aceto per pulire, come ad esempio il gres porcellanato.

Ho sentito di molte signore che adoperano l’aceto per rimuovere il calcare dal ferro da stiro. In questo caso il calcare si forma perché non viene usata l’acqua distillata o demineralizzata e basterebbe questo per evitare tale problema. In ogni caso se proprio dobbiamo recuperare un ferro da stiro pieno di calcare è molto utile l’uso dell’aceto.

L’aceto per pulire il legno

L’aceto bianco è sicuramente un’alternativa da preferire ai numerosi prodotti chimici in commercio ideati per la pulizia del legno.

Mischiando una parte di aceto bianco con tre parti di olio di oliva, si ottiene un composto adatto per una pulizia approfondita e naturale del legno.

Ma ti consiglio di non usare l’aceto per pulire:

-nella lavatrice come ammorbidente;

-nella lavastoviglie come brillantante;

-nel piano della cucina per sgrassare e lucidare l’acciaio.

Queste sono pratiche ormai diffusissime ma scorrette.

Se cerchi on line trovi molti video e articoli che ti indicano nell’aceto il rimedio naturale per pulire qualsiasi cosa.

Viene spesso fornita la giustificazione che “lo facevano le nostre nonne”.

Ed è vera in parte. Molti rimedi sono davvero ricavati dalle nostre tradizioni.

Ma altri non hanno fondamento.

Perché sostituire l’aceto che inquina nelle pulizie

L’uso indiscriminato dell’aceto che è emerso negli ultimi anni ha iniziato a causare più danni che benefici.

Ecco il motivo per cui ti consiglio di usare l’aceto per le pulizie, e sostituirlo con l’eroe del pulito ecologico: l’acido citrico.

L’aceto è composto da acido acetico.

L’acido acetico è corrosivo, favorisce la liberazione di nichel da parte dei metalli e favorisce l’insorgenza della SNAS: Allergia sistemica al nichel.

E significa che ogni volta che fai una lavatrice inquini, perché scarichi in acqua una dose di acido acetico (misto ai metalli pesanti che non sono rimasti attaccati ai tuoi vestiti) che è:

  • difficilmente biodegradabile;
  • crea un ambiente tossico per i pesci.

Quando si parla di ecologicità di un detersivo ci si riferisce spesso alla sola biodegradabilità.

Questo è limitante oltre che scorretto.

Serve andare più a fondo e considerare anche i danni che un detersivo combina mentre è in circolo e prima che si degradi.

Mentre se ne sta in circolazione fa danni terribili all’ambiente e alle persone.

Per capire fino in fondo la qualità di un detergente allora la dobbiamo smettere di pensare alla biodegradabilità e cioè al fatto che prima o poi smetterà di fare danni, e studiare la tossicità.

La domanda è: cosa combina e quanto è tossica questa soluzione che sto utilizzando finché è in circolazione?

Questa tossicità viene calcolata attraverso il VCDtox: VCD sta per volume critico di diluizione e ci indica quanta acqua è necessaria per far tornare “vivibile” l’ambiente contaminato da una dose di prodotto.

Confrontiamo 1 litro di aceto (percentuale di acido acetico al 6%) e 1 litro di acido citrico, che prepareremo in concentrazione al 6%.

In entrambe le soluzioni abbiamo 60 grammi di principio attivo:

60 grammi di acido acetico nell’aceto

60 grammi di acido citrico nella nostra soluzione.

Ora andiamo a controllare i valori di questi ingredienti nella DID list europea (Detergent Ingredients Database), la lista di sostanze che si possono utilizzare per la formulazione dei detersivi.

I dati che prendiamo in considerazione sono: la tossicità acuta, la tossicità cronica e la degradazione di ogni ingrediente.

Mettiamo insieme questi dati e con la formula del VCDtox ricaviamo il valore che ci indica quanta acqua serve per annullare una singola dose di ogni prodotto.

La formula per calcolare il VCDtox è la seguente:

VCDtox = [(Dosage x DF)/TF] x 1000

Ecco i dati da DIDlist dei nostri ingredienti:

ACIDO ACETICO ACIDO CITRICO
0,05 0,05 DF (fattore di degradazione della sostanza)
0,03 1,6 TF (fattore di tossicità della sostanza)
60 150 QUANTITA’ nella soluzione

Applicando la formula all’aceto otteniamo [(60 x 0,05)/0,03] x 1000 =100.000,20 LT

Applicandola invece alla soluzione acido citrico [(60 x 0,05)/1,60] x 1000 = 1875,00 LT

      • Un litro di aceto inquina 100.000 litri di acqua.

Per dirla più correttamente possibile: occorrono 100000 litri di acqua per far tornare nullo l’effetto dell’aceto per i pesci del mare

      • Un litro di soluzione a base di acido citrico preparato al 6% inquina 1.875 litri.

E’ più corretto dire che se io verso 1 litro di soluzione a base di acido citrico in acqua servono 1875 litri di acqua per far tornare nulla la sua azione e che in quell’acqua ci possano vivere i pesci.

HAI LETTO BENE: INQUINA 53 VOLTE MENO

Sono sicuro che ora hai un motivo in più per rivedere le tue abitudini e valutare un prodotto davvero ecologico e lasciare da parte i falsi consigli ecologici.

E se ti sei incuriosito e vuoi provare l’acido citrico, il più conveniente e con la confezione in carta riciclabile che ti permette di evitare plastica inutile lo trovi sul sito di Verdevero – I detersivi ecologici che puliscono davvero.

 

Credits: Photo by Beth Jnr on Unsplash

I cerali senza glutine che tratteremo in questo articolo sono il fonio e il teff: nell’articolo precedente abbiamo parlato di mais, sorgo e quinoa, osservandoli non solo dal punto di vista nutrizionale ma anche nell’impatto della loro coltivazione sulle risorse idriche.

Vi aggiorno con una informazione che ho raccolto da un conoscente che sta svolgendo una tesi sul risparmio idrico. Sono stati condotti sondaggi su 25 agricoltori e da questi risulta che, mentre il mais viene irrigato nel 92% dei casi (23 su 25), il sorgo è stato irrigato solamente in un caso su 22 e mediante un solo apporto irriguo. 

L'azienda agricola in questione ha voluto sperimentare se vi fossero differenze tra sorgo irriguo e non irriguo, senza nessuna differenza produttiva. È un dato importantissimo pensando alla quantità di acqua risparmiata. Ecco perché scegliere il sorgo invece del mais giallo (solo questo, non le altre varietà) e della soia: la nostra scelta può orientare il mercato e la formulazione dei prodotti. 

In questo senso, andiamo a studiare il fonio e teff, come cereali che possono arricchire la nostra alimentazione, ma anche per avvicinarci a un'alimentazione più sostenibile.

Un altro super cereale senza glutine che cresce senza bisogno di irrigazione artificiale è il fonio. A dire il vero è coltivato in Africa, da piccole cooperative a maggioranza femminile che sulla vendita del raccolto fondano il sostentamento di tutto l’anno. Osservate nell’immagine1 il confronto tra fonio, couscous e riso integrale: è sorprendente la ricchezza di sali minerali del primo. Dovrebbe essere una ragione più che sufficiente ad introdurlo nella nostra alimentazione, alla quale aggiungo la scarsa quantità di zuccheri e il basso carico glicemico.



Il chicco è più piccino di quello del miglio; ha un grande potere assorbente ovvero ne basta una piccola quantità per una zuppa o minestra, il che lo rende ideale anche nelle diete; con la farina si realizzano dolci fragranti. Il sapore è neutro, delicato, tra i più gourmet del mondo del senza glutine.

Anche il teff arriva dall’Africa ma è geograficamente più connotato perché i principali produttori sono Eritrea e Etiopia. Ha un seme ancor più piccolo del fonio e per questo non può essere trattato, restando, di fatto, integrale. Esiste in tre varietà: bianco, rosso e marrone. La prima ha un sapore neutro ma è anche la più rara. Le altre due hanno un sapore deciso, simile a quello della nocciola. 

Sostenibile, ricco di sali minerali, basso carico glicemico e vitamine: tante buone ragioni per acquistarlo. Dubbi? Guardate il confronto tra teff e miglio2

Monia Caramma

Healthy food specialist

Food and eating designer

www.moniacaramma.com

1 https://www.greenme.it/mangiare/altri-alimenti/fonio-grano-africano/

2 https://foodstruct.com/compare/teff-uncooked-vs-millet-raw

I cereali senza glutine hanno un impatto diverso sulla nostra salute e su quella del pianeta perché le loro caratteristiche nutrizionali o di coltivazione variano notevolmente a seconda delle varietà.

Sceglierli e saperli distinguere è importante perché può condurre a migliorare lo stato delle cose e promuovere l’espansione di una cultivar anziché un’altra. Allo stesso tempo è un atto di responsabilità essere consapevoli della composizione di un alimento, che sia pasta, snack o prodotto da forno.

Facciamo un excursus, diviso in più puntante, così da conoscerli meglio.

Mais:

ne esistono diverse tipologie, bianco, giallo, rosso, rostrato, blu, nero, arlecchino, ma la più diffusa è la seconda. Purtroppo di questa esistono solo varietà “geneticamente migliorate”, cioè progettate per alte rese e resistenza a parassiti (vale anche per le coltivazioni biologiche), che richiedono grandi quantità di acqua per l’irrigazione. Le altre, invece, sono state parzialmente trascurate dall’industria sementiera e, di conseguenza, sono più sostenibili e richiedono, per la crescita, quantità di acqua nettamente inferiori, di solito sono sufficienti le piogge. Il mais giallo ha anche una elevata quantità di nichel (2,5mg/Kg valore medio), tale che è sconsigliato a intolleranti o allergici. Alcune varietà di mais bianco, invece, ne contengono 0,074mg/kg. Questo a dimostrazione che non tutta questa specie va demonizzata ma va approfondito lo studio, diffusa l’informazione. Il blu e nero hanno alte quantità di antiossidanti e, grazie a contadini virtuosi, sono coltivate anche in Italia.

Quinoa:

molto diffusa da 5 anni, è considerata il cereale proteico per eccellenza. Ne esistono varie tipologie, con più o meno saponine. Queste sono sostanze anti-nutrienti che è bene togliere prima della cottura ed è per questa ragione che si dice che la Quinoa vada lavata in abbondante acqua. Esiste però la Vikinga, che ne contiene pochissime ed è coltivata in Italia con metodo biologico. Perché scegliere questa? Basta leggere le notizie internazionali per scoprire la devastazione etica e agricola che le aziende agricole intensive stanno compiendo in Bolivia e nelle Ande: prezzi elevati per quello che fino a pochi anni fa era un cibo povero, ormai non più accessibile alle fasce deboli di popolazione, deforestazione, sfruttamento della manodopera.

Sorgo:

senza dubbio il cereale più ricco ed equilibrato tra quelli senza glutine. In 100g troviamo il 41% del fabbisogno quotidiano di ferro, antiossidanti, vitamine e sali minerali. Ha un sapore neutro e soprattutto cresce senza bisogno di irrigazione artificiale. È il 5° cereale per importanza mondiale ma da noi è relegato all’alimentazione animale. Sorghum-ID, società francese, da 4 anni è impegnata per diffonderne la coltivazione per soppiantare mais giallo e soia, soprattutto quando sono OGM o GM.

Nella prossima rubrica continueremo con fonio, teff, amaranto e saraceno.

Vi invito a scrivermi per domande o approfondimenti

 

Monia Caramma
Food&Eating Designer
[email protected]

Il PERCARBONATO di sodio ha moltissimi utilizzi in tutte le operazioni di pulizia della casa: in questa guida approfondiamo come è possibile impiegarlo per pavimenti, piastrelle, sanitari e come agente anti-muffa, preziosissimo in particolar modo in bagno.

Iniziamo!

Percarbonato

Perchè le nostre clienti adorano il Percarbonato?

Scopri tutti gli usi della “candeggina ecologica” per pulire casa in modo sano e naturale.

Percarbonato di sodio per pulire pavimenti

La miglior cosa da fare se si vuole pulire un pavimento con il PERCARBONATO di sodio è utilizzarlo come un comune detergente liquido. Ecco la “ricetta”:

  • un litro d’acqua appena calda (30/50 gradi)
  • un tappo di detersivo ecologico per pavimenti SPLENDì
  • un cucchiaio da cucina di PERCARBONATO di sodio in cristalli o polvere

Ovviamente è possibile aumentare o diminuire la quantità di soluzione, rispettando le proporzioni, in base all’ampiezza della superficie da trattare.
Puoi usare la miscela con il normale strumento che usi per pulire: il mocio, lo straccio, la lavapavimenti. In quest’ultimo caso verifica sul manuale di istruzioni che sia compatibile con l’uso di detergenti liquidi.

Prima di procedere vale sempre la pena di fare un test in una porzione nascosta del pavimento, per valutare la reazione del materiale.

Piastrelle e fughe: come pulirle con il Percarbonato di sodio

Le piastrelle tendono con il tempo a scurirsi, il colore si opacizza e le fughe si riempiono di sporcizia difficile da mandare via.

Se la soluzione di acqua, detergente e PERCARBONATO non ha funzionato in precedenza (rispetta le stesse dosi suggerite per il lavaggio dei pavimenti) puoi preparare una pasta dall’azione più decisa.

Mescola acqua e PERCARBONATO di sodio in polvere fino ad ottenere una crema densa, che non coli. Copri la superficie da pulire, lascia agire 20/30 minuti e se lo sporco o le macchie sono molto ostinate usa una paglietta d’acciaio o una spazzola -è perfetto anche un vecchio spazzolino da denti- prima del risciacquo.

Alla mistura puoi aggiungere anche un detersivo tradizionale per migliorare l’effetto pulente, oppure utilizzarlo successivamente come ultimo step prima del risciacquo.

Pulire il bagno e i sanitari

Il PERCARBONATO di sodio ha forti proprietà igienizzanti, smacchianti e sbiancanti: per queste ragioni è ideale per pulire il bagno e i sanitari in ceramica.

Puoi procedere sia creando una soluzione di acqua, detergente e cristalli, sia con il metodo della pasta cremosa da lasciar agire per qualche minuto.

Entrambe le soluzioni vanno benissimo non solo per le piastrelle oppure i sanitari, ma anche per il vetro della doccia e gli specchi. Inoltre, considerando che il PERCARBONATO di sodio limita gli effetti dell’acqua dura, vedrai brillare le superfici in vetro per più tempo nonostante l’eventuale presenza di calcare.

Percarbonato di sodio per muffa: come usarlo

Il PERCARBONATO di sodio ha forti capacità igienizzanti, perché lasciato agire per 30/90 secondi dissolve la protezione di proteine e grassi che racchiude il DNA di muffe, batteri e virus. Usato contro la muffa è un potente alleato in ogni casa.

Il materiale genetico esposto al calore, ai raggi solari, allo strofinamento si degrada in pochi minuti ed impedisce la replicazione, impedendo la diffusione di focolai potenzialmente infettivi.

Per queste ragioni il percarbonato di sodio viene spesso usato come agente antimuffa, in particolare il bagno, nella doccia e nella vasca da bagno.

La miglior strategia d’intervento è creare un liquido con acqua calda e cristalli (due cucchiai per litro) e spruzzarlo sulla superficie da trattare. Puoi lasciarlo in posa anche per lungo tempo, perché non aggredirà il vetro, la ceramica o i collanti utilizzati nella costruzione.

Al termine del periodo di posa puoi strofinare con una spugna, una paglietta o un panno, passare il detergente tradizionale che usi per i sanitari o il vetro e risciacquare con acqua tiepida. Ovviamente, asciugando il vetro eviterai la formazione di goccioline fastidiose.

In caso di bagni particolarmente umidi puoi eseguire il trattamento due volte al mese per circa tre mesi: eviterà che la muffa torni a formarsi.

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