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L’acqua ossigenata, o perossido di idrogeno, è una sostanza versatile con moltissime possibilità di impiego molto utili: in particolare, sbiancamento, pulizia delle ferite e trattamenti di colorazione dei capelli.

La sua economicità e versatilità non deve però trarre in inganno: la sostanza è tutt’altro che innocua! Durante l’uso è fondamentale prestare attenzione ai dettagli.

Ecco quali sono i possibili rischi dovuti all’utilizzo dell’acqua ossigenata e le precauzioni da prendere!

Rischi per le stoffe

L’acqua ossigenata ha un fortissimo potere schiarente e sbiancante. Questa peculiarità è utilissima per la pulizia della casa: una soluzione 1:1 di acqua ossigenata a 10 volumi in acqua minerale costituisce un ottimo detergente, molto economico, per la ceramica e il vetro. Inoltre, previene la formazione di muffe, frequenti nell’ambiente caldo-umido del bagno.

Il potere schiarente si esercita anche sui tessuti: quando la usi presta attenzione ai tuoi abiti e ai panni impiegati per pulire.

Rischi per la pelle e le mucose in seguito al contatto con l’acqua ossigenata

Ancor più rischioso è un contatto improprio dell’acqua ossigenata con la pelle sana e le mucose.

Se da un lato l’acqua ossigenata è un efficace antisettico per le ferite e le escoriazioni, dall’altro non deve mai entrare in contatto con la pelle sana, gli occhi, le labbra o la bocca, il naso e i genitali.

Per un’applicazione più precisa usa dei bastoncini cotonati monouso: ti permetteranno di pulire le ferite in profondità senza toccare la pelle sana, che in caso contrario svilupperebbe un’irritazione rossa e dolente.

Durante le pulizie di casa, se usi l’acqua ossigenata, arieggia bene i locali ed evita di inalare i vapori: occhi, naso e gola potrebbero infiammarsi ed irritarsi.

Rischi dal parrucchiere

Uno degli usi più famosi del perossido di idrogeno, in crema anziché soluzione acquosa, è la colorazione o decolorazione dei capelli.
L’ossigeno contenuto nel preparato solleva le squame dei capelli e permette al colore di fissarsi sotto di esse, resistendo più efficacemente ai lavaggi.

Il parrucchiere farà sempre attenzione, durante l’uso, a:

  • Non applicare il composto sulla pelle: ad elevate concentrazioni e con il necessario tempo di posa il perossido può causare irritazione, prurito, forfora e piccole ustioni chimiche.
  • Non lasciare in posa per troppo tempo il colore: ad un minor tempo di posa corrispondono rischi di danni minori.
  • A risciacquare accuratamente il colore e ad applicare un prodotto ristrutturante per ricostituire i capelli, inevitabilmente danneggiati dal trattamento.
  • Non inalare il composto durante l’applicazione.

Se desideri un cambiamento radicale per la tua chioma ti suggeriamo di affidarti ad un professionista competente: minori rischi per la salute, gli oggetti e i capelli, effetto più duraturo e luminoso!

Pericoli dovuti all’ingestione dell’acqua ossigenata

Il dentista o l’igienista dentale possono usare prodotti professionali a base di perossido per sbiancare i denti ed eliminare le macchie dovute alle bevande o al fumo. Il trattamento viene eseguito in sicurezza per il paziente e il medico grazie a protocolli, prodotti e strumenti studiati specificamente per questo scopo.

Usare l’acqua ossigenata per la pulizia, il trattamento delle ferite o dei capelli sui denti è pericoloso per la salute! A pagare il prezzo maggiore sono lo smalto dei denti, lingua e palato. In caso di ingestione, anche accidentale, possono verificarsi i seguenti problemi anche gravi:

  • Ulcerazioni ed ustioni chimiche del cavo orale, della gola e dell’esofago
  • Bruciore di stomaco e sviluppo di ulcere gastriche
  • Diarrea
  • Ad elevate quantità, un avvelenamento letale

Come vedi gli usi dell’acqua ossigenata sono moltissimi e pratici nella vita quotidiana: ma altrettanti sono i rischi. Segui sempre le istruzioni del medico, del dentista, del parrucchiere e riportate sulla confezione di prodotto acquistato!

L’acqua ossigenata è un efficace sbiancante, schiarente e disinfettante. Proprio in virtù di queste capacità viene utilizzata quotidianamente da parrucchieri, dermatologi e dentisti per i trattamenti su clienti e pazienti!

Vediamo come!

Colorazione e decolorazione dei capelli

L’uso più classico del perossido di idrogeno è per la colorazione e decolorazione dei capelli. Il parrucchiere miscela colore o polvere decolorante al perossido, in varie concentrazioni:

  • 3-5 volumi per un effetto delicato o sui capelli sottili, fragili, biondi
  • 10 volumi per un effetto leggermente più intenso e se non è necessario coprire capelli bianchi
  • 20 volumi per un effetto medio o per coprire i capelli bianchi
  • 30 volumi per un effetto forte, anche su molti capelli bianchi o sui capelli naturalmente spessi o neri

Le due sostanze permettono alle squame del capello di sollevarsi e di far passare il colore (che si fisserà alla chioma) o al decolorante di agire per sciogliere il tono non più gradito.

La decolorazione può riguardare anche i peli: in commercio esistono preparazioni schiarenti che consentono di mascherare i peli superflui rendendoli quasi bianchi e meno visibili.

Al termine del trattamento (generalmente di 30/40 minuti di durata, ma molto dipende dall’effetto desiderato e dalla qualità e forza dei capelli) è fondamentale eseguire un risciacquo approfondito, che elimini ogni traccia di mix, e l’uso di un ricostituente per ridonare morbidezza ed elasticità ai capelli provati dall’operazione.

Considerando che il perossido di idrogeno può causare irritazioni della cute e secchezza dei capelli, è sempre bene rivolgersi ad un parrucchiere esperto se si desidera cambiare colore, per evitare di danneggiare la pelle e la chioma.

Trattamenti dermatologici contro l’acne e le macchie

Le proprietà disinfettanti dell’acqua ossigenata possono venire sfruttate dal dermatologo per la cura dell’acne. L’acne è causata infatti da batteri, depositati nei pori e sulla pelle: l’acqua ossigenata denatura le proteine e impedisce la replicazione dei patogeni. Solamente il medico può prescrivere una cura con questo prodotto: segui sempre le sue istruzioni, acquista i prodotti suggeriti e non tentare il fai-da-te! Sulla pelle sana l’acqua ossigenata può causare macchie bianche, irritazioni ed escoriazioni dolorose.

Il potere schiarente dell’acqua ossigenata può venire impiegato, da dermatologo o medico estetico, per trattare macchie della pelle dovute a:

  • Cattiva ed eccessiva esposizione al sole
  • Sbalzi ormonali, per esempio durante o dopo la gravidanza
  • Cicatrici in fase di rimarginazione

Anche in questo caso è fondamentale rivolgersi ad un professionista competente che ti indicherà se il trattamento è appropriato per le tue esigenze e che, nel caso di valutazione positiva, lo eseguirà in totale sicurezza e dandoti le istruzioni per la cura successiva e il mantenimento degli effetti benefici.

Dal dentista

Uno dei possibili trattamenti di sbiancamento dei denti può essere effettuato con il perossido di idrogeno per uso dentistico. Non si può usare l’acqua ossigenata venduta in farmacia per la detersione delle ferite: il rischio è di causarsi ustioni, ulcere, danni allo smalto.

Lo sbiancamento con perossido prevede:

  • La cura di eventuali patologie dentistiche responsabili dell’ingiallimento o delle macchie, come gli ascessi o la pulpite
  • L’adozione di comportamenti più corretti e sani (frequente e corretta igiene orale quotidiana, riduzione delle quantità di tè, caffè, vino rosso, fumo di sigaretta, sostanze che macchiano lo smalto)
  • L’applicazione di un gel o una pasta al perossido sui denti. Alcuni prodotti vengono attivati da speciali lampade a raggi UV
  • Lo spazzolamento e la rimozione del gel e delle tracce delle macchie con strumenti appositi usati dal dentista, per eliminare la sporcizia ma lasciando sano ed integro lo smalto che riveste i denti, ora più bianchi e lucidi

Uno dei possibili usi per l’acqua ossigenata è lo sbiancamento dentale. La procedura dovrebbe essere sempre eseguita dal dentista o dall’igienista dentale, che conosce il caso, i prodotti usati e gli strumenti necessari.

Molte persone però credono di poter usare la normale acqua ossigenata per la pulizia delle ferite. Questa procedura è potenzialmente pericolosa per la salute: vediamo perché e facciamo chiarezza!

Perché si usa l’acqua ossigenata per sbiancare i denti?

L’acqua ossigenata, a contatto con le macchie presenti sullo smalto, innesca una reazione per cui le proteine vengono dissolte. Mentre lo smalto rimane intatto, le sostanze organiche di cui sono costituite le macchie vengono distrutte: ecco come mai dopo il trattamento il colore dei denti è più bianco e uniforme.

L’efficacia del trattamento dipende da:

  • Concentrazione della soluzione usata
  • Tempo di posa
  • Tipologia di macchie riscontrate dal dentista o dall’igienista dentale

Per quali macchie l’acqua ossigenata è più efficace?

Le macchie più frequenti che si sviluppano sullo smalto dei denti sono dovute a:

  • Consumo frequente di cibi e bevande con potere tintorio: caffè, tè e vino rosso sono le più ostinate e difficili da pulire con la normale igiene orale quotidiana
  • Fumo di sigaretta

Come si esegue il trattamento?

Il dentista procede all’applicazione di una pasta o un gel contenente perossido di idrogeno, in quantità e concentrazione variabile. Alcuni prodotti richiedono l’esposizione ad una speciale lampada a raggi UV per essere efficaci.

Con l’uso dei giusti strumenti, il dentista procede poi a spazzolare e pulire meccanicamente i denti su ogni superficie. La spazzolatura serve ad eliminare sia i residui di gel sbiancante, sia i residui delle macchie rimosse.

Qual è il costo del trattamento?

Ogni studio dentistico applica le tariffe che ritiene più opportune per la professionalità dei trattamenti, ma uno sbiancamento costa indicativamente tra i 150 e i 500 euro.

Perché non posso usare l’acqua ossigenata venduta in farmacia per sbiancare i denti da solo?

A rigor di logica, se la sostanza usata per sbiancare i denti è il perossido di idrogeno si dovrebbe poter usare l’acqua ossigenata venduta comunemente in farmacia per uno sbiancamento fai-da-te.

Questo comportamento è però estremamente pericoloso per la salute. I motivi sono tre, principalmente:

  • Il dentista sceglie concentrazione di perossido e tempo di posa in base alla resistenza dello smalto e del tipo di macchie: da solo non potrai valutare questi due fattori fondamentali.
  • Il prodotto usato dal dentista è formulato in modo apposito per non intaccare lo smalto e le mucose. L’acqua ossigenata per la pulizia delle ferite no, invece: potrebbe essere molto aggressiva e causare danneggiamenti dei denti e ustioni o irritazioni alla bocca, dolorose e difficili da curare.
  • Eseguendo da soli il trattamento è possibile ingerire parte della soluzione. Il perossido di idrogeno è fortemente tossico: può causare dolore allo stomaco, ulcerazioni di bocca, esofago e stomaco e diarrea. Ad elevate concentrazioni può causare un avvelenamento letale.

I miei denti non sono più bianchi: cosa posso fare?

Se hai notato uno scurimento o un ingiallimento dei denti è fondamentale rivolgerti al dentista o all’igienista dentale.

Per prima cosa valuterà le cause del problema: se dovute ad una patologia, come la pulpite, prima di eseguire lo sbiancamento dovrà curare questa condizione. Se invece le macchie sono dovute a comportamenti scorretti (abuso di tè, caffè, fumo o cattiva igiene orale) ti suggerirà di ridurre il consume di queste sostanze e procedure di pulizia più efficaci.

Solo dopo potrete valutare il giusto tipo di sbiancamento dentale: quello con perossido di idrogeno non è l’unico eseguibile! A seconda del tuo caso specifico ti suggerirà il prodotto migliore per te.

Il sapone alla lavanda è uno dei nostri preferiti: il suo profumo inebriante ed intenso è perfetto sia per la pulizia del corpo sotto la doccia o nella vasca, sia per il bucato.

Ti proponiamo due ricette per la creazione del sapone alla lavanda fatto in casa: una davvero facilissima e una un po’ più complicata, riservata agli esperti della saponificazione!

Come fare il sapone alla lavanda partendo da saponette neutre o fiocchi di sapone

Iniziamo con la ricetta facilissima. Ti basterà acquistare dei fiocchi di sapone o delle saponette neutre da sminuzzare con un coltello e avere a disposizione i fiori di lavanda secchi.

Metti in una pentola i fiocchi di sapone o le saponette tritate. Metti la pentola a bagnomaria su un’altra casseruola più grande e piena d’acqua bollente. Mescola spesso il composto perché tutto il sapone si sciolga a dovere.

Quando il sapone è sciolto (attentenzione: è molto caldo!) aggiungi i fiori di lavanda. La quantità dipenderà dalle tue preferenze. Mescola ancora qualche istante e preparati a versare il sapone nello stampo.

Scegli uno stampo che non usi più per il cibo. I migliori sono gli stampi in silicone, dai quali è facile rimuovere la barretta seccata. Versa il sapone nello stampo e lascialo asciugare indisturbato per non meno di un paio di giorni.

Olio e soda: come fare il sapone alla lavanda dagli ingredienti base

Passiamo ora alla ricetta per il sapone alla lavanda per gli esperti. Per prepararla è necessario maneggiare la soda caustica, un prodotto estremamente tossico e pericoloso. Scegli questa strada solamente se conosci la procedura e in un ambiente sicuro e arieggiato!

Ingredienti per fare il sapone alla lavanda

Ti serviranno:

  • 210 ml di olio d’oliva o di olio di girasole
  • 30 gr di soda caustica in fiocchi
  • 65 ml di acqua distillata
  • olio essenziale di lavanda
  • fiori di lavanda secchi
  • uno stampo che non userete più per il cibo. L’unica accortezza è che non sia in alluminio
  • occhiali antinfortunistici per prevenire il contatto dei vapori di soda con gli occhi
  • guanti in gomma spessi
  • frusta (da dedicare solamente alla saponificazione)
  • casseruola ampia
  • contenitore o ciotola in vetro (da dedicare solamente alla saponificazione)
  • cucchiaio di legno (da dedicare solamente alla saponificazione)

Il procedimento per fare il sapone alla lavanda

Il procedimento una volta reperito tutto il necessario è il seguente, con dei passi precisi da fare uno dopo l’altro:

  1. Poni nello stampo alcuni fiori di lavanda: saranno visibili all’esterno dopo aver sformato le barrette.
  2. Indossa i guanti e gli occhiali. Metti la soda nel contenitore in vetro.
  3. Aggiungi l’acqua distillata. La soda si scalderà molto, schizzerà e produrrà vapori tossici. Non respirarli e lascia ben aperte le finestre, o se puoi lavora all’aperto!
  4. Lascia raffreddare completamente la soda con acqua all’aperto.
  5. Scalda l’olio in una pentola: dovrà arrivare a circa 40 gradi. Senza che si raffreddi aggiungilo a filo alla soda con acqua, usando la frusta per ottenere un composto denso, di consistenza gelatinosa. In questa fase è fondamentale fare attenzione sia al calore che ai vapori.
  6. Aggiungi tra le 20 e le 30 gocce di olio essenziale di lavanda e i fiori. Mescola accuratamente.
  7. Versa il gel negli stampi. Copri con un panno spesso per evitare che il calore si disperda troppo velocemente. Non girare, muovere o scoprire lo stampo per 24 ore.
  8. Rimuovi le barrette dallo stampo e fallo indurire per circa due mesi al buio e all’asciutto. Il sapone deve poter maturare per seccarsi completamente ed esaurire il suo potere caustico, dovuto alla soda. Attendi sempre questo tempo prima di usarlo su pelle e bucato.

Ecco dunque come puoi preparare un fantastico sapone profumatissimo di lavanda, che farà sapere tutte le stanze di questo fiore straordinario!

Se qualche barretta non dovesse venire perfetta ti consigliamo di coprirla con un sacchetto di cotone e di usarla per profumare i cassetti, gli armadi o gli ambienti: nonostante l’aspetto impreciso il profumo sarà intenso e intatto!

Il caffè è una bevanda che non manca mai nelle case degli italiani, da nord a sud ogni famiglia degusta il suo caffè preferito. Una tazza di caffè lungo o ristretto, dolce, amaro o con senza il latte, non importa. Ciò che importa è che accompagni dalla mattina appena svegli le nostre giornate.

Non c’è niente di peggio però quando il nostro caffè si rovescia sul divano o sui nostri vestiti, macchiando i tessuti e le nostre giornate indaffarate!

Pulire e rimuovere completamente una macchia di caffè è un’operazione relativamente semplice se sai come fare. Noi di Verdevero in questo articolo ti consigliamo dei pratici rimedi naturali per togliere le macchie di caffè che esse siano presenti su un capo di cotone o sui jeans, sul tappeto o sul materasso!

Scopriamo insieme le tecniche più efficaci!

Macchie di caffè sul tappeto

Il tappeto vicino al divano dove consumi il caffè è facile che prima o poi diventi bersaglio di una tazzina di caffè caduta accidentalmente.

Quando la macchia è ancora fresca puoi utilizzare un panno in microfibra Verdevero inumidito con un po’ di acqua calda. L’importante è tamponare delicatamente la macchia senza strofinare. Se si agisce rapidamente è possibile eliminare la macchia senza aggiungere altro.

Se al contrario, le macchie sono ormai secche puoi provare mescolando in un bicchiere d’acqua un cucchiaino di aceto bianco e un po’ il sapone liquido per piatti ecologico. Una volta ottenuto il composto puoi rimuovere la macchia con l’ausilio di una Macchie di caffè sui jeans o indumenti in cotone

Macchie di caffè sui jeans o indumenti in cotone

Per rimuovere la macchia di caffè sui jeans, quando questa è ancora fresca, puoi agire preparando un composto con un cucchiaio di aceto bianco unito ad un bicchiere di acqua fredda. Dopo di che applicare la soluzione sulla macchia, sfregando delicatamente con una spugna Evosponge o con un panno.

Quando invece la macchia è particolarmente grande e sedimentata nel tessuto puoi utilizzare il bicarbonato pulente VERDEVERO. Ti basterà un solo cucchiaio da cospargere su un panno multiuso VERDEVERO pulito e bagnato. Strofina delicatamente il panno sulla macchia fin quando non scompare dai tuoi jeans.

Se la macchia persiste dopo aver utilizzato il metodo appena descritto, puoi procedere con un normale lavaggio in lavatrice per avere praticamente la certezza di risolvere il problema.

Macchie di caffè sui pavimenti o mobili in legno

Se la macchia di caffè è ancora fresca verrà via facilmente con un panno multiuso VERDEVERO e un po’ di acqua calda dalla superficie in legno.

Quando invece la macchia è presente già da qualche giorno o più ti consiglio di versare un cucchiaino di aceto sulla macchia e lasciarlo riposare per alcuni minuti. In questo modo i residui di caffè si sciolgono ed eliminarli con un po’ di carta assorbente non è mai stato così facile.

Macchie di caffè sul materasso

Il materasso è un altro punto nevralgico particolarmente attratto dal caffè, soprattutto la domenica mattina quando decidi di consumare una colazione a letto. Per eliminare la macchia di caffè il consiglio è quello di agire velocemente.

A causa dello spessore del materasso, una volta che l’alone penetra in profondità sarà difficile rimuoverlo. Per risolvere il problema puoi provare una soluzione composta da acqua calda, 2 cucchiai grattugiati del nostro sapone naturale Smacchietta, due cucchiai di bicarbonato VERDEVERO e un bicchiere di aceto bianco.

Dopo aver mescolato il tutto applica il composto sulla macchia lasciandolo agire per circa un quarto d’ora aiutandosi con un panno multiuso VERDEVERO.

Questi metodi sono al 100% naturali e permettono di eliminare ogni macchia di caffè che sia fresca o secca. Sul web si legge che anche la candeggina essere un rimedio efficace se applicata direttamente sulla macchia, soprattutto quando si tratti di tessuti di colore bianco come può essere una tovaglia.

Noi di Verdevero tuttavia, sconsigliamo l’uso di prodotti quali la candeggina o smacchiatori chimici, piuttosto perché non provi il nostro metodo per ottenere la candeggina ecologica fatta in casa? Leggi l’articolo dedicato e scopri come creare un’alternativa 100% green.

 

 

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Per passione e per lavoro mi ritrovo ogni giorno a farmi domande molto scomode:

  • Le ecodosi, sono davvero ecologiche?
  • Serve davvero acquistare un detersivo monodose dentro a un involucro in PVA difficilmente biodegradabile?
  • Totti fa davvero il bucato a casa sua? (Se non lo sai già è il testimonial)

Le ecodosi sono davvero ECO?

E’ l’ultima in particolare che mi sta tormentando da diverse settimane. 

E cioè da quando Francesco, indiscusso campione di calcio, ci sta tormentando dalla sua lavanderia con le famose ecodosi della famosa marca di detersivi NON ECOLOGICI.

Ad essere precisi non mi tormenta Totti ma l’argomento in sé.

LE ECODOSI sono dei sacchettini idrosolubili all’interno dei quali si può inserire una dose di detersivo per lavatrice o lavastoviglie.

Certamente sono comode e possono essere toccate con le dita senza sporcarsi e senza entrare in contatto con le sostanze chimiche del detersivo

Non richiedono all’utilizzatore di dosare il prodotto e quindi facilitano l’utilizzo nella vaschetta della macchina.

Ma io mi chiedo spesso:

Ma sono davvero ecologiche le pastiglie di detersivo in ECODOSE?

E a questa domanda mi sono dato 3 facili risposte:

 

RISPOSTA 1

Le ecodosi non sono ECOLOGICHE perché il PVA non è facilmente biodegradabile.

L’involucro delle pastiglie è composto da PVA, Alcool Polivinilico. 

Il PVA si biodegrada del 18% in 28 giorni. Peccato che per definire un ingrediente o un elemento facilmente biodegradabile si dovrebbe degradare del 60% in 28 giorni.

Questo dato mi fa dire che no, le ecodosi non sono ecologiche.

 

 

RISPOSTA 2

Le ecodosi non sono ecologiche perché il contenuto delle pastiglie non è ecologico.

Se è vero che all’interno degli involucri in PVA c’è il classico detersivo della nota marca che non è ecologico, allora perché lo stesso detersivo dentro a un involucro non facilmente biodegradabile dovrebbe essere ecologico?

 

RISPOSTA 3

Perché proprio Totti?

Quanto sono sicure le ECODOSI?

Ma se smettiamo un attimo i panni degli ecologisti e guardiamo a casa nostra allora c’è subito un dato allarmante da considerare: dal 2010 ad oggi sono esponenzialmente aumentate le segnalazioni di danni causati da detersivi all’interno delle nostre case.

Ecco i darti che riporta Corriere.salute:

“al Centro Antiveleni di Milano sono arrivate, dal 2010 al 2016, 2.203 segnalazioni cliniche relativi a incidenti con detersivi monodose per lavatrice, il 90% dei quali relativi a bambini sotto i 5 anni. Nella maggior parte dei casi si trattava di ingestione (82,7%), seguita da lesioni oculari (4,6%) e cutanee (0,8%), quando l’esposizione era singola (88,1%). C’erano poi le situazioni di contatto multiplo (11,9%): ingestione e oculare (5,1%), ingestione, oculare e cute (1,6%), ingestione e cutanea (1,7%), cutanea e oculare (3,3%).”

 

Le lesioni si verificano perché i bambini trovano questi oggetti colorati molto simili a caramelle e sono invogliati a toccarle.

Giocando e Manipolandole, le capsule si possono rompere spruzzando il detersivo negli occhi dei bambini. 

O ancora, rompendosi e colando nelle mani dei bambini, queste rimangono intrise di ingredienti chimici. E i bambini si sa, si portano le mani agli occhi o alla bocca, mangiandosi detersivo.

Sarebbe auspicabile che almeno i produttori si impegnassero a renderle meno attrattive e accattivanti per far si che i bambini che le trovano in casa non ne vengano attratti.

Ma a giudicare da quelle che usa Francesco per ora non è così.

Come pulire il ferro da stiro: tutti i suggerimenti

Come per tutti gli elettrodomestici, un’accurata pulizia del ferro da stiro permette di scongiurare numerosi problemi. Più viene utilizzato, e dunque messo sotto stress, più frequente dovrà essere la manutenzione. I motivi sono essenzialmente due: da un lato si mantiene lo strumento in eccellenti condizioni, con prestazioni sempre elevate; dall’altro si evita la formazione di sporcizia che può causare guasti complessi e costosi da risolvere. Ecco tutti i nostri consigli su come pulire il ferro da stiro!

Il principale nemico della pulizia del ferro da stiro è il calcare

Il calcare è una sostanza presente nell’acqua, specialmente in quella di rubinetto. Costituito da minerali disciolti nell’acqua, specialmente da carbonato di calcio, ha l’aspetto di una polvere biancastra o grigia incrostata su tutti gli oggetti che sono frequentemente a contatto con l’acqua. Gli oggetti e gli elettrodomestici più spesso esposti al calcare sono:

  • Vetri della doccia
  • Sanitari, lavandini della cucina e piani di lavoro
  • Rubinetteria
  • Bollitori
  • Caldaie, scaldacqua e boiler
  • Ferri da stiro

Il ferro da stiro a vapore funziona per via dell’acqua caricata nella caldaia: riscaldata dalla resistenza consente l’emissione di un getto di vapore caldo che contribuisce ad eliminare pieghe e grinze.

L’acqua che ristagna nella caldaia può però causare problemi al ferro, alle sue componenti e dunque al momento dell’utilizzo.

L’acqua è il problema!

Senza acqua il ferro da stiro non funziona, come abbiamo detto. La scelta dell’acqua è vitale per la conservazione dello strumento.

L’acqua di rubinetto è in assoluto la peggiore: in molte città italiane il tasso di calcare è elevato e può danneggiare gli elettrodomestici.

Decisamente più sicure per la loro funzionalità sono le acque demineralizzate, vendute esattamente per questo scopo.

L’acqua si dice demineralizzata quando è sottoposta ad un trattamento di bollitura e preparazione che elimina oltre il 99% delle componenti minerali presenti in origine.

E se non voglio acquistare l’acqua demineralizzata?

L’acqua demineralizzata è un prodotto efficacissimo per la conservazione del buono stato del ferro da stiro. Venduta in taniche è però pesante e scomoda da trasportare e stoccare in casa.

Che fare, dunque? Una soluzione parziale ma efficace è l’acqua di condensa dei condizionatori e dei deumidificatori.
Il passaggio nei circuiti dell’elettrodomestico elimina una buona parte dei minerali: non nella percentuale eliminata dall’acqua demineralizzata in modo industriale, ma comunque abbastanza elevata per un uso con molti meno rischi.

Per raccoglierla basta lasciare un catino, una bacinella o una brocca sotto lo scolo nel condensatore: specie nello giornate più umide ci vorranno poche ore per avere una buona provvista di acqua demineralizzata perfetta per il ferro da stiro.

Attenzione: né l’acqua demineralizzata in modo industriale né quella ottenuta dal condizionatore è adatta per essere bevuta!

Cosa fare per preservare il ferro da stiro

Ecco alcuni suggerimenti per preservare efficacemente il ferro da stiro in ottime condizioni di pulizia dal calcare e per prevenire i danni più comuni.

  • Alla fine dell’uso elimina sempre l’acqua residua e asciuga il contenitore della caldaia, lasciandolo scoperto. Se l’acqua ristagna per ore nel serbatoio potrebbe formarsi una maggiore quantità di calcare.
  • Almeno una volta a settimana, se usi spesso il ferro da stiro, procedi con una pulizia più accurata della piastra. Esistono sia prodotti appositi, come gli stick di ammoniaca, sia prodotti naturali come il bicarbonato, l’acido citrico e il detergente per le stoviglie. Passane una piccola quantità sulla piastra, lascia agire qualche minuto e poi strofina con un panno asciutto per eliminare i residui.
  • Se noti calcare nel serbatoio puoi utilizzare una soluzione di acqua calda e acido citrico in soluzione al 15% (non usare lemontrì perché contiene cellulosa)  o succo di limone. Lasciala nella caldaia per una mezz’ora, eliminala, risciacqua e asciuga attentamente. L’acidità dell’acido citrico scioglierà il calcare e lo farà depositare sul fondo del serbatoio, dove è facile eliminarlo. Se il tuo ferro da stiro è di ultima generazione potrebbe avere una funzione di rimozione del calcare integrata: segui le istruzioni per eseguire la procedura e pulire il serbatoio.

Prodotti sintetici o naturali?

Abbiamo accennato all’esistenza sia di prodotti specifici, spesso consigliati dai produttori, sia di prodotti naturali efficaci per la rimozione del calcare.

Vediamo insieme vantaggi e svantaggi dell’uso di entrambi.

Il detergente sintetico è sicuro dal punto di vista dell’uso, a patto di rispettare le istruzioni sulla confezione e fornite dal produttore. Per evitare un carico di responsabilità, i produtti spesso sconsigliano i rimedi naturali per la pulizia del ferro e piuttosto consigliano l’acquisto di detergenti specifici. Hanno il vantaggio di essere già pronti all’uso, ma costosi.

I rimedi naturali sono facili da organizzare: spesso sono creati a partire da ingredienti presenti in qualsiasi cucina, dispensa o armadietto delle pulizie. Richiedono qualche tentativo per dosare bene gli ingredienti e trovare il giusto mix per le proprie esigenze, ma il loro costo è decisamente irrisorio. Generalmente -anche se non è detto in modo assoluto!- comportano meno rischi per la salute e per l’ambiente naturale.

Il prodotto principe per la pulizia del ferro da stiro in modo naturale è l’ Acido citrico, economico e di facile reperimento.

La scelta, insomma, si basa soprattutto sulle singole esigenze. Valuta entrambi le soluzioni, provare e verifica quali si adattano meglio al tuo caso!

Pulire la piastra del ferro da stiro: i metodi più comuni

La piastra del nostro ferro da stiro è la parte più importante su cui effettuare una continua manutenzione.

Il motivo è ovvio: si tratta della parte a stretto contatto coi capi che intendiamo stirare, quindi trascurarla significherebbe anche mettere a repentaglio i nostri vestiti in fase di stiratura.

Per prevenire questo problema esistono molti metodi per la pulizia della piastra in maniera efficace e vediamo allora qualche trucchetto per mantenere il nostro ferro da stiro come nuovo.

Trattare la piastra del Ferro da Stiro con sale e l’aceto

Il primo metodo per una pulizia naturale della piastra è quello che coinvolge il sale e l’aceto.

La procedura è molto semplice.

In un piccolo tegame mettere a scaldare dell’aceto con del sale fino. la soluzione che si viene a creare va portata ad ebollizione e appena raggiunge quel punto va tolta dal fuoco.

A quel punto, avendo cura di indossare un paio di guanti come quelli che si usano per le pulizie domestiche, intingere un panno nella soluzione calda e strofinarla sulla piastra del nostro ferro da stiro.

Questa soluzione è ottima per togliere le incrostazioni di sporco dalla piastra e se il panno non dovesse bastare, si può decidere di applicare più forza allo strofinamento con l’ausilio di una paglietta delicata, avendo cura di non rovinare la piastra con graffi che ne pregiudicherebbero l’effetto stirante.

Pulire la piastra del ferro da stiro con bicarbonato di sodio

Anche il bicarbonato può venire in aiuto per la pulizia della piastra del nostro ferro da stiro.
In un piccolo recipiente mettiamo poca acqua e aggiungiamo due cucchiai di bicarbonato di sodio, mescolando il composto fino ad ottenere una pasta omogenea.

Questa pasta verrà poi stesa sulla superficie della piastra del nostro ferro in maniera uniforme, avendo cura di concentrarci in particolar modo nelle zone dove si annida maggiormente lo sporco, tendenzialmente in prossimità delle scanalature e dei fori da cui fuoriesce il vapore.

Quando la pasta è stesa passiamo con un panno umido fino a togliere del tutto il composto precedentemente applicato. In questa fase possiamo anche togliere energicamente con il panno il composto, senza avere timore di rovinare la piastra.

Nelle zone di fori e scanalature è consigliate passare con l’ausilio di un cotton fioc inumidito per raggiungere ogni zona e togliere ogni residuo di bicarbonato pastoso.

Se sulla superficie rimane un alone bianco dovuto a qualche residuo passiamo più volte il panno umido ed infine eseguiamo una stiratura di prova su di uno straccio sacrificabile.

 

Altri metodi fai da te per pulire la piastra del ferro da stiro

Esistono altri metodi semplici per manutenere la piastra del nostro ferro da stiro.

Si possono usare detersivi naturali che utilizziamo anche per le padelle, soprattutto per quei ferri da stiro con piastre rivestite in teflon, come le padelle antiaderenti.

La soluzione da preparara con acqua e detersivo naturale dovrà essere estremamente concentrata per dare un buon risultato.

In alternativa è possibile anche utilizzare del classico dentifricio, da passare su tutta la superficie della piastra per poi toglierlo con un panno umido su più passate.

La raccomandazione in genere è sempre quella di non usare nulla metallico per rimuovere il detergente che intendiamo utilizzare, per non rovinare la superficie.

Nelle zone dei fori del vapore assicurarsi di passare con un cotton fioc umido per pulire al meglio anche le zone difficilmente accessibili da un panno.

Infine è possibile anche sfruttare il funzionamento del ferro per effettuare una pulizia dell’impianto. Si può infatti inserire dell’aceto bianco riempiendo circa un terzo del serbatoio, magari diluendo con un po’ di semplice acqua. a questo punto accendere il ferro da stiro e portarlo alla massima temperatura lasciando che possa sviluppare il vapore.

Quando l’aceto sarà completamente evaporato si può passare la piastra su uno straccio sacrificabile poggiato sull’asse da stiro, in quanto la procedura potrebbe macchiare le superfici.

Adesso tocca a te! ☺

Lo spazzolino elettrico lo pulisci nel modo corretto? Prova con questi consigli…

 ⚛ Tipo di macchia: 

Organico e calcare.

 🕝Tempo necessario: 

30 minuti circa.

👚 Tipo di materiale:

Plastica, gomma, nylon, parti metalliche.

💪 Impegno necessario:

Difficoltà 3 di 10

🍋 Ingredienti che puoi usare:

Acqua, bicarbonato, detergente all’ossigeno attivo.

⚗ Tipo di prodotto utile:

✅Procedimento

  1. PASSO 1
    Le parti in plastica dell’apparecchio le puoi pulire con un Panno in Microfibra MULTI e USAMIX.
  2. PASSO 2
    Per le testine (spazzolini) fai bollire un pentolino d’acqua, spegni e versaci un po’ di BICARBONATO, immergici le testine e mescola. Nel tempo che il BICARBONATO impiega a sciogliersi, avrai pulito le tue testine.
  3. PASSO 3
    Per la parte interna (dove si innesta nell’impugnatura) potresti aver bisogno di pulire con una spazzolina o uno stuzzicadenti.
  4. PASSO 4
    Infine sciacquali e saranno nuovamente pronti all’uso!

 

 

Biodegradabile oltre il 90%
Parliamoci chiaro: riferito a un detersivo non significa una cippa!

Vediamo perché…

Ti sarà capitato di leggere sull’etichetta di un detersivo la scritta BIODEGRADABILE oltre il 90%.

Se pensi che puoi stare tranquilla perché hai in mano un prodotto poco inquinante stai commettendo un grave errore.

Infatti si tratta di una dicitura che può generare confusione facendo pensare ad un prodotto “ecologico” quando il prodotto ecologico non è.

Ma allora cosa significa Biodegradabile oltre il 90%?

Qui corro il rischio di fare un pippone noioso con termini tecnici, ma sarà necessario per comprendere il problema, e smetterla di farti prendere in giro da questa frasetta magica.

La parola “biodegradabilità” senza ulteriori precisazioni risulta ambigua e poco precisa, ma in linea generale sta a significare la demolizione di un composto da una struttura complessa a una struttura semplice.

Parlando di detersivi, non possiamo fare a meno di fare riferimento ai 3 tipi di biodegradabiltà diversa e di precisare che in nessun caso si prende inconsiderazione la biodegradabilità dell’intero prodotto ma solo quella dei tensioattivi che lo compongono.

E i tensioattivi sono la minima parte della formula di un detersivo.

Ma vediamo le 3 biodegradabilità di un detersivo:

1)       Biodegradabilità aerobica primaria

È la trasformazione del tensioattivo da parte di microorganismi in presenza di ossigeno.

È la più semplice che si verifica ma è una semplice rottura delle molecole del tensioattivo.

In questo caso, non è detto che le molecole ottenute siano meno inquinanti di quelle di partenza.

La normativa dice: “[…] «biodegradazione primaria» è la modifica strutturale (trasformazione) di un tensioattivo da parte di microrganismi che ne provoca la perdita delle proprietà tensioattive a causa della degradazione della sostanza madre e la conseguente perdita della proprietà tensioattiva […]”
(Reg. Cee 648/2004 – Art 2,7)
“La biodegradabilità primaria si considera soddisfacente a un livello minimo dell’80 % […]“
(Reg CE 648/2004 – Allegato II)

Questa è la biodegradabilità considerata nel DL 136 del 26/4/1983, ormai non più in vigore, a cui faceva riferimento la dichiarazione “Biodegradabile oltre il 90%” riportata in etichetta dai detersivi:

“È vietata la produzione, la detenzione, la immissione in commercio, l’introduzione nel territorio dello Stato e l’uso da parte degli stabilimenti industriali o degli esercizi pubblici di detersivi quando la biodegradabilità media dei tensioattivi sintetici in essi contenuti sia inferiore al 90 per cento […]”
(DL 136/1983 – Art. 2)

In sintesi…

Quando trovi la scritta BIODEGRADABILE OLTRE IL 90% significa solamente che il prodotto è conforme a questa legge.

Non significa che è ecologico.

Non solo, questa normativa è superata.

Il regolamento europeo 648/04 attualmente in vigore introduce infatti un secondo tipo di biodegradabilità, la Biodegradabilità aerobica totale.

2)       Biodegradabilità aerobica totale (mineralizzazione)

È la biodegradazione che si ottiene quando il tensioattivo viene distrutto completamente e trasformato in biossido di carbonio, acqua e sali minerali.

“La biodegradabilità dei tensioattivi nei detergenti si considera soddisfacente se il livello di biodegradabilità (mineralizzazione) misurato […] è almeno del 60% entro un termine di ventotto giorni […]”
(Reg. CEE 648/04 – Allegato III)

In sintesi…

L’attuale regolamento prevede che tutti i tensioattivi utilizzati per creare un detersivo diventino sali minerali, biossido di sodio e acqua.

Per misurare se questo fenomeno si avvera, si verifica se entro 28 giorni i tensioattivi si sono mineralizzati almeno del 60%.

Anche questo secondo criterio si applica a tutti i detersivi in commercio, ecologici e petrolchimici, e un detersivo che lo rispetta non è un detersivo ecologico.

Fino a qui le regole a cui si attengono tutti i detersivi in commercio.

È chiaro che la scritta BIODEGRADABILE riportata nei detersivi non indica che il prodotto è ecologico

Entriamo ora nell’ambito dei detersivi ecologici e della normativa di riferimento, la normativa Ecolabel.

Non è raro che i tensioattivi non si degradino completamente in acqua, e cioè in ambiente aerobico.

E cosa succede quando raggiungono i fanghi di fiumi, laghi e mari e cioè gli ambienti anaerobici?

Semplice: rimangono lì a inquinare.

È questo il motivo che ha spinto a creare la Commissione Ecolabel e analizzare la capacità di degradazione dei tensioattivi anche in ambiente anaerobico.

Qui entriamo nel campo dei detersivi ecologici e della biodegradabilità anaerobica.

3)       Biodegradabilità anaerobica

È la biodegradabilità che si ottiene anche in ambienti privi di ossigeno.

Fondi e fanghi di fiumi, laghi e mari.

Un detersivo per essere ecologico deve garantire la degradabilità finale in condizioni anaerobiche di almeno il 60%.

La verifica di tale criterio avviene grazie alla pubblicazione di una lista degli ingredienti, una “DID list” (Detergent Ingredient Database) nella quale è indicato se un certo tensioattivo è biodegradabile anaerobicamente o meno.

Se l’ingrediente non è presente nella lista allora non si può usare per un detersivo che si vuole chiamare ecologico.

Se i produttori di detersivi petrolchimici inserissero la lista degli ingredienti in etichetta sarebbe molto semplice verificare l’ecologicità del prodotto.

Purtroppo non lo fanno.

La Biodegradabilità anaerobica dei tensioattivi non è richiesta per prodotti convenzionali petrolchimici, ma solo per quelli che intendono certificarsi secondo lo standard Ecolabel e gli altri standard più stringenti che fanno comunque riferimento ai criteri Ecolabel.
(ICEA-AIAB-BIOCERT)

Ora ti è chiaro che quando ti scrivono Biodegradabile oltre il 90% in etichetta in realtà ti stanno prendendo in giro e facendo credere di avere in mano un detersivo ecologico.

Oltre a questo dobbiamo fare un’altra precisazione: per essere un vero detersivo ecologico non basta garantire la biodegradabilità totale anaerobica ma…

Bisogna prendere in considerazione anche la tossicità del prodotto.

Non basta pensare a come si degrada il detersivo ma anche a quanto è tossico e quanti danni combina mentre si trova in acqua e si degrada.

Questa valutazione viene fatta attraverso il il calcolo del Volume Critico di Diluizione VCDtox.

La formula per calcolarla è la seguente:

VCD tox (ingrediente)        Peso ingrediente  x  Fattore di carico (LF)        X 1000
Effetto di lungo termine (LTE)

Il risultato di questo calcolo è un valore che rappresenta la quantità di acqua minima necessaria per rendere innocua una dose standard di detergente per gli organismo acquatici.

Ci dice quanta acqua serve aggiungere a una dose di prodotto perché quell’acqua sia di nuovo vivibile per gli organismi acquatici.

Pulire la moka con il detersivo non è una pratica diffusa, per fortuna… Ma di tanto in tanto potrebbe essere opportuno decalcificarla per ottenere un caffè più buono, in meno tempo e preservando la moka per lunghissimo tempo.

Il procedimento per decalcificare la moka è facile e veloce. Ecco come procedere:

  1. Metti un cucchiaino di ACIDO CITRICO nel serbatoio della moka e aggiungi acqua come se la stessi preparando per un normale caffè
  2. Inserisci il filtro (lasciandolo vuoto)

  3. mettila nel fuoco come se stessi preparando un vero caffè.

  4. Quando l’acqua sarà passata per il filtro avrà svolto insieme all’ACIDO CITRICO, la sua azione di pulizia e decalcificazione.

  5. Non preoccuparti se il primo caffè che farai dopo questo procedimento avrà un sapore diverso dal solito. Al caffè successivo tornerà tutto come prima.

Nota: la soluzione migliore è l’acido citrico e non l’aceto come ti può essere capitato di leggere. Questo perché, seppure l’aceto è una soluzione ecologica, l’acido citrico inquina 53 volte di meno le falde acquifere.

Problema:

L’orrore delle mamme che hanno bambini piccoli che vogliono emulare Cristianko Ronaldo sono le macchie di fango. Non se segui il blog di Verdevero però… Ecco un facile trucchetto per pulire il fango dai vestiti.

La soluzione ecologica:

Sgrassatore ecologico e sapone vegetale.

⚛ Tipo di macchia:

Organico, fango.

Tempo necessario:

10 minuti + ciclo di lavaggio in lavatrice.

Tipo di materiale:

Cotone.

Impegno necessario:

Difficoltà 2 di 10

 Ingredienti che puoi usare:

Sgrassatore ecologico e sapone vegetale.

⚗ Tipo di prodotto utile:

✅Procedimento

Puoi procedere in questo modo:

1. Spruzza GRINTA direttamente sulla macchia e lascia agire per 5 minuti

2. A questo punto strofina SMACCHIETTA sulla macchia fino a ottenere una schiumetta marrone
Se necessario puoi continuare a strofinare per qualche secondo fibra contro fibra per rimuovere gli eventuali ultimi residui di sporco.

3. Il capo ora è pronto per essere messo in lavatrice per un normale lavaggio con BEIPANNI.
Scegli la temperatura da impostare in base alle indicazioni in etichetta.

4. Se i capi sono bianchi o colorati con colori tenui e leggeri aggiungi una dose di BIOBIANCO al lavaggio

 

Problema:

La macchina del caffè è una di quelle cose che formano più facilmente il calcare.

La soluzione ecologica:

Acqua e acido citrico.

⚛ Tipo di macchia:

Calcare.

🕝Tempo necessario:

15/20 minuti.

👚 Tipo di materiale:

Metallo e plastica.

💪 Impegno necessario:

Difficoltà 2 di 10

🍋 Ingredienti che puoi usare:

Acqua e acido citrico.

⚗ Tipo di prodotto utile:

✅Procedimento

Puoi procedere in questo modo:

  1. versa 120ml di soluzione a base di ACIDO CITRICO al 15% nella vaschetta dell’acqua

  2. aggiungi 120ml di acqua

  3. metti in funzione la macchina a vuoto (esatto, proprio come se stessi facendo un caffè!) fino a che non termina la soluzione che avevi inserito nella vaschetta.

  4. Dopodiché aggiungi 200/250ml di acqua nella vaschetta dell’acqua della macchina e azionala nuovamente a vuoto per sciacquarla.

Ripeti l’operazione una volta al mese per decalcificare la macchina del caffè.

☑ Cosa non fare mai:
Non usare prodotti troppo acidi come l’aceto.

 

Problema:

Spesso mettiamo i vasi di fiori a decorare il davanzale, ma se non li puliamo costantemente possono lasciare macchie.

La soluzione ecologica:

Acqua e acido citrico.

⚛ Tipo di macchia:

Organico e calcare.

Tempo necessario:

15/20 minuti.

Tipo di materiale:

Pietra naturale levigata.

Impegno necessario:

Difficoltà 4 di 10

 Ingredienti che puoi usare:

Acqua e acido citrico.

⚗ Tipo di prodotto utile:

✅Procedimento

Puoi procedere in questo modo:

1. Metti da parte dell’acqua;

2. Versa un po’ di Lemontrì sulla EvoSponge;

3. Gratta bene le parti macchiate, senza soffermarti troppo, e sciacqua subito con dell’acqua;

4. Ripeti questa operazione, avendo cura di strofinare energicamente per qualche secondo e poi sciacquare velocemente, è molto importante che Lemontrì non resti a contatto con la pietra per troppo tempo.

☑ Cosa non fare mai:
Non usare prodotti troppo acidi come l’aceto.

 

Problema:

A volte non hai molto tempo di asciugare i pezzi del Bimby quando lo pulisci, e si può formare del calcare.

La soluzione ecologica:

Acqua e acido citrico.

⚛ Tipo di macchia:

Calcare.

Tipo di materiale:

Alluminio.

Tempo necessario:

15 minuti.

Impegno necessario:

Difficoltà 2 di 10

 Ingredienti che puoi usare:

Acqua e acido citrico.

⚗ Tipo di prodotto utile:

✅Procedimento

Puoi procedere in questo modo:

1. Bagna la EvoSponge con un po’ di Lemontrì;

2. Gratta bene le parti con il calcare;

3. Sciacqua bene con un Panno MULTI in Microfibra bagnato e ben strizzato.

☑ Cosa non fare mai:
Non lasciare spesso le parti ad asciugare da sole, passaci il Panno MULTI!

 

Pulire le tende da sole è per molte persone un vero incubo!

Le tende da sole sono sempre esposte alle intemperie, all’inquinamento e… ai ricordini degli animali.

Sia per un corretto mantenimento del tessuto, sia per l’igiene e la pulizia, è fondamentale aver cura delle tende da sole.

E la bella notizia è che lo puoi fare in modo ecologico.

Cosa ti serve per pulire le tende da sole in modo ecologico

Per pulire le tende servono dai 30 ai 40 minuti. I tessuti su cui si applica questo metodo sono il cotono o il lino. Ti servirà una scopa o un’aspirapolvere, del CARBONATO DI SODIO Verdevero, acqua e una spugna leggermente abrasiva, come EVOSPONGE.

La tecnica veloce per pulire le tende da sole senza rimuoverle

Per prima cosa devi spolverarle, rimuovendo polvere e residui che le appesantiscono: puoi fare questa azione con un’aspirapolvere se la superficie te lo permette, altrimenti con una scopa tradizionale o con una scopa rimuovi polvere. Munisciti poi di una canna dell’acqua e accertati di applicare questo metodo quando le tende da sole sono all’ombra.

  1. Metti 3 cucchiai di CARBONATO DI SODIO in 3 litri di acqua calda;
  2. Strofina la tenda con una spugna imbevuta in questa soluzione (se è molto ampia puoi usare una scopa, oppure la vecchia spazzola per la schiena che si usa per fare la doccia);
  3. Fai in modo che non si asciughi questa soluzione sulla tenda (lavala in un momento d’ombra);
  4. Una volta strofinata per qualche minuto, risciacqua con il tubo dell’acqua.

Le macchie verdi e la muffa sulle tende da sole

Quando si forma questo tipo di macchia sulle tende da sole, se riusciamo facilmente ad arrivare nel punto in cui si è formata, si procede così:

  1. Inumidire la superficie della macchia;
  2. Spruzzare USAMIX, e coprire con un po’ di pellicola;
  3. Lasciare agire per venti minuti circa;
  4. Risciacqua con la canna dell’acqua;
  5. Se la macchia c’è ancora, passare la macchia con AMANì, detergente piatti neutro: strofinare bene, quindi risciacquare.

Se le tue tende da sole possono essere smontate

In questo caso, non ti resta che fare un pre-ammollo di mezza giornata in acqua calda con BIOBIANCO; quindi procedi con un normale lavaggio a 60 gradi con BEIPANNI e BIOBIANCO.

Una volta lavate rimontale ancora bagnate, asciugheranno tornando in piega!

I prodotti consigliati da Fabrizio di Verdevero per pulire le tende

 

 

 

 

 

Problema:

Vecchi oggetti in ottone in casa che non sai come pulire, e non li vuoi rovinare perché sono ricordi? Prova così…

La soluzione ecologica:

Acido citrico.

⚛ Tipo di macchia:

Ossidazione e normale usura.

🕝Tempo necessario:

15 o 30 minuti.

👚 Tipo di materiale:

Ottone.

💪 Impegno necessario:

Difficoltà 3 di 10

🍋 Ingredienti che puoi usare:

Acido citrico.

⚗ Tipo di prodotto utile:

✅Procedimento

Procedi in questo modo:

  1. bagna il Panno MULTI in Microfibra con Lemontrì;
  2. strofina l’ottone energicamente per rimuovere le parti imbrunite;
  3. ripeti l’operazione se necessario, finché torna lucido.

Se non hai Lemontrì a casa, puoi fare questo lavoro anche con una soluzione di Acido Citrico al 15%.

☑ Cosa non fare mai:

Non usare altri prodotti specifici, sono molto inquinanti

Problema:

Hai deciso di sederti sulla panchina sbagliata e hai trovato una gomma da masticare incollata ai vestiti? Oppure il tuo bimbo ama giocarci e ha combinato un pasticcio… Ecco come rimuoverla.

La soluzione ecologica:

Ghiaccio (congelamento).

⚛ Tipo di macchia:

Gomma da masticare.

🕝Tempo necessario:

Dai 60 minuti in su.

👚 Tipo di materiale:

Cotone.

💪 Impegno necessario:

Difficoltà 6 di 10

🍋 Ingredienti che puoi usare:

Ghiaccio.

⚗ Tipo di prodotto utile:

✅Procedimento

Metti il capo in freezer e attendi almeno un’ora prima di tirarlo fuori.i di acqua e lava il pavimento.

Tira fuori il capo e cerca di grattare via il chewingum senza scaldarlo.

Se dovesse essere entrato un po’ nelle trame del tessuto, puoi acquistare una bomboletta di ghiaccio spray (quello che si usa per gli infortuni sportivi), spruzzare la gomma e spazzolare con una spazzola per tessuti finché l’avrai completamente rimossa.

☑ Cosa non fare mai:

Non usare alcool e fai attenzione a non scaldarla.

Hai deciso di non utilizzare più le classiche bottiglie di plastica monouso e utilizzare bottiglie di vetro ma non sai come pulire le bottiglie?

Ecco come fare per pulire le bottiglie di vetro per l’acqua:

  • fai un lavaggio di tanto in tanto con acqua e BICARBONATO;
  • se non le usi da qualche tempo, falle bollire prima di riutilizzarle.

ImportanteL’acqua delle casette è buona ma accertati che vengano effettuati controlli periodici dei filtri e dell’impianto altrimenti si corre il rischio di bere acqua contaminata.

Per quanto riguarda l’acqua filtrata in casa ormai ci sono degli impianti di qualità e le aziende che li forniscono danno anche un servizio di controllo e sostituzione filtri costante che garantisce che l’acqua sia pulita.

Oltre a lavare le bottiglie di tanto in tanto con acqua e bicarbonato, accertati di non lasciarle inutilizzate per lungo tempo.

Il rischio di lasciarle inutilizzate è che all’interno delle bottiglie si formino delle cariche batteriche.

Se hai qualsiasi dubbio che possa essere successo allora hai di fronte a te due soluzioni a seconda degli strumenti che hai.

Hai pentole abbastanza capienti? Puoi far bollire le bottiglie in modo da accertarti di eliminare tutti in residui di sporco e di batteri

Se invece non hai a disposizione una pentola abbastanza capiente e sospetti che una o più bottiglie possano essere contaminate allora puoi procedere a lavarle con un pò di ipoclorito di sodio.

È inquinante e va usata con parsimonia e ti serve ad evitarti di bere acqua contaminata che ti può far male.

Cosa non fare mai:

Non tenere l’acqua di rubinetto in bottiglia per più di due giorni, e procedi con il lavaggio consigliato: con l’acqua non si scherza!

Problema:

Il piano in laminato è comodo, ma spesso si macchia ed è difficile da pulire.

La soluzione ecologica:

Sgrassatore ecologico.

⚛ Tipo di macchia:

Residui di cibo/unto.

🕝Tempo necessario:

15 minuti.

👚 Tipo di materiale:

Laminato.

💪 Impegno necessario:

Difficoltà 2 di 10

🍋 Ingredienti che puoi usare:

Sgrassatore ecologico.

⚗ Tipo di prodotto utile:

✅Procedimento

Puoi sgrassare spruzzando GRINTA su tutta la superficie da pulire.

Lascia agire pochi minuti, poi passa il Panno MULTI bagnato.

Dopo averlo sciacquato e strizzato bene, puoi usare il Panno Multi per sciacquare.

La microfibra e catturerà e rimuoverà lo sporco.

☑ Cosa non fare mai:
Non usare mai la candeggina!

 

Problema:

Basta una piccola distrazione tra un biscotto e l’altro eee… ops! Hai messo la teglia in alluminio in lavastoviglie, ed ora è ossidata. Ecco come fare.

La soluzione ecologica:

Acqua calda e acido citrico.

⚛ Tipo di macchia:

Ossidazione da soluzioni basiche.

🕝Tempo necessario:

15 + 30 minuti.

👚 Tipo di materiale:

Alluminio.

💪 Impegno necessario:

Difficoltà 4 di 10

🍋 Ingredienti che puoi usare:

Acqua e acido citrico.

⚗ Tipo di prodotto utile:

✅Procedimento

Puoi procedere in questo modo:

  1. Metti a bollire dell’acqua;
  2. versala nella teglia fino a coprire le parti ossidate;
  3. aggiungi 60 ml di Lemontrì (circa 2 cucchiai da cucina);
  4. lascia agire per 10 minuti;
  5. quando l’acqua si sarà raffreddata strofina la teglia con una spugna abrasiva che non graffi come la Evosponge.

 

Problema:

Hai la vasca idromassaggio, ma si sa, tra i vari impegni non la si usa poi tanto spesso. Come igienizzarla?

La soluzione ecologica:

Acqua calda, percarbonato e acido citrico.

⚛ Tipo di macchia:

Residui di sporco/accumulo di batteri e calcare.

🕝Tempo necessario:

15 + 30 minuti (x2) totale 90 minuti.

👚 Tipo di materiale:

Resina e gomma dura.

💪 Impegno necessario:

Difficoltà 4 di 10

🍋 Ingredienti che puoi usare:

Percarbonato e acido citrico.

⚗ Tipo di prodotto utile:

✅Procedimento

Spargi sul fondo della vasca due misurini di BioBianco.

Riempi bene la vasca di acqua calda, il tanto che basta per coprire le bocchette che erogano il getto idromassaggiante, all’inizio puoi usare un mestolo per aiutare la polvere a sciogliersi bene.

Quindi aziona l’idromassaggio per circa 30 minuti.

Una volta terminati i 30 minuti, svuota la vasca, sciacquala bene ed aiutandoti con un Panno Multi in Microfibra rimuovi l’eventuale sporco rimasto attorno alle bocchette.

Una volta ultimato questo passaggio, riempi nuovamente la vasca, e questa volta metti 200ml di Lemontrì.

Anche in questo caso aziona l’idromassaggio per circa 30 minuti, poi vuota la vasca e sciacqua bene.

Se necessario, aiutati con uno stuzzicadenti ad eliminare eventuali residui di calcare dalle bocchettine.

Con il primo lavaggio igienizzerai grazie all’azione biocida del BioBianco, mentre il secondo rimuoverà il calcare.

☑ Cosa non fare mai:
Non usare mai la candeggina né aceto!

 

Problema:

Il pavimento in pietra è soggetto a varie intemperie, come pulire però un pavimento esterno avendo attenzione per l’impatto ambientale?

La soluzione ecologica:

Carbonato di sodio.

⚛ Tipo di macchia:

Organico.

Tempo necessario:

Dai 30 minuti.

Tipo di materiale:

Pietra naturale.

Impegno necessario:

Difficoltà 3 di 10

 Ingredienti che puoi usare:

Carbonato di sodio.

⚗ Tipo di prodotto utile:

✅Procedimento

Aggiungi 2 cucchiai di Carbonato in un secchio con tre litri di acqua e lava il pavimento.

Vista l’irregolarità della superficie, nei punti in cui ci sono macchie persistenti puoi strofinare con una spazzola.

Puoi sciacquare il pavimento con la canna dell’acqua.

 

Problema:

Il pupo inizia a fare le sue prime cosine in autonomia: la palestrina! Ma tra manine che toccano ovunque, bava e magari qualche animaletto in giro, come tenerla pulita?

La soluzione ecologica:

Igienizzante all’ossigeno attivo.

⚛ Tipo di macchia:

Organico/polvere.

🕝Tempo necessario:

15 minuti.

👚 Tipo di materiale:

Sintetico e plastica.

💪 Impegno necessario:

Difficoltà 2 di 10

🍋 Ingredienti che puoi usare:

Ossigeno attivo.

⚗ Tipo di prodotto utile:

✅Procedimento

Spruzza un po’ di Usamix su un Panno Multi in Microfibra bagnato e ben strizzato.

Passa il panno su tutte le superfici, sia quelle in plastica dei sostegni (ganci e struttura se sfoderabile) sia sui peluches che non possono essere lavati in lavatrice.

Usamix è volatile, significa che non rimane sulle superfici dopo averlo passato, ma, se ti fa sentire più sicura, puoi certamente ri-passare il Panno Multi in Microfibra dopo averlo sciacquato bene e strizzato.

 

Problema:

L’ovetto entra ed esce dalla macchina, lo appoggiamo un po’ ovunque, viene toccato da tante mani, si sporca di cibo e i pupi lo sbavusciano anche un po’…

La soluzione ecologica:

Detergente ecologico all’ossigeno attivo.

⚛ Tipo di macchia:

Sporco generico/organico.

🕝Tempo necessario:

20 minuti.

👚 Tipo di materiale:

Plastica/alluminio/gomma dura.

💪 Impegno necessario:

Difficoltà 2 di 10

🍋 Ingredienti che puoi usare:

Detergente ecologico multiuso all’ossigeno attivo.

⚗ Tipo di prodotto utile:

✅Procedimento

Dopo aver rimosso tutte le parti sfoderabili, spruzza su tutte le superfici rigide Usamix Detergente Multiuso ecologico.

Lascia agire qualche minuto.

Quindi inumidisci un Panno Multi in Microfibra, e pulisci bene in ogni sua parte.

☑ Cosa non fare mai:
/

 

Problema:

Premetto che ci sono due tipi di cuscini in memory foam:

1. quelli di vecchia generazione per i quali è sconsigliato il lavaggio con acqua perché ne ingloberebbero così tanta da rendere difficile/impossibile l’asciugatura;

2. quelli di nuova generazione che si possono lavare a mano o in lavatrice (solitamente a 30, max 40 gradi) ma deve essere indicato in etichetta.

La soluzione ecologica:

Detersivo ecologico per bucato.

⚛ Tipo di macchia:

Normale sporco organico (pelle, polvere etc.).

🕝Tempo necessario:

30/45 minuti.

👚 Tipo di materiale:

Lattice o memory foam.

💪 Impegno necessario:

Difficoltà 5 di 10

🍋 Ingredienti che puoi usare:

Detersivo ecologico.

⚗ Tipo di prodotto utile:

✅Procedimento

Una volta individuato di quale tipo è il tuo, ecco come procedere:

1. Puoi lavarlo il lavatrice (consiglio 30 gradi) con BEIPANNI (senza esagerare).
Meglio un lavaggio non troppo lungo, evitando le centrifughe alte.

Attenzione: se dovessi vedere che il cuscino è danneggiato evita di lavarlo in lavatrice perché potrebbe disgregarsi e rovinarti la macchina.

2. Puoi prepararti una soluzione di acqua e BEIPANNI e, con l’aiuto del Panno MULTI inumidito, passarla delicatamente su tutta la superficie del cuscino.

 

 

In entrambi i casi fai asciugare bene il cuscino in una zona molto ventilata ma lontana dai raggi del sole, in orizzontale, girandolo ogni 3/4 ore.

☑ Cosa non fare mai:
Evita detergenti aggressivi e acqua troppo calda.