🎄 CALENDARIO DELL'AVVENTO 2025 🎄
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La buccia d?arancia da mettere in tavola sottoforma di utensili da cucina. Un uso migliore per riutilizzare le bucce d?arancia avanzate, il designer israeliano Ori Sonnenchein non poteva trovarlo: le stoviglie biodegradabili da lui create sono coloratissime, totalmente biodegradabili e hanno l?aroma degli agrumi maturati sotto il sole. La collezione si chiama Solskin, un nome che rimanda all?idea del sole e all?ottimismo, una caratteristica pare faccia parte del carattere di Ori. Essa comprende utensili di varie forme e colori: cucchiai, ciotole, piattini, brocche, bicchieri. (altro…)
A proposito di inquinamento dei mari: Ti ricordi quale è stato l’ultimo disastro naturale causato dalla fuoriuscita di petrolio?
Forse il disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, al largo del Golfo del Messico, il 20 Aprile 2010? Sicuramente è stato uno dei più grandi disastri naturali ma non è stato l’ultimo.
Quel giorno si aprì una falla a 1500 metri di profondità e fino al 4 Agosto 2010 si riversarono in mare più di 5 milioni di barili, 800 milioni di litri di greggio.
Ma non è stato l’ultimo disastro, anche se di quel disastro si parla ancora e restano i numeri a tenere aperta una ferita non più curabile:
Il 2011 è stato l’anno del disastro nucleare di Fukushima e tutti ce lo ricordiamo.
Ma disastri naturali causati dal petrolio nel 2011 non ce n’è stato nemmeno uno.
O forse sì?
Ebbene si e più di uno. Ma sono tutte notizie passate in sordina.
Ecco l’elenco:
Quando si parla di inquinamento da detersivi ci dimentichiamo di considerare anche questo inquinamento.
I detersivi tradizionali sono composti da ingredienti di origine petrolchimica.
Non è forse meglio usare detersivi composti da ingredienti di origine vegetale e magari reperiti a km zero?
Facendo la doccia con un profumatissimo bagnoschiuma al cetriolo e tè verde con una etichetta bellissima e superbiologica,
pensavo a quanto mi sentivo immerso nella natura…
Poi, ho letto i componenti.
Ed il più amichevole era una cosa che si chiama laurilsolfato di sodio (sodium lauryl sulphate )… altro che cetriolo!
Questa frase l’ho presa in prestito da un amico su Facebook.
Sodium laureth sulfate, Magnesium Laureth sulfate, MEA Laureth Sulfate, Amonium laureth sulfate sono tutti tensioattivi utilizzati in bagnoschiuma, creme, dentifrici e detersivi.
O meglio sono utilizzati in bagnoschiuma, creme, dentifrici e detersivi tradizionali.
In quelli ecologici e biologici Certificati, sicuramente no.
Il sodium lauryl sulfate, come dice il mio amico, è abbastanza amichevole e può essere usato anche nei detersivi ecologici.
Basta fare caso alla parte finale del nome: Laureth e Lauryl non sono la stessa cosa e non sono scritti diversamente per un errore di battitura.
Il suffisso -yl indica un ingrediente di origine vegetale;
Il suffisso -th indica in tensioattivo di origine vegetale “etossilato”.
In pratica alla parte vegetale è stata aggiunta una componente chimica.
Non si giudica un libro dalla copertina, una persona dall’aspetto fisico e un prodotto, sia esso un sapone, una crema o un detersivo, dall’aspetto dell’etichetta, casomai è il contenuto dell’etichetta che conta.
La parte importante di una etichetta di creme, saponi e detersivi è l’INCI name.
Ossia quella parte dove sono elencati tutti gli ingredienti del prodotto.
Sono elencati in ordine decrescente dall’ingrediente contenuto nella percentuale più alta e via via fino a quello contenuto in percentuale più bassa.
L’INCI name è scritto in inglese e non è sempre di facile comprensione: ethylhexyl glycerin, lauryl glucoside, disodium edta, methylparaben, sono parole che dicono ben poco sulla bontà o meno dell’ingrediente.
Ci corre in aiuto il Biodizionario (www.biodizionario.it).
Basta inserire l’ingrediente trovato nell’INCI name del prodotto, premere invio e comparirà un semaforino che indica se l’ingrediente è ecologico, così e così o da evitare (a proposito, i primi due elencati a inizio frase sono buoni e i secondi proprio no).
L’INCI name è già obbligatorio nelle etichette di creme, saponi, bagnoschiuma e shampoo ma non in quelle dei detersivi.
I produttori di detersivi ecologici (veri Detersivi Ecologici e non solo quelli con ingredienti di origine vegetale) inseriscono per trasparenza l’INCI name dei propri prodotti in etichetta già da qualche tempo.
Provate a controllare gli ingredienti di detersivi tradizionali e vedrete se trovate qualcosa.
Buona fortuna!
Si dice che il vestito rosso di Babbo Natale sia opera della Coca-Cola, e che originariamente fosse verde… ma se state pensando a un?operazione di green-marketing della bibita americana siete fuori strada! Si tratta del Babbo Natale Verde della ?Campagna 1×100 per la Mobilità Sostenibile? che ha da pochi giorni lanciato sul web dei video per riflettere in maniera allegra sulla mobilità alternativa. (altro…)
Il biomattone alla canapa parla anche italiano. L?azienda lecchese specializzata in bioedilizia e case ecosostenibili, la Equilibrium lo presenterà a Milano durante la fiera nazionale sugli stili di vita sostenibili “Fa la cosa giusta”.
Il biomattone è realizzato da un biocomposito di canapa e calce e ha come caratteristica quella di migliorare la qualità dell?aria all?interno dell?abitazione ma anche di combattere l?effetto serra all?esterno. Il legno di canapa utilizzato nella fabbricazione del mattone è in grado di assorbire e sequestrare la Co2 dall?atmosfera oltre ad essere attivo per l’isolamento termico (altro…)
L’impronta ecologica è un indice statistico che misura quanta terra è necessaria per sostenere ognuno di noi con il proprio stile di vita.
In realtà la faccenda è un po’ più complessa ma ci basta questo per la nostra riflessione.
In altre parole i nostri consumi vengono convertiti in superficie terrestre e marina necessaria a produrre i beni che consumiamo e ad assorbire i rifiuti che produciamo.
L’impronta ecologica dell’Italia è 4,15 ettari a persona, compresi i bambini.
Anche i bambini piccoli hanno una impronta ecologica molto alta; basta pensare a quanti rifiuti producono i loro pannolini usa e getta.
Sarebbe una buona pratica utilizzare pannolini lavabili o almeno pannolini usa e getta biodegradabili e compostabili. Questi ultimi possono essere smaltiti insieme ai rifiuti organici trasformandosi quindi in compost utile all’agricoltura.
Tornando all’impronta ecologica di ogni singolo italiano, proviamo a fare due conti.
In Italia siamo circa 61 milioni e disponiamo di 301.230 km quadrati. Abbiamo a disposizione 0.49 ettari a persona.
Ma abbiamo detto che la nostra impronta ecologica è 4,15 ettari.
Ci vuole in sostanza la superficie di otto Italie per produrre ciò che in un anno consumiamo.
La superficie dell’Italia non si allarga, forse è il caso di restringere i consumi?
Una nuova applicazione per iPhone metterà in rete medici, specialisti e utenti che negli Stati Uniti si battono per l?uso della marijuana a scopo terapeutico e di ricerca. L?App prende il nome dall?associazione statunitense American for Safe Access che da un decennio informa e opera a livello federale per promuovere la cannabis come medicinale e aiutare la libera ricerca.
Qualcuno questo termine l’avrà già sentito, altri avranno visto il marchio sull’ etichetta di qualche detergente sconosciuto, altri l’avranno visto impresso nella porta d’ingresso dell’albergo del soggiorno estivo al mare, o nella brochure pubblicitaria dell’hotel che ci invita a fare la settimana bianca in mezzo alla natura e alla neve… ma molti ancora non sanno cos’è.
Ecolabel è il Marchio Ecologico Europeo che aiuta il consumatore a distinguere i prodotti e i servizi che presentano un minor impatto sull’ambiente durante l’intero ciclo di vita, cioè in tutte le fasi di esistenza del prodotto. Il Marchio rappresentato dal Fiore, è quindi una garanzia della qualità ambientale dei prodotti e dei servizi che lo espongono.
Ma basta il marchio Ecolabel per definire un detersivo ecologico?
In effetti molti enti certificatori partono proprio dalla normativa Ecolabel per redigere il proprio disciplinare per la certificazione. Ma solitamente vanno oltre e richiedendo anche altre caratteristiche per certificare un detersivo come “ecologico”.
Ecolabel non certifica che gli ingredienti siano naturali o di origine vegetale, come ad esempio fanno ICEA e AIAB.
Se vogliamo parlare di pulizie ecologiche non possiamo che partire da questo concetto: non basta che il prodotto sia certificato Ecolabel, ma deve essere ottenuto da ingredienti di origine vegetale.
Dobbiamo poi riassumere il nostro comportamento in tre regole fondamentali:
Tenete presente che se durante le vostre prossime vacanze, vi troverete con i vostri amici in Strutture Ecolabel con il relativo Marchio, potrete fare bella figura spiegando loro di cosa si tratta.
L?energia solare? Te la porti in spalla con te. Intervista ad Alberto Cervi, fondatore di AA Envitech Srl, ideatore dello zaino a pannelli solari AA Envitech per ricaricare cellulari. (altro…)
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