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Detersivi biologici Verdevero: il Blog

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Si chiama Coco-mat il materasso eco friendly in fibra di cocco, crine di cavallo, alga marina e gomma naturale fatto da una azienda greca che non risente della crisi

Il materasso non ha reti ma è formato da 4 strati diversi che utilizzano prodotti sostenibili e naturali come fibra di cocco, crine di cavallo, alga marina e gomma naturale. Esso è studiato per assicurare una giusta posizione che non stressi la schiena e assicuri il massimo confort. La ditta produce materassi dal 1989 ed è una delle più solide finanziariamente in Grecia in questo momento. ECO-MAT sembra averla spuntata sulla crisi puntando tutto sulla qualità e sulla sostenibilità. (altro…)

E’ fatto solo con materiale riciclato il nuovo rivestimento per cellulare della Miniwiz che rende il telefono più eco sostenibile

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Una ricetta deliziosa, per palati fini, da gustare in inverno accompagnata da un filo di olio

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E’ la bicicletta di Davide Bonanni recensita da Treehugger, l’unica a poter rincorrere i treni andando sulle rotaie

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Dana Frigerio, garden designer di Stile Naturale, ci spiega come creare, sul davanzale davanti alla finestra, uno spazio verde utilizzando le piante di stagione

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I piatti e i bicchieri fatti dalle stoviglie di Ori Sonnenchein sono coloratissime, totalmente biodegradabili e hanno l’aroma degli agrumi maturati sotto il sole

La buccia d?arancia da mettere in tavola sottoforma di utensili da cucina. Un uso migliore per riutilizzare le bucce d?arancia avanzate, il designer israeliano Ori Sonnenchein non poteva trovarlo: le stoviglie biodegradabili da lui create sono coloratissime, totalmente biodegradabili e hanno l?aroma degli agrumi maturati sotto il sole. La collezione si chiama Solskin, un nome che rimanda all?idea del sole e all?ottimismo, una caratteristica pare faccia parte del carattere di Ori. Essa comprende utensili di varie forme e colori: cucchiai, ciotole, piattini, brocche, bicchieri. (altro…)

A proposito di inquinamento dei mari: Ti ricordi quale è stato l’ultimo disastro naturale causato dalla fuoriuscita di petrolio?

Forse il disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, al largo del Golfo del Messico, il 20 Aprile 2010? Sicuramente è stato uno dei più grandi disastri naturali ma non è stato l’ultimo.

Quel giorno si aprì una falla a 1500 metri di profondità e fino al 4 Agosto 2010 si riversarono in mare più di 5 milioni di barili, 800 milioni di litri di greggio.

Morirono e muoiono tuttora migliaia di uccelli, animali e pesci a causa dell’inquinamento mari.

Ma non è stato l’ultimo disastro, anche se di quel disastro si parla ancora e restano i numeri a tenere aperta una ferita non più curabile:

  • 17% del petrolio recuperato direttamente all’imbocco del pozzo danneggiato;
  • 16% dissolto naturalmente in mare (?);
  • 3% raccolto dai battelli usati per pulire la superficie dell’acqua;
  • 5% evaporato bruciando;
  • 25% evaporato senza bruciare;
  • 8% diluito con appositi solventi chimici;
  • 26% ancora in mare.

Il 2011 è stato l’anno del disastro nucleare di Fukushima e tutti ce lo ricordiamo.

Ma disastri naturali causati dal petrolio nel 2011 non ce n’è stato nemmeno uno.

O forse sì?

Ebbene si e più di uno. Ma sono tutte notizie passate in sordina.

Ecco l’elenco:

  • Gennaio 2011, Nigeria, al largo del Delta del Niger: 923 km quadrati di superficie contaminata.
  • Agosto 2011, Mare del Nord a 180 km a nord della scozia, 180 tonnellate di greggio riversate in mare.
  • Ottobre 2011, Nuova Zelanda, Bay of Plenty, 350 tonnellate di greggio: sono morti migliaia di pesci e uccelli rari tra cui i pinguini blu.
  • Novembre 2011, Brasile, a 120 km a nord di Rio de Janeiro si riversano in mare 400 mila litri di petrolio.

Quando si parla di inquinamento da detersivi ci dimentichiamo di considerare anche questo inquinamento.

I detersivi tradizionali sono composti da ingredienti di origine petrolchimica.

Non è forse meglio usare detersivi composti da ingredienti di origine vegetale e magari reperiti a km zero?

 

Facendo la doccia con un profumatissimo bagnoschiuma al cetriolo e tè verde con una etichetta bellissima e superbiologica,

pensavo a quanto mi sentivo immerso nella natura…

Poi, ho letto i componenti.

Ed il più amichevole era una cosa che si chiama laurilsolfato di sodio (sodium lauryl sulphate )… altro che cetriolo!

Questa frase l’ho presa in prestito da un amico su Facebook.

Sodium laureth sulfate, Magnesium Laureth sulfate, MEA Laureth Sulfate, Amonium laureth sulfate sono tutti tensioattivi utilizzati in bagnoschiuma, creme, dentifrici e detersivi.

O meglio sono utilizzati in bagnoschiuma, creme, dentifrici e detersivi tradizionali.

In quelli ecologici e biologici Certificati, sicuramente no.

Il sodium lauryl sulfate, come dice il mio amico, è abbastanza amichevole e può essere usato anche nei detersivi ecologici.

Basta fare caso alla parte finale del nome: Laureth e Lauryl non sono la stessa cosa e non sono scritti diversamente per un errore di battitura.

Cosa significano quei nomi nell’etichetta del detersivo?

Il suffisso -yl indica un ingrediente di origine vegetale;

Il suffisso -th indica in tensioattivo di origine vegetale “etossilato”.

In pratica alla parte vegetale è stata aggiunta una componente chimica.

Non si giudica un libro dalla copertina, una persona dall’aspetto fisico e un prodotto, sia esso un sapone, una crema o un detersivo, dall’aspetto dell’etichetta, casomai è il contenuto dell’etichetta che conta.

La parte importante di una etichetta di creme, saponi e detersivi è l’INCI name.

Ossia quella parte dove sono elencati tutti gli ingredienti del prodotto.

Sono elencati in ordine decrescente dall’ingrediente contenuto nella percentuale più alta e via via fino a quello contenuto in percentuale più bassa.

L’INCI name è scritto in inglese e non è sempre di facile comprensione: ethylhexyl glycerin, lauryl glucoside, disodium edta, methylparaben, sono parole che dicono ben poco sulla bontà o meno dell’ingrediente.

Ci corre in aiuto il Biodizionario (www.biodizionario.it).

Basta inserire l’ingrediente trovato nell’INCI name del prodotto, premere invio e comparirà un semaforino che indica se l’ingrediente è ecologico, così e così o da evitare (a proposito, i primi due elencati a inizio frase sono buoni e i secondi proprio no).

L’INCI name è già obbligatorio nelle etichette di creme, saponi, bagnoschiuma e shampoo ma non in quelle dei detersivi.

I produttori di detersivi ecologici (veri Detersivi Ecologici e non solo quelli con ingredienti di origine vegetale) inseriscono per trasparenza l’INCI name dei propri prodotti in etichetta già da qualche tempo.

Provate a controllare gli ingredienti di detersivi tradizionali e vedrete se trovate qualcosa.

Buona fortuna!

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L’acquavite (e i dolci all’acquavite) prodotti in Sardegna da un ex-meccanico che ha trasformato la sua officina in distilleria

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Stanno girando sul web 4 simpatici video con un Babbo Natale Verde, per promuovere l’uso volontario di mezzi di trasporto alternativi all’auto

Si dice che il vestito rosso di Babbo Natale sia opera della Coca-Cola, e che originariamente fosse verde… ma se state pensando a un?operazione di green-marketing della bibita americana siete fuori strada! Si tratta del Babbo Natale Verde della ?Campagna 1×100 per la Mobilità Sostenibile? che ha da pochi giorni lanciato sul web dei video per riflettere in maniera allegra sulla mobilità alternativa. (altro…)

Sea Tree è una struttura pensata per ospitare varie specie di animali e piante che vivono sia sott’acqua che in superficie

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E’ lecchese l’azienda che produce mattoni realizzati da canapa e calce utile per migliorare la qualità dell’aria dell’abitazione

Il biomattone alla canapa parla anche italiano. L?azienda lecchese specializzata in bioedilizia e case ecosostenibili, la Equilibrium lo presenterà a Milano durante la fiera nazionale sugli stili di vita sostenibili “Fa la cosa giusta”.
Il biomattone è realizzato da un biocomposito di canapa e calce e ha come caratteristica quella di migliorare la qualità dell?aria all?interno dell?abitazione ma anche di combattere l?effetto serra all?esterno. Il legno di canapa utilizzato nella fabbricazione del mattone è in grado di assorbire e sequestrare la Co2 dall?atmosfera oltre ad essere attivo per l’isolamento termico (altro…)

Un gruppo di designers e hanno creato la Smart Egg Lamp una confezione da dodici uova-lampadine che si illuminano

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Ideali per una colazione golosa, una merenda gustosa, magari accompagnati da una tazza di cioccolata calda

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E’ la creazione di una artista americana che ha inventato Rain tree, un albero artificiale molto speciale che diventa un porta abiti

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E’ l’ultima frontiera della Sony che sta studiano il prototipo di una batteria totalmente eco-friendly ricaricabile esclusivamente con la cellulosa

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L’impronta ecologica è un indice statistico che misura quanta terra è necessaria per sostenere ognuno di noi con il proprio stile di vita.

In realtà la faccenda è un po’ più complessa ma ci basta questo per la nostra riflessione.

L’impronta ecologica ci dice se il nostro livello di consumo di risorse è sostenibile o meno.

In altre parole i nostri consumi vengono convertiti in superficie terrestre e marina necessaria a produrre i beni che consumiamo e ad assorbire i rifiuti che produciamo.

L’impronta ecologica dell’Italia è 4,15 ettari a persona, compresi i bambini.

Anche i bambini piccoli hanno una impronta ecologica molto alta; basta pensare a quanti rifiuti producono i loro pannolini usa e getta.

Sarebbe una buona pratica utilizzare pannolini lavabili o almeno pannolini usa e getta biodegradabili e compostabili. Questi ultimi possono essere smaltiti insieme ai rifiuti organici trasformandosi quindi in compost utile all’agricoltura.

Tornando all’impronta ecologica di ogni singolo italiano, proviamo a fare due conti.

In Italia siamo circa 61 milioni e disponiamo di 301.230 km quadrati. Abbiamo a disposizione 0.49 ettari a persona.

Ma abbiamo detto che la nostra impronta ecologica è 4,15 ettari.

Ci vuole in sostanza la superficie di otto Italie per produrre ciò che in un anno consumiamo.

La superficie dell’Italia non si allarga, forse è il caso di restringere i consumi?

Sarà una nuova applicazione a mettere in rete medici e utenti che si battono per l’uso della marijuana a scopo terapeutico e di ricerca

Una nuova applicazione per iPhone metterà in rete medici, specialisti e utenti che negli Stati Uniti si battono per l?uso della marijuana a scopo terapeutico e di ricerca. L?App prende il nome dall?associazione statunitense American for Safe Access che da un decennio informa e opera a livello federale per promuovere la cannabis come medicinale e aiutare la libera ricerca.

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Qualcuno questo termine l’avrà già sentito, altri avranno visto il marchio sull’ etichetta di qualche detergente sconosciuto, altri l’avranno visto impresso nella porta d’ingresso dell’albergo del soggiorno estivo al mare, o nella brochure pubblicitaria dell’hotel che ci invita a fare la settimana bianca in mezzo alla natura e alla neve… ma molti ancora non sanno cos’è.

Cosa significa Ecolabel

Ecolabel è il Marchio Ecologico Europeo che aiuta il consumatore a distinguere i prodotti e i servizi che presentano un minor impatto sull’ambiente durante l’intero ciclo di vita, cioè in tutte le fasi di esistenza del prodotto. Il Marchio rappresentato dal Fiore, è quindi una garanzia della qualità ambientale dei prodotti e dei servizi che lo espongono.

Ma basta il marchio Ecolabel per definire un detersivo ecologico?

In effetti molti enti certificatori partono proprio dalla normativa Ecolabel per redigere il proprio disciplinare per la certificazione. Ma solitamente vanno oltre e richiedendo anche altre caratteristiche per certificare un detersivo come “ecologico”.

Ecolabel non certifica che gli ingredienti siano naturali o di origine vegetale, come ad esempio fanno ICEA e AIAB.

Se vogliamo parlare di pulizie ecologiche non possiamo che partire da questo concetto: non basta che il prodotto sia certificato Ecolabel, ma deve essere ottenuto da ingredienti di origine vegetale.

Dobbiamo poi riassumere il nostro comportamento in tre regole fondamentali:

  • Cercare, comprare e usare prodotti ecologici
  • Evitare l’uso di carta usa e getta
  • Favorire l’utilizzo di panni in microfibra riutilizzabili

Tenete presente che se durante le vostre prossime vacanze, vi troverete con i vostri amici in Strutture Ecolabel con il relativo Marchio, potrete fare bella figura spiegando loro di cosa si tratta.

 

 

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E’ la segnalazione di Stefania Botta di Albisola Superiore che porta alla nostra attenzione gli addobbi della città fatti con materiali riciclati

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