La notizia è di quelle che ti fanno cappottare dalla sedia: se bevi 1000 lattine di Coca-Cola al giorno rischi di malarti di cancro.
Mentre si dorme non si riesce a bere, rimangono 17 ore per strafogarci della divina bibita gassata. Sono 1020 minuti. Una Coca-Cola al minuto.
Senza considerare quelle altre 2 o 3 cosette che si dovrebbero fare durante il giorno: mangiare, guidare, vestirsi, lavarsi, ecc.
Facciamo un altro esempio. Ognuno di noi ogni giorno inspira ed espira 15-20 volte al minuto e cioè 21.000-28.000 volte al giorno. L’equivalente di 15.000 litri d’aria. Se ne respirassimo 4,5 milioni ci ammaleremmo tutti di tumore.
Il fatto è che è impossibile sia respirare 4,5 milioni di litri di aria che bere 350 litri di Coca-Cola al giorno.
Allora possiamo dire senza paura di essere smentiti, che si tratta di allarmismo infondato. Ci viene presentato un problema inesistente. O meglio, perché diventi un problema, quello della Coca-Cola cancerogena, dovrebbe verificarsi un antefatto impossibile: una persona dovrebbe berne 350 litri al giorno, e non si sa per quanto tempo.
C’è un aspetto positivo nella vicenda: qualche persona in più comincia a chiedersi cosa ci sia veramente nelle bibite che beviamo e nei cibi che mangiamo.
Ebbene, ci sono gli additivi alimentari. Che scoperta!
“Gli additivi alimentari sono sostanze deliberatamente aggiunte ai prodotti alimentari per svolgere determinate funzioni tecnologiche, ad esempio per colorare, dolcificare o conservare. Tutti gli additivi alimentari sono identificati da un numero preceduto dalla lettera E. Gli additivi alimentari vengono sempre menzionati nell’elenco di ingredienti degli alimenti in cui essi sono presenti. Alcuni degli additivi che si trovano più spesso sulle etichette degli alimenti sono gli antiossidanti (per prevenire il deterioramento da ossidazione), i coloranti, gli emulsionanti, gli stabilizzanti, i gelificanti, gli addensanti, gli esaltatori di sapidità, i conservanti e gli edulcoranti. In Europa, ogni volta che gli additivi alimentari vengono impiegati negli alimenti, l’etichetta della confezione deve riportarne sia la funzione nel cibo finito (ad es. colorante, conservante, etc.) sia la sostanza specifica usata, utilizzando il riferimento E seguito da un numero (per esempio E415) oppure la denominazione ufficiale”
Il fatto particolare è che la nuova normativa prevista dalla EFSA (European food safety authotity) ha introdotto un nuovo pacchetto normativo sui “Miglioratori alimentari”. “In base alla nuova legislazione, entro dicembre del 2020 l’EFSA è tenuta a effettuare una valutazione ex novo degli additivi alimentari che erano ammessi prima del 20 gennaio 2009″.
Sono decine gli ingredienti che hanno ricevuto l’out-out dall’EFSA. Sono solo contenuti in bevande e alimenti meno famosi della Coca-Cola.
C’è di che preoccuparsi e cominciare a mangiare cibi biologici?