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Un primo piatto rapido, gustoso, facilissimo e da poter consumare anche il giorno dopo

Timballo bianco di Chiara Chiaramonte: un primo piatto rapido, gustoso, facilissimo e da poter consumare anche il giorno dopo. Facciamo cuocere la pasta in acqua salata secondo le indicazioni della confezione, e poi scoliamola e rimettiamola nella pentola di cottura, aggiungendo un filo d’olio d’oliva, e i due formaggi. Mescoliamo bene in modo che siano distribuiti in maniera omogenea e poi versiamo il tutto in uno stampo da plum cake, unto con dell’olio d’oliva. Inforniamo a fuoco medio per circa 10-15 minuti. Sforniamo e lasciamo intiepidire almeno 30 minuti prima di sformare e servire a fette! (altro…)

E’ la novità che viene dal Giappone: si chiama Solar micro-sphere e grazie alla sua forma sferica e arcuata riesce a catturare i raggi da tutte le direzioni

L?ultima novità in campo fotovoltaico viene dal Giappone e si chiama Solar micro-sphere. Si tratta di un pannello di dimensioni ridotte che grazie alla sua forma sferica e arcuata riesce a catturare i raggi del sole per tutta la giornata. Questi speciali pannelli sono maneggevoli e possono essere utilizzati in maniera del tutto diversa rispetto ai più ingombranti pannelli solari. (altro…)

Il bicarbonato di sodio: dalle pulizie di casa alla cosmesi fino alle ricette di cucina, il bicarbonato di sodio è un ottimo alleato naturale per le mille attività quotidiane.

(altro…)

Fa parte della natura umana dimenticarsi in fretta dei drammi che non ci toccano direttamente. La nave Costa Concordia è ancora appollaiata sugli scogli dell’isola del Giglio e continua la sua lenta opera di inquinamento delle coste e del mare.

Ecco allora il bollino di certificazione apposto da Greenpeace alle acque dell’isola del Giglio a quasi due mesi dal naufragio della Costa Concordia: Buono stato dei fondali marini, ricchi di biodiversita’ (gorgonie, posidonie e spugne). Ma presenza di tensioattivi e ammoniaca superiore ai valori di riferimento per la dispersione di detergenti e disinfettanti.

Con la pubblicazione del rapporto ‘Come sta il mare del Giglio?’ – un’indagine preliminare sui fondali e sulle acque dell’isola, in aggiunta alle campagne di monitoraggio delle istituzioni, effettuata con verifiche tra il 15 e il 18 febbraio e prelievi di alcuni campioni di acqua marina superficiale dalla costa – Greenpeace intende fotografare lo stato attuale dei fondali e valutare la possibile contaminazione in corso.

”Il Giglio – spiega Alessandro Gianni’, direttore delle campagne dell’associazione – e’ un un patrimonio ambientale che avremmo dovuto custodire meglio. Bisogna fare di piu’ per tutelare l’area nel cuore del Santuario dei cetacei”. Per Vittoria Polidori, responsabile della campagna Inquinamento, l’esito delle analisi ”non e’ allarmante ma sembra indicare che una contaminazione potrebbe gia’ esserci”.

Infine, Greenpeace chiede una campagna di monitoraggio dell’acqua potabile dell’isola dopo aver attestato ”la presenza di tracce di idrocarburi (pari a 82 microgrammi per litro) in un campione di acqua potabile di un esercizio commerciale del porto”.

Fonte Ansa.it

Una nuova ricetta leggera, poco calorica e profumatissima

Una curiosa ricetta vegan di Chiara Chiaramonte per Stile Naturale: Riso Basmati saltato al porro. Laviamo bene sotto l’acqua corrente il nostro porro, dopo averlo privato della parte verde e poi tagliamolo a rondelline sottili.
In un’ampia padella facciamo scaldare un filo d’olio d’oliva e poi versiamo il nostro porro e lasciamo dorare leggermente. Aggiungiamo, una volta assorbito l’olio, mezzo bicchiere d’acqua, poi una piccola quantità di dado vegetale granulare (mezzo cucchiaio da tavola), abbassiamo la fiamma e copriamo. Lasciamo così stufare per 7-10 minuti. (altro…)

La notizia è di quelle che ti fanno cappottare dalla sedia: se bevi 1000 lattine di Coca-Cola al giorno rischi di malarti di cancro.

Mentre si dorme non si riesce a bere, rimangono 17 ore per strafogarci della divina bibita gassata. Sono 1020 minuti. Una Coca-Cola al minuto.

Senza considerare quelle altre 2 o 3 cosette che si dovrebbero fare durante il giorno: mangiare, guidare, vestirsi, lavarsi, ecc.

Facciamo un altro esempio. Ognuno di noi ogni giorno inspira ed espira 15-20 volte al minuto e cioè 21.000-28.000 volte al giorno. L’equivalente di 15.000 litri d’aria. Se ne respirassimo 4,5 milioni ci ammaleremmo tutti di tumore.

Il fatto è che è impossibile sia respirare 4,5 milioni di litri di aria che bere 350 litri di Coca-Cola al giorno.

Allora possiamo dire senza paura di essere smentiti, che si tratta di allarmismo infondato. Ci viene presentato un problema inesistente. O meglio, perché diventi un problema, quello della Coca-Cola cancerogena, dovrebbe verificarsi un antefatto impossibile: una persona dovrebbe berne 350 litri al giorno, e non si sa per quanto tempo.

C’è un aspetto positivo nella vicenda: qualche persona in più comincia a chiedersi cosa ci sia veramente nelle bibite che beviamo e nei cibi che mangiamo.

Ebbene, ci sono gli additivi alimentari. Che scoperta!

“Gli additivi alimentari sono sostanze deliberatamente aggiunte ai prodotti alimentari per svolgere determinate funzioni tecnologiche, ad esempio per colorare, dolcificare o conservare. Tutti gli additivi alimentari sono identificati da un numero preceduto dalla lettera E. Gli additivi alimentari vengono sempre menzionati nell’elenco di ingredienti degli alimenti in cui essi sono presenti. Alcuni degli additivi che si trovano più spesso sulle etichette degli alimenti sono gli antiossidanti (per prevenire il deterioramento da ossidazione), i coloranti, gli emulsionanti, gli stabilizzanti, i gelificanti, gli addensanti, gli esaltatori di sapidità, i conservanti e gli edulcoranti. In Europa, ogni volta che gli additivi alimentari vengono impiegati negli alimenti, l’etichetta della confezione deve riportarne sia la funzione nel cibo finito (ad es. colorante, conservante, etc.) sia la sostanza specifica usata, utilizzando il riferimento E seguito da un numero (per esempio E415) oppure la denominazione ufficiale”

Il fatto particolare è che la nuova normativa prevista dalla EFSA (European food safety authotity) ha introdotto un  nuovo pacchetto normativo sui “Miglioratori alimentari”. “In base alla nuova legislazione, entro dicembre del 2020 l’EFSA è tenuta a effettuare una valutazione ex novo degli additivi alimentari che erano ammessi prima del 20 gennaio 2009″.

Sono decine gli ingredienti che hanno ricevuto l’out-out dall’EFSA. Sono solo contenuti in bevande e alimenti meno famosi della Coca-Cola.

C’è di che preoccuparsi e cominciare a mangiare cibi biologici?

Si chiama “Genitorialità condivisa”. Per dirla in inglese “Equally shared parenting”.

Per dirla con le parole di Marc e Amy Vachon, che hanno fondato il movimento, si tratta di “riscrivere le regole per una nuova generazione di genitori”.

Pulizie di casa senza litigare

Equally shared parenting vuole dimostrare che esiste il modo, per marito e moglie, di aiutarsi a vicenda nelle faccende domestiche per rinforzare la coppia ed eliminare le cause più frequenti di litigio.

Il sito Equally Shared Parenting ha addirittura delle tabelle e dei veloci consigli che aiutano a dividere le mansioni domestiche. Il primo suggerimento degli autori è quello di non mollare davanti al primo ostacolo e perseverare fino a raggiungere l’equilibrio della coppia.

Ecco allora tradotti i più semplici suggerimenti su come distribuire equamente le mansioni. Si possono scegliere diverse strategie, a seconda delle inclinazioni e delle necessità di entrambi i partner:

  • Si fa un bucato a testa, alternandosi, ogni volta che ce n’è bisogno.
  • Lei ha la responsabilità dei capi colorati, lui di quelli chiari, o viceversa.
  • Ognuno lava e stira i propri vestiti, mentre la biancheria della casa viene pulita a turno (una soluzione più difficile da applicare se ci sono bambini).
  • Uno carica la lavatrice, stende e ritira i panni. L’altro li stira.

La perfezione non è di questo mondo ed è possibile che ci siano lievi sbilanciamenti nel carico di lavoro. Non bisogna farne una questione di principio. L’importante è salvare il concetto generale, tutte le mansioni vanno divise.

A questo punto, una volta iniziate le vostre mansioni, potrebbero iniziare anche le prime incomprensioni, del tipo: “guarda cos’hai fatto” o ancora “ecco, hai messo in lavatrice i colorati con i capi bianchi e guarda la mia camicetta” e così via. E a questo punto cosa suggerisce l’innovativo sito di sharing dei compiti domestici?

Il suggerimento è chiaro: “Cercate di evitare le critiche. Se il vostro compagno si mostra volenteroso, non è il caso di fargli pesare le macchie bluastre comparse improvvisamente sulla vostra camicetta preferita. Nel caso in cui non abbia mai fatto il bucato in vita sua, affiancatelo le prime volte, insegnandogli come separare i colori e quali programmi utilizzare, magari costringendolo a prendere appunti.

Già mi vedo con il block-notes vicino alla lavatrice a prendere appunti mentre mia moglie mi insegna a dividere mutande colorate e mutande bianche.

Ma i consigli non finiscono qui. Sul sito si legge: “spesso lo scontro è sulle modalità di lavoro: uno vorrebbe che venissero stirati anche mutande e calzini, l’altro non lo ritiene necessario nemmeno per le magliette. Parlatene con calma e cercate di individuare una linea di condotta generale. Se non è possibile, sarà il coniuge più esigente a doversi adeguare. Rimanendo comunque libero di stirare la propria biancheria in separata sede.

Come dire: o sei d’accordo di fare le cose come dice tua moglie… oppure adeguati per non litigare.

Grazie del consiglio!

Liberamente tradotto da equallysharedparenting.com

Mio zio è un tipo strano. E’ un cantastorie. Quand’ero piccolo potevo stare ore ad ascoltarlo mentre mi raccontava incredibili avventure che accadevano in giro per il mondo o nella piazza del nostro piccolo paesino.

Ciò che accomunava ogni storia era il fatto che non riuscivo mai a capire dove finisse la realtà e iniziasse la fantasia.

Che mondo sarebbe se ci fosse la batteria perpetua

Ancora mi ricordo il momento in cui mio zio mi raccontò la storia di un signore di un paese dell’est che aveva inventato il moto perpetuo. E mio zio che fantasticava: “si potranno raggiungere pianeti lontani milioni e milioni di kilometri senza utilizzare una goccia di carburante” oppure, meno suggestivo ma più realistico “far funzionare le auto senza benzina”.

Mi disse esattamente così “pensa a come sarebbe dover fare una pedalata per far partire la tua bici e poi lei continuasse a pedalare al posto tuo all’infinito grazie a una batteria che non si esaurisce mai”

Oggi, curiosando in internet in cerca di qualcosa di interessante, mi è saltato alla mente di cercare una keyword specifica: “batteria perpetua“.

Ecco, ho scoperto che quel giorno la realtà non era mai finita per lasciare il posto alla fantasia: era tutto vero!

Il signor Nicolae Vasilescu-Karpen (Craiova, 1870 – Bucarest, 2 marzo 1964) è realmente esistito e ha inventato la batteria che non si esaurisce mai.

La batteria perpetua si trova al Museo Nazionale della Tecnica in Romania. Funziona ininterrottamente da 60 anni. L’invenzione non può essere esposta perché il museo non ha abbastanza soldi per installare un sistema di sicurezza in grado di garantire la sicurezza dell’importantissima invenzione.

Capirne il funzionamento è stato alquanto difficile per numerosi studiosi. Figuriamoci se sarebbe possibile per me spiegarvelo qui. Ma per i più volenterosi ecco il link dove capirne un pò di più.

Io mi soffermo su una considerazione: come sarebbe il mondo se questa pila venisse prodotta in serie?

Mio figlio Angelo, 3 anni, penserebbe sicuramente a tutti i suoi giocattoli perfettamente funzionanti senza il bisogno di passare le batterie da un gioco all’altro o di dover aspettare che il papà torni da lavoro con le batterie nuove da sostituire.

Ma voi invece provate a pensare alle auto che funzionano senza benzina, all’inutilità delle centrali atomiche, o elettriche.

Che mondo sarebbe?

Chi di voi può dire di non avere mai sentito in vita “questo è il mese della prevenzione…”?

Visita gratuita agli occhi, all’udito, ai piedi, al naso… ma la visita gratuita per i nostri amici animali?

Quella di marzo 2012 è la settima edizione della “Stagione della prevenzione veterinaria”.

Una visita gratuita, che consiste in un esame generale senza l’utilizzo di strumenti, offerta dai medici veterinari per stabilire lo stato di salute dell’amato cane o gatto di casa e, eventualmente, verificare la necessità di successivi esami più specifici.

E’ l’iniziativa organizzata  da Hill’s Pet Nutrition insieme all’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi), con il patrocinio della Federazione nazionale ordini veterinari (Fnovi): per tutto il mese di marzo sarà la ‘Stagione della prevenzione’, questo offre la possibilità ai proprietari di cani e gatti di tutta Italia di far visitare gratuitamente il proprio animale. Il progetto – informa una nota – evidenzia l’importanza della prevenzione come elemento cardine per la salute e il benessere degli animali e degli umani che li circondano con un ‘focus’ particolare sul problema dell’obesità nei cani e gatti. Questo si traduce in un invito a una maggiore attenzione del proprietario nei confronti del proprio animale domestico, affidandosi regolarmente alla consulenza del medico veterinario e basandosi su un’alimentazione corretta.

Sono stati oltre 3600 i medici veterinari coinvolti lo scorso anno e saranno 4000 quelli che parteciperanno a questa edizione.

23000 le visite gratuite effettuate lo scorso, se ne prevede un discrerto incremento quest’anno.

Oltre il 70% degli animali visitati nella scorsa edizione non ha mostrato patologie a conferma di come la cultura della prevenzione sia la strada giusta da perseguire per avere animali sani e una sana società.

Collegandosi al sito www.stagionedellaprevenzione.it è possibile identificare il nominativo del medico veterinario più comodo per prenotare ed effettuare, per tutto il mese di marzo, la visita di controllo gratuita.

Che aspetti? Prenota la visita gratuita per il tuo cane o gatto.

 

 

 

 

Ormai tutti ne parlano ma davvero ci sono ingredienti pericoloso nei detersivi?

Secondo uno studio condotto dalla Food and Drug Administration oltre 400 tipi di rossetto in commercio negli Stati Uniti conterrebbero tracce di piombo oltre la norma.

La FDA nel suo ultimo rapporto afferma che “il rossetto, in quanto prodotto destinato ad uso topico, ha un assorbimento limitato, viene ingerito in quantità molto piccole. La FDA considera che i livelli di piombo trovati nei rossetti non costituiscano un problema per la sicurezza del consumatore”.

Tuttavia, Stacy Malkan, della  Campaign for Safe Cosmetics (Campagna per cosmetici sicuri) non è d’accordo. “Sappiamo che una parte di rossetto viene ingerita”, ha detto a Reuters. Fa anche notare che comunque il piombo si accumula nell’organismo a piccole dosi e nel corso del tempo.

La Campaign for Safe Cosmetics è particolarmente preoccupata dell’esposizione al piombo in particolare per i bambini e donne incinte. Il Comitato consultivo della CDC (Center for Desease Control and Prevention)  ha recentemente affermato che non esiste un livello di piombo che si possa definire “sicuro” per i bambini. L’avvelenamento da piombo provoca una vasta gamma di problemi, basso quoziente intellettivo, rallentamento della crescita nei bambini, la perdita di memoria, disturbi dell’umore, aborto spontaneo.

Sono davvero ingredienti pericolosi quelli con tenuti in questi prodotti?

Ma allora si tratta di allarmi infondati? Di un allarmismo eccessivo? O c’è veramente da preoccuparsi?

Difficile da dire. Che il piombo sia presente nei rossetti testati è fuori discussione ma il piombo si trova anche nell’acqua che beviamo, nell’aria che respiriamo e persino nei cibi che mangiamo.

La vera questione è che siamo costantemente in contatto con sostanze pericolose durante tutto il giorno. L’allarme non riguarda solamente il piombo ma una quantità enorme di altri ingredienti contaminati presenti in cosmetici e detersivi di uso quotidiano: chromo, cobalto, nickel. Metalli pesanti molto spesso causa di dermatiti e reazioni allergiche.

Ci sono enormi dubbi circa la totale innocuità di alcuni conservanti, come i parabeni, da tempo sospettati di essere cancerogeni, gli ftalati, i profumi di sintesi ed i coloranti.

Ci sono ancora enormi dubbi sulla pericolosità degli ingredienti di cosmetici e detersivi.

Forse è il caso di ricorrere all’autoproduzione  impiegando ingredienti naturali completamente innocui oppure acquistare cosmetici e detersivi ecologici certificati.

So di non dire niente di nuovo ma la Harlan di Monza sta importando 900 macachi a fini di sperimentazione.

I 900 primati, spiega la Lav, arrivano direttamente dalla Cina anche se l’origine di molti di questi animali pare sia da ricondurre alle isole Seychelles e Mauritius, dove sono stati prelevati in natura e, costretti in anguste scatole, a voli interminabili, al termine dei quali arrivano in fin di vita e sotto shock continuando il viaggio verso la loro destinazione finale dalla quale usciranno solo come carcasse e catalogati come rifiuti speciali.

Su richiesta del ministero della Salute Renato Balduzzi, gli ispettori del ministero della Salute sono andati a Fiumicino, dove e’ arrivato un primo volo dalla Cina con a bordo 104 esemplari destinati all’Harlan. La prima visita veterinaria le ha trovate “in buono stato di salute, senza presenza di stress da viaggio”.

Insomma stavano da Dio, dopo un volo intercontinentale. Lo avete mai fatto voi un volo intercontinentale? Non si arriva in salute e senza stress da viaggio neanche comodamente seduti in business class con TV, musica, cibo e tutti i confort; figurati viaggiare dentro a dei scatoloni.

In seguito, i carabinieri dei Nas hanno ispezionato lo stabilimento Harlam di Correzzana (Monza) dove sono giunte le 104 scimmie. Secondo quanto rilevato dai Nas, non sarebbe emersa alcuna irregolarità. I Carabinieri hanno inoltre rilevato che le 104 scimmie sarebbero in buono stato di salute e sono tenute secondo le norme previste, in luoghi conformi alle disposizioni ministeriali, nel rispetto delle norme. Anche tutti i documenti paiono corrispondenti alle norme ministeriali.

Insomma queste povere scimmiette se la stanno quasi spassando. Verrebbe da dire beate loro, stanno peggio i randagi in Ucraina.

Ma aldilà delle facili battute e della consapevolezza che avanti così non si può andare (lo dice anche Umberto Veronesi “Non c’é nessuna ragione al mondo per cui si debbano sacrificare dei primati, che sono nostri fratelli e sorelle”) c’è qualcosa che ognuno di noi può fare per fare sentire la propria voce?

Ebbene si. Lo spunto mi è venuto dalla mail di una amica che mi consiglia di “comunicare quello che penso al Ministero della Salute”

Ecco gli indirizzi:

[email protected][email protected]

Dite la vostra, fate sentire la vostra voce!

Al giorno d’oggi non è possibile accendere la TV, camminare per la strada o andare al bar, senza sentir qualcuno parlare di  cibo biologico, cosmetici ecologici, detersivi ecologici o energie rinnovabili.

4 motivi per diventare “ecologici”

Ma quali sono i reali benefici di un comportamento virtuoso?

O meglio, quali sono i motivi per cui valga la pena “diventare ecologici”?

  1. Salvare il pianeta. La ragione primaria e più ovvia per “diventare ecologici” è  salvare questo pianeta che definiamo la nostra casa. Dopo anni passati a distruggere la terra, molte persone stanno finalmente cominciando a rendersi conto della necessità di salvare il pianeta. Alcune piccole modifiche al nostro comportamento come ad esempio il riciclo dei rifiuti o l’utilizzo di lampadine ad alta efficienza energetica possono contribuire a migliorare la qualità della vita delle generazioni future.
  2. Nonostante a mio avviso l’importanza di salvare il pianeta sia sufficiente come motivazione per “diventare ecologici” alcune persone hanno bisogno di qualche altra motivazione per cambiare le proprie abitudini di vita. Ecco il secondo motivo: Risparmiare. Che ci crediate o no, utilizzare energia verde da fonti rinnovabili aiuta a ridurre le spese domestiche. Pensate per esempio alle lampadine a risparmio energetico.
  3. Sentirsi soddisfazione di se stessi. Anche se a volte si fa fatica ad ammetterlo, a molti di noi piace l’autogratificazione. E cosa c’è di meglio della soddisfazione che deriva dall’essere una persona migliore. E c’è modo migliore per sentirsi soddisfatti se non salvare il nostro pianeta?
  4. Benessere fisico. Diventare ecologici significa anche “diventare sani”. Abbandonare l’auto, ogni volta in cui sia possibile, per camminare o andare in bici, è di sicuro un modo per migliorare la propria salute fisica. Senza considerare che anche mangiare cibi biologici contribuisce a migliorare il nostro stato fisico attraverso cibi più sani e verdure fresche di stagione.

Qualunque sia il motivo che scegliete per diventare ecologici… grazie. Un “ecologico” in più non fa mai male!

 

Un antipasto vegetariano con nocciole, radicchio e broccoli. Una variante all’utilizzo del radicchio trevigiano

Flan di broccoli, cavolfiori e nocciole in salsa di radicchio rosso trevigiano. Una ricetta di verdure coltivate negli orti fino a 700 metri d?altezza, anche in Friuli, dove abita Francesca Turrini di Faedis : ?La ricetta è una mia rivisitazione ? spiega Francesca — di ciò che credo già esista: i flan di broccoli li ho sempre fatti ma il doppio ripieno l’ho pensato io, l’abbinamento con questa salsa è una mia “invenzione”, la besciamella col radicchio l’ho creata per l’occasione, le nocciole le ho rubate a una ricetta simile?. (altro…)

Un pane gustoso, arricchito con le olive taggiasche tipiche della cucina ligure

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Una ricetta curiosa che utilizza le bacche di Lazzeruolo che in dialetto emiliano si dicono Pom Lazaren

Una ricetta curiosa creata da Claudia Biacchi di Sorbolo: la Marmellata di “Pom Lazaren” che vuol dire in dialetto emiliano marmellata di bacche di Lazzeruolo (Crataegus azarolus).Con un coltello, togliere la parte inferiore, non commestibile, delle bacche, inciderle e, aiutandosi con l’unghia, togliere i 4 semini.
In una pentola antiaderente, mettere la polpa, il succo di limone e qualche scorzetta e versare dell’acqua a filo. Far cuocere a fuoco basso per circa 1 ora, o comunque finché la polpa è morbida. Togliere le scorzette. Frullare con il minipimer, rimettere le scorze nella pentola e aggiungere lo zucchero. Rimettere sul fuoco al minimo fino a riduzione quasi completa del liquido (almeno 1 altra oretta), mescolando di tanto in tanto.
Versare la marmellata ancora calda in vasetti di vetro perfettamente asciutti stringendo bene i coperchi. (altro…)

Un piatto dal gusto spiccatamente mediorientale attinto dalla tradizione tunisina variando l’apporto della carne con il seitan

Seitan scottato con crema di cocco al coriandolo e verdurine.Tagliare il seitan in due fette piuttosto spesse e scottarlo per qualche minuto in padella con un filo d’olio e un cucchiaino di shoyu.
Mettere in un pentolino 4 o 5 cucchiai di latte di cocco e stemperarlo con un pizzico di sale e un cucchiaino di coriandolo in polvere, quando comincia a fare le bollicine in superficie
spegnere il fuoco e lasciarlo da parte. Tagliare finemente le verdure, il porro e il peperone, dovranno essere quasi completamente sminuzzate, e farle saltare in padella con un filo d’olio extravergine d’oliva per qualche secondo. Prendete il latte di cocco precedentemente scaldato e montatelo con una frusta o con un frullino da capuccino in modo da formare una soffice schiuma. Ora potete comporre il piatto: sistemare le due fette di seitan, con un cucchiaio raccogliere la schiuma di cocco e adagiarla sulle fette, aggiungere le verdurine e per finire un cucchiaio di gomasio a pioggia sopra il tutto. (altro…)

Una gustosa ricetta con i prodotti di stagione, biologici e a chilometro zero

Il pasticcio di verza vegan di Sara Turrini di Arezzo, è nato per valorizzare i prodotti di stagione come la verza biologica.Preparare la besciamella mettendo in una pentolina l’olio, la farina, il sale e la noce moscata e facendo incorporare con una frustina un po’ di latte.
Mettere su fuoco basso e man mano che il composto si rapprende aggiungere il latte (non deve essere freddo!).
Pulire la verza ed affettarla sottilmente. Mettere in una padella l’olio e far scaldare, poi aggiungere la verza, il sale e il timo e far saltare 7-8 minuti, aggiungendo poca acqua se necessario (deve rimanere croccante e non brodosa).
Lessare le patate a pezzetti senza farle ammorbidire troppo.
Preparare la pasta mischiando e impastando gli ingredienti poi stenderla in due cerchi che poi andranno bucherellati: uno della circonferenza della teglia (22 cm) e uno più grande (la circonferenza della teglia, più l’altezza e un margine di bordo di un centimetro circa).
Preparare il ripieno amalgamando delicatamente verza, patate e besciamella e aggiungendo un filo d’olio extravergine di oliva e sale. (altro…)

Una ricetta piacevole della tradizione carnascalesca. Qui in una versione light senza uova

La frittella di mela è una ricetta tradizionale del periodo di Carnevale, che si è appena concluso, qui rivisitata in chiave light con assenza di uova.Togliere il torsolo alle mele con l?apposito attrezzo, sbucciarle e tagliarle a fette di circa ½ cm di spessore.
Adagiarle su un piatto, cospargerle con 2 cucchiai di zucchero e il rum, lasciar riposare circa 15 minuti. Intanto preparare la pastella amalgamando con una frusta, la farina, lo zucchero rimanente e l?acqua minerale fino ad ottenere un composto omogeneo. (altro…)

Un piatto curioso, vegetariano, che si arricchisce delle piante e dei fiori mangerecci di campagna

Risotto con i fiori, una ricetta vegan di Linda Guerra di Nonantola per Stile Naturale.mettere sul fuoco una pentola d’acqua, quando inizia a bollire aggiungere il sale e il riso, lasciare cuocere per 20 minuti, a metà cottura aggiungere i fiori essiccati. A fine cottura servire senza aggiunta di condimenti per preservare inalterato il gusto dei fiori. (altro…)

Gnocchetti e patate al forno una ricetta gustosa creata per noi da Elisa Stallo di Bari

Patate al forno su gnocchetti con farina di riso e pesto di zucchine il tutto su un letto di patate e zucchine al forno è un piatto che Elisa Stallo di Bari ha creato per la Maratona di piatti vegetariani di Stile Naturale.

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Nel territorio colpito dal disastro ambientale stanno iniziando i lavori per la costruzione di una nuova centrale eolica capace di resistere ai disastri naturali

Una nuova centrale eolica sarà costruita sulle spiagge di Fukushima. Secondo le ultime notizie la ditta Marubeni ha in progetto di iniziare i lavori proprio il prossimo mese. La centrale sarebbe un?alternativa sostenibile e più sicura in quanto capace di resistere a disastri naturali come lo Tsunami dello scorso anno che causando l?incidente alla centrale nucleare devastato l?ambiente naturale e ha lasciato tutta l?area al buio.Infatti osservando come la vicina centrale di Kamisu è riuscita a resistere al disastro che il governo pare essersi convinto che l?energia rinnovabile è un?ottima idea (altro…)

Facile, economico e naturale: il detersivo per lavare il tuo bucato può essere fatto in casa da te con elementi naturali ed economici. Leggi come!

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Per coloro che come me sono nati a cavallo tra gli anni settanta e ottanta l’immagine dello scienziato russo è quella dell’uomo dalla mascella stretta, alto, magro, in camice e che cerca di costruire un missile atomico o che lancia nello spazio una cagnetta dentro un missile.

Nulla a che fare con la notizia diffusa oggi dall’ansa:

‘Resuscitata’ dal permafrost siberiano una pianta da fiore vissuta 30.000 anni fa: l’esperimento realizzato dall’Accademia delle Scienze in Russia dimostra che il terreno ghiacciato che riveste il 20% del pianeta potrebbe essere una ‘cassaforte della biodiversita’. E’ Silene stenophylla, una pianta erbacea molto diffusa nel Pleistocene, i cui semi sono stati rinvenuti a 38 metri di profondità, nel terreno ghiacciato della Siberia nordorientale, preservati in una tana fossilizzata di scoiattoli.

Gli scienziati russi sono impegnati nel recupero di specie vegetali? Ma come? Proprio non me li vedo. Rimane il fatto che gli scienziati russi potrebbero dare un enorme contributo alla lotta contro la perdita della biodiversità

Le cause di perdita di biodiversità sono innumerevoli e guarda caso le colpe sono spesso imputabili all’uomo:

  1. Alterazione e perdita degli habitat: la trasformazione delle aree naturali determina non solo la perdita delle specie vegetali, ma anche la riduzione delle specie animali a esse associate.
  2. Introduzione di specie esotiche e di organismi geneticamente modificati: specie originarie di una data area, introdotte in nuovi ambienti naturali, possono portare a diversi scompensi nell’equilibrio ecologico.
  3. Inquinamento: l’attività umana influisce sull’ambiente naturale producendo effetti negativi diretti o indiretti che alterano i flussi energetici, la costituzione chimico-fisica dell’ambiente e l’abbondanza delle specie.
  4. Cambiamenti climatici: ad esempio, il riscaldamento della superficie terrestre incide sulla biodiversità perché mette a rischio tutte le specie adattate al freddo sia per latitudine (specie polari) sia per altitudine (specie montane).
  5. Sovrasfruttamento delle risorse: quando l’attività di cattura e di raccolta (caccia, pesca, raccolti) di una risorsa naturale rinnovabile in una data area è eccessivamente intensa, la risorsa stessa rischia di esaurirsi, come, ad esempio, sta accadendo per sardine, aringhe, merluzzo, tonno e per molte altre specie che l’uomo cattura senza lasciare il tempo agli organismi di riprodursi.

Ma non sarebbe più semplice limitare la perdita della biodiversità presente piuttosto che ricercare la biodiversità scomparsa 30000 anni fa?

Una torta dove gli agrumi la fanno da padrone: tutto il profumo di Sicilia si diffonderà per tutta casa

In una ciotola mettiamo la marmellata, l’uovo, l’olio, la scorza del limone grattugiata e lo zucchero. Mescoliamo bene e poi aggiungiamo la farina e poi ancora il latte poco per volta fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Infine il lievito e mescoliamo ancora. Ungiamo ed infariniamo una teglia non troppo grande e versiamoci sopra l’impasto. Accendiamo il forno e mettiamolo ad una temperatura media e poniamo sulla superficie dell’impasto le nostre scorzette candite ed una spolverata di zucchero di canna.
Inforniamo per 15-20 minuti. Facciamo la prova dello stecchino.
Una volta superata la prova dello stecchino quindi sforniamo e lasciamo intiepidire prima di togliere dallo stampo e servire.
Perfetta per colazione, meravigliosa per merenda, questa piccola torta, porterà sulla vostra tavola il profumo di una terra ricca di agrumi come la Sicilia! (altro…)

Questo piatto è la rivalutazione di un piatto della cucina povera e di semplice esecuzione ma non per questo privo di quei gusti genuini che oggi si tende a dimenticare

Strozzapreti alle ortiche con dadolata di pomodoro ed erbe fini è la rivalutazione di un piatto della cucina povera e di semplice esecuzione ma non per questo privo di quei gusti genuini che oggi si tende a dimenticare. È un piatto che si adatta facilmente anche a chi è ? perennemente a dieta ? per il basso contenuto di grassi che nulla toglie alla buona riuscita del piatto. La ricetta è stata creata per 5 porzioni. (altro…)

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